
Pur avendo diversi cari amici veronesi, non conosco monsignor Giuseppe Zenti. Non ho mai manco partecipato ad una sua celebrazione. Lo premetto onde evitar fraintendimenti e per chiarire, se trovo ottima la lettera con cui ha richiamato i fedeli a recarsi alle urne prestando prioritaria attenzione ai valori della «famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia», non è perché sono un “basa banchi” – chi è veneto capirà -, ma perché commosso. E commosso non tanto perché Zenti ha rilanciato una cosa quasi proibita pure in casa cattolica – i valori non negoziabili -, ma perché l’ha fatto nel modo più giusto: con chiarezza.
Per capire ciò che ha scritto, non servono esegeti, biblisti, teologi che scrivano sul Corriere o su Repubblica, neppure giornalisti – basta saper leggere -, mentre per condividerlo, ecco, le cose sono già più complicate: bisogna essere coraggiosi. Una cosa alla volta, però. Intanto, che il 26 giugno al ballottaggio per le comunali la spunti Damiano Tommasi (come temo) oppure Federico Sboarina (come spero), una cosa appare certa: a Verona c’è un vescovo. Uno che delle sue pecore verosimilmente non disdegna l’odore, come raccomandato da papa Francesco, ma che, ancor prima, ne desidera il bene. Visti i tempi, visto l’andazzo, visto il clima impazzito, sfido chiunque a non trovarla una gran notizia.
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«Guzzo ha scritto un poderoso volume apologetico che risulta illuminante per capire la situazione della fede cristiana oggi» (Avvenire)
«Giuliano Guzzo accumula una serie impressionante di dati per mostrarci una realtà che ignoriamo. E che dimostra che il Maestro non ha esaurito le carte da giocare» (Rino Cammilleri)
«Un prezioso manuale con corrette interpretazioni su moltissime tematiche. Può senz’altro contribuire a trasformare la “fede liquida” in una “fede forte”» (Unione Cristiani Cattolici Razionali)
«Un libro che mancava e che sfata montagne di pregiudizi sul cristianesimo» (Pro Vita & Famiglia)
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La famiglia è una istituzione sociale che le regole che una società si dà in quel preciso periodo storico. Il sesso è il mezzo con il quale la NATURA conserva le specie animali. Il legislatore deve promuovere leggi che non provocano disordini sociali e rispetti gli individui
Le più recenti prese di posizione politica (piuttosto soft, in verità!) di vescovi veneti in merito a questioni sessuali risalgono al 2014 e 2015.
Nel 2014, in occasione della 36° Giornata Nazionale per la vita, i Vescovi del Triveneto diffondono una nota nelle quale ribadiscono «il rifiuto di un’ideologia del gender che neghi di fatto il fondamento oggettivo della differenza e complementarietà dei sessi». I vescovi erano preoccupati del fatto che, nella lotta all’omofobia, si scegliesse con le leggi di dare «fuorvianti orientamenti sull’educazione sessuale ai bambini anche in tenera età».
Nel 2015, in seguito alla polemica tra Elton John e il sindaco veneziano Luigi Brugnaro (sui libretti gender per l’infanzia) il Patriarca Francesco Moraglia invitava i genitori a valutare sempre attentamente i libri scolastici, confrontandoli con quella realtà educativa che vogliono proporre ai propri figli e capire se il contenuto dei libri è molto distante dai valori che vogliono trasmettere ai giovani.
Poi silenzio… fino a questo secco e coraggioso pronunciamento del Vescovo di Verona.
Perfettamente d’accordo con te!