
Will Smith ha sbagliato. Lo ha ammesso lui stesso e lo dice il buon senso: alzare le mani è sempre un errore, non c’è giustificazione che tenga, per quanto a volte sia un’umana tentazione. È bene premetterlo perché questa non vuole essere l’apologia del ceffone che l’ex principe di Bel-Air ha rifilato in mondovisione, sul palco degli oscar, a Chris Rock, reo d’aver fatto una presunta battuta («Soldato Jane 2, non vedo l’ora di vederlo») a Jada Pinkett, moglie dell’attore, la quale portai capelli rasata in quanto affetta da alopecia.
Più semplicemente, qui si vuole ricordare come, pur «inaccettabile e senza scuse» – così lo ha definito lo stesso Smith -, il suo gesto sia stato un tentativo violento, quindi da condannare, di difendere valori che però, attenzione, sono giusti. Quali valori? Per esempio, quello che stabilisce (dovrebbe chiamarsi rispetto, l’abc della civiltà) che ci sono cose – le malattie e i problemi fisici, per esempio – sulle quali l’ironia scade automaticamente nell’offesa; e se non lo capisci, sei davvero un poveretto.
In secondo luogo, il deprecabile ceffone del neopremio Oscar rammenta a un mondo imbalsamato nella melassa, cioè il nostro, che non di solo «volemose bene» vive l’uomo. Perché sì, la buona reputazione conta, cavolo se conta: ma non come l’onore di una moglie. Per questo, per quanto Smith si sia doverosamente scusato, avrà senz’altro ottenuto se non la giustificazione almeno la tacita comprensione di molti milioni di mariti che, al suo posto, non avrebbero reagito meglio.
Infine, la star hollywoodiana, agendo emotivamente, ha impartito, pur senza volerlo, una lezione su quanto sia centrale l’autocontrollo e su quanto sia rovinoso non averne, anche se per poco. Anche perché il dominio di sé è una virtù la cui perdita, in realtà, non era condizione necessaria per denunciare l’offesa alla consorte, dato che Smith poteva limitarsi ad alzarsi dicendone quattro a Rock (cosa che peraltro ha comunque fatto dopo lo schiaffo). In tempi in cui i sentimenti e le emozioni son esaltatissimi, spesso a scapito della ragione, è buon promemoria pure questo.
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Sarà anche sbagliato, ma quanto, quanto, quanto catartico!
I ceffoni sempre violenti e le parole mai no?
Difendersi è un diritto. Sia degli ucraini sia dei cittadini normali. Quando le parole non bastano a fermare le parole si alza la difesa. Ha fatto ciò che andava fatto.