Se già prima c’era, con questi tempi complessi e purtroppo non ancora post pandemici ora è quanto mai sentita. Sto parlando della voglia d’evasione, quell’aspirazione che solo la lettura di storie può saziare. Un ottimo spunto, in tal senso, lo offrono i racconti contenuti nel volume La Compagnia dell’Oste (Marcovalerio, 2021) e prodotti da una decina di autori, appartenenti al gruppo denominato Inkiostri, tra i quali l’amico Patrizio Righero.

Questi racconti sono, com’è ovvio, tutti quanti ben diversi tra loro. Eppure la venatura fantastica e tolkeniana che li accomuna risulta chiara; si sente che sono scritti da un collettivo che condivide le stesse passioni, le stesse letture e – cosa ancor più bella – la stessa amicizia. Non intendo rovinare la sorpresa al lettore svelando di più, non sarei mai tanto crudele. Tuttavia, un paio di richiami – due di numero, davvero – intendo farli.

Il primo riguarda il racconto di Chiara Bertoglio, Salita alla Sacra, una decina di pagine in cui l’autrice riesce magistralmente a condensare tanti elementi preziosi non per la narrativa ma per la vita: la ricerca, il mistero, la fede, i legami veri («di chi ti fidi?», p.50). In più, l’Autrice mi ha trasmesso una gran voglia di visitare – anche di sera – la Sacra di San Michele, sulla quale ha centrato il suo breve ma intenso testo, che si legge tutto d’un fiato.

Un secondo piccolo riferimento desidero poi farlo a Cronache missionarie, racconto del citato Righero – autore che ho già avuto il piacere di recensire in questo blog -, dal momento che esso richiama un tema a me molto caro: la Chiesa del futuro, precisamente quella in cui sarà regnante, scrive l’Autore, un pontefice di nome Giovanni Paolo III. Ebbene, la voce narrante di questo racconto ad un certo punto fa una considerazione essenziale e bellissima.

Eccola: «Non facciamo programmi. Ci lasceremo guidare dallo Spirito Santo. Il sacramento dell’eucaristia ci darà la forza per sperare contro ogni speranza e alimenterà in noi la carità» (p.111). Sono parole che, per la loro essenzialità, potrebbero risalire a secoli fa o ancora prima, alle comunità cristiane delle origini; per cui immaginarle pronunciate nel Cristianesimo del futuro infonde davvero una gran speranza: quella della fedeltà dei seguaci di Gesù. Buona lettura!

Giuliano Guzzo

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