Un nuovo capitolo si aggiunge all’assurdo con qui siamo quotidianamente costretti a convivere. Lo scrive il sociologo Kehinde Andrews prendendosela con la Birmingham City University, la stessa che non solo l’ha assunto ma ha istituito per lui la prima cattedra di Black Studies nella storia del Regno Unito. Ciò nonostante, siccome nell’ateneo da una parte si sono rifiutati di ampliare lo spazio sui temi a lui cari – prova provata, secondo Andrews, di «razzismo istituzionale da manuale» – e, dall’altra, non hanno sanzionato una collega con cui non corre buon sangue, ecco che il prof. grida al razzismo. «Vengo trattato come un nero arrogante che dovrebbe essere sempre grato per tutto senza mai protestare», lamenta.

Da parte loro, alla Birmingham City University fanno presente, senza nascondere delusione, che il professor Andrews «non è stato sospeso o minacciato di sospensione». Insomma, sembra abbia fatto tutto da solo. Del resto, il personaggio ha idee parecchio originali. Secondo lui, l’intero «Occidente è stato edificato sul razzismo» e Churchill e l’impero britannico sarebbero stati peggiori dei nazisti. Quindi, a suo dire, la piaga è ovunque, perfino in chi lo ha fatto crescere sul piano professionale. Una vicenda che, per quanto certamente singolare, fa capire come ormai basti un attimo finire accusati di razzismo. Nessuno, rispetto a questo, si può sentire al sicuro. Il che suggerisce l’importanza di combattere sì la xenofobia, ma pure l’antirazzismo ideologico. Sono parenti stretti.

Giuliano Guzzo

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