A giudicare dallo scarso rilievo mediatico ottenuto, si direbbe che la notizia sia poca cosa. Eppure, le immagini dei cattolici aggrediti a Parigi, dov’erano intenti a commemorare i fratelli nella fede uccisi in nome dell’egualitarismo socialista e comunardo del 1870-71, sono terribili. Si vedono ferite, lesioni. Si vede sangue. Era da poco iniziata la processione, infatti, – riferisce Le Figaro – quando «i fedeli hanno cominciato ad essere fischiati e insultati, giunti davanti al cimitero di Père-Lachaise, la tensione è aumentata quando il corteo ha incontrato i “manifestanti comunardi” con bandiere rosse, in realtà squadre di “Antifa”, che hanno cercato di coprire il canto dei fedeli con lo slogan di sempre: morte ai fascisti e reazionari. Solo un poliziotto era in testa al corteo dei fedeli». Il resto, lo si ripete, lo raccontano le immagini. Ora, davanti ad un fatto simile la tentazione è di liquidare quella violenza come grave, sì, ma opera di pochi incivili.

Pochi incivili? Solo nel 2019, in Europa, son stati 3.000 i luoghi di culto cristiani attaccati. In Francia, dal 2008 al 2019, gli atti anticristiani sono aumentati del 285% e, nel Regno Unito, ogni giorno si verificano almeno tre atti riconducibili all’ostilità verso il cristianesimo. A chi pensa che in Italia non succedano, queste cose, segnalo che solo nella mia provincia, il Trentino, dal 2004 al 2020 – tra cimiteri e chiese profanate – si sono verificati 60 episodi, culminati nel febbraio dello scorso anno con «Bruceremo le chiese», scritta apparsa sulla parete della chiesa di san Pietro, in pieno centro a Trento; ricordo pure che un sacerdote, che a Rovereto manifestava con le Sentinelle in piedi, è stato mandato in ospedale, colpito da un sampietrino. La domanda quindi è: quanto si potrà ancora negare l’odio anticristiano? Quanto continueremo a raccontarci la storia che i veri guai dell’Occidente sono il sessismo, il razzismo e l’omofobia? Ci siamo riusciti per anni, eh. Ma dopo il pestaggio parigino delle scorse ore, è il caso di aprire gli occhi. Abbiamo taciuto abbastanza.

Giuliano Guzzo

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