La prossima volta, in chiesa, mi inginocchierò pregando per Simone Barreto Silva, la quarantaquattrenne di origine brasiliana e residente da molti anni in Francia uccisa giovedì mattina a Nizza insieme ad altri due innocenti. Aveva tantissimo che manca a tante europee di oggi: il coraggio di avere tre bambini, ai quali ha dedicato il suo ultimo pensiero prima di spirare – «Dite ai miei figli che li amo» -, e la fede di recarsi in chiesa ogni santa mattina, prima d’andare al lavoro. Entrambe rarità, in questa Europa moribonda da tempo come, inascoltato, ha da anni denunciato il suo più grande virologo spirituale, Joseph Ratzinger.

Per questo, certo di essere lontanissimo da fotografi e telecamere – e meno male -, la prossima volta mi inginocchierò pregando per questa donna, che per il suo esempio meritava l’onore di tutto il Continente ed invece, finora, ha avuto solo il coltello di un suo bestiale ospite. Paradossi, o forse no, dato che un’Europa che non ama sé stessa è inevitabilmente destinata a piombare nel caos, non riuscendo così più distinguere chi deve essere accolto e chi deve essere cacciato, chi porta la sua testimonianza di vita e chi la sua furia islamista di sterminio. Ma grazie al martirio anche di Simone è senza dubbio più vicino il giorno in cui a noi europei, finalmente, cadranno le bende dagli occhi.

Giuliano Guzzo