Al telegiornale che ho seguito io stasera non l’hanno detto, al vostro? Mi riferisco a quanto accaduto in Cile dove, ieri, un gruppo di teppisti «antifascisti» ha incendiato la chiesa di San Francisco de Borja, usata regolarmente dalle forze di polizia dei Carabineros per cerimonie istituzionali, e pure la chiesa de La Asunción, una delle più antiche della capitale cilena, con oltre un secolo di storia.  Non era forse una notizia da dare? Evidentemente, ahinoi, no. Eh ma il Cile è lontano, dirà qualcuno. Sarà. D’accordo ma con l’Europa, come la mettiamo?

Solo nel 2019 si stima i luoghi di culto attaccati sono stati 3.000, con una scia di violenza in aumento. Basti pensare alla Francia dove, dal 2008 al 2019, gli atti anticristiani son cresciuti del 285%. Per curiosità ho spulciato quanto riportato dalla stampa della provincia di Trento, dove vivo, trovando dal 2004 ad oggi circa 70 episodi di cristianofobia, l’ultimo del febbraio di quest’anno, con la centralissima chiesa di san Pietro imbrattata con questa scritta: «Bruceremo le chiese». A Trento son ancora alle parole, insomma. In Cile invece, emulando la Francia, passano ai fatti. Eppure i nostri media, sigh, sono irremovibili. Della cristianofobia chissefrega.

Giuliano Guzzo