
La scrittrice J.K. Rowling è stata costretta a bloccare la possibilità di risponderle su Twitter, tante erano le offese che riceveva. La giornalista Monica Ricci Sargentini, firma del Corriere della Sera, è stata ripetutamente bollata come «omofoba», mentre alla scrittrice Marina Terragni sono ora dedicati pensieri così: «La parola terf. Nasci figa, muori pazza. E parecchio stronza». Ora, che cos’hanno in comune Rowling, Ricci Sargentini, Terragni e altre anch’esse raggiunte in questi giorni da insulti d’ogni tipo? Sono tutte personalità e intellettuali di orientamento progressista, fino a ieri stimate e seguite, ma ree d’essersi ultimamente schierate contro il dogma gender.
Nello specifico, costoro si oppongono alla sostituzione – negli ordinamenti così come nel linguaggio comune – della definizione di ‘identità sessuale’ con quella di ‘identità di genere’, sostituzione che in sostanza parifica l’«essere donna» femminile con il «sentirsi donna» transgender. Ma solo noi siamo donne, sottolinea la Rowling. Una tesi di ovvietà sconcertante che Ricci Sargentini e Terragni rilanciano anche in opposizione al ddl Zan che, se divenisse legge, le vedrebbe imputabili per propaganda «transfobica». Ecco, per solamente per questo – per il loro «siamo donne» – queste femministe, e con loro anche esponenti del mondo lesbo, sono ora apostrofate in Rete nei modi peggiori.
E tutto ciò, si badi, nel silenzio delle Murgia e delle Boldrini. Perché la dignità femminile, in tempi di politicamente corretto, è sì un valore: ma solo a certe condizioni. Per esempio, la conformità alle istanze arcobaleno. E se solo fiati, se solo ti smarchi, se solo osi, affari tuoi: auguri, te la sei cercata. Anche se la tua colpa altra non è, lo si ripete, che concentrata in due parole supportate in modo inattaccabile dall’anatomia e dalla biologica molto prima che dalla morale: «siamo donne». Dolcemente complicate, si sarebbe aggiunto qualche anno fa, sulle note di una bella canzone. Ma oggi il commento più adatto non è più dolcemente complicate, ma brutalmente offese. Con gli altri che fanno finta di nulla.
L’ha ripubblicato su Organon.
Un maschio che si sente femmina o viceversa, vanno curati con la psicoterapia e non assecondati, ed é quest’ultima cosa che vogliono i sostenitori dell’ideologia gender, che é un variante del liberalprogressismo che domina oggi incontrastato.
Come possono dire “siamo donne” ed essere prese sul serio, quando per decenni hanno proclamato “siamo uguali agli uomini”?
Terragni o Rowling adesso sono semplicemente sopravanzate dalle forze fresche della sovversione anticristiana.
Chi è causa del suo male, pianga se stessa.