L’errore di fondo consiste nel credere che l’Italia, l’Europa e il mondo siano stati bloccati dalla pandemia ed ora occorra ripartire. Sbagliato o, meglio, non del tutto vero, nel senso che, ben prima del lockdown governativo, s’era instaurato un lockdown spirituale – a base di individualismo e, in definitiva, disperazione – rispetto al quale il confinamento domestico non ne è stato che il completamento. Se infatti è vero che da settimane ci hanno impedito di andare a Messa per preservare la nostra salute (cosa non senza verità), è altrettanto indiscutibile che già da decenni avevamo smesso di andarci per preservare la nostra pigrizia (cosa con troppa verità).
Motivo per cui – senza sperare che ce lo chiedano Giuseppe Conte e Rocco Casalino – spetta a noi capire che, da domani, la ripartenza sarà cristiana o non sarà. Perché, scusate tanto, ma per spronarci a tornare a lavorare, produrre e consumare bastano e avanzano Kim Jong-un o un qualsiasi dittatoruncolo comunista. Invece qui non si tratta di tornare a lavorare, produrre e consumare: qui si tratta di tornare a vivere, di tornare a sperare; e se per qualcuno sperare significa attendere, che so, un nuovo summit europeo, si accomodi. Per me la faccenda resta molto diversa, con il suo alfa e il suo omega in quella fede messa fra parentesi la quale non ci può essere ripartenza per il semplice fatto che non c’è direzione.
L’ha ripubblicato su Organon.
Può cortesemente spiegarmi le ultime due righe? Non sono sicura di aver capito cosa intende dire con “fede messa fra parentesi la quale non ci può essere ripartenza per il semplice fatto che non c’è direzione” . In che senso non c’è direzione?
Grazie
Signor Giuliano Guzzo,
la propaganda, la pubblicita’, la superficalita’ della stampa e la diffusione via telecomunicazioni mettomo in scena persecuzioni astratte contro la popolazione, la Chiesa Cattolica Romana e dei Cristiani, servendosi di normative d’emergenza, messe in atto dal governo per la protezione della popolazione da pandemia, come appiglio per creare emotivita’ e senzazionalismo nel popolo via i mass media.
Il loro mestiere e’ di saper come commerciare il loro prodotto cosi’ vende bene facendo credere fischi per fiaschi.
Sta per terminare la persecuzione diocleziana, e l’orrore della privazione delle Liberta’ Costituzionali: anche queste messe in ballo per l’occasione.
Entriamo nella la Fase 2 di libera uscita con restrizioni, nell’incertezza che tutto proceda come vogliamo a riguardo del morbo delle incognite, il Signor Corona Virus, assumiamo un armistizio alle mortali ostilita’ contro di noi, pur sapendo di camminare su di un campo minato.
Non dobbiamo insegnare di certo ai giornalisti come impostare i loro articoli, far credere alle masse presunte persecuzioni/privazione di liberta’ civile e contro la Chiesa e i “martiri” cristiani, scrivendo in modo da generare interesse nei clienti e cosi’ il prodotto venda bene: al solito prezzo delle 30 monete d’argento.
Quello che vedra’/vedremo con la riapertura delle chiese sara’ la stessa partecipazione di sei mesi fa, di anni fa e nulla cambiera’.
La Fede Cristiana non e’ un affiliazione sociale, intrattenimento o nasce da una situazione di emergenza di Pandemia, ma ha la radice e base su ben diversi Valori Spirituali e Reali.
Non faccio altro giornalismo pensando di capirci.
Cordiali saluti,
Paul Candiago
(candiago.p@bmts.com)
Quando è stata data notizia dell’accordo fra CEI e Stato italiano su come celebrare le Messe dopo la “ripartenza”, mi aveva colpito il particolare dell’uso dei guanti per la distribuzione della comunione, perché mi sembra che sia un sacrilegio e come tale nessun sacerdote cattolico dovrebbe operare in tal modo. Ma poi mi è venuto in mente che per molti non esiste la transustanziazione e quindi non si tratterebbe del Corpo di Cristo ma solo di un pezzo di pane. Ricordo un ex parroco di Torino: “Non recito il Credo perché non ci credo” durante la Messa di mezzanotte a Natale 2017 o anche qualcuno che definisce “pane simbolico”. Tornando al titolo, la “ripartenza” sarà cristiana ma non cattolica.
Veramente io non arrivo a capire cosa ci dovrebbe essere di “sacrilego” nel fatto di usare dei guanti in lattice nella distribuzione dell’Eucaristia.
Prima di tutto non so perché qualcuno dovrebbe a suo singolare giudizio consideralo tale o sostenere che “nessun sacerdote cattolico dovrebbe operare in tal modo”, quando è la Chiesa a stabilire lecita tale procedura per quanto inusuale.
E chi è che si arroga il diritto di definire ciò che è “cattolico”, laddove chi lo può fare per autorità e con diritto, ci conforta nel dire che cattolici siamo?
In secondo luogo vorrei ricordare che Cristo nel Suo Santissimo Corpo, non solo accetta, ma ci ha persino comandato di cibarci di Lui e cosa ci sarebbe di più “sacrilego” del dover venire a contatto con le nostre lingue (forse consideriamo l’alveo della nostra bocca ambiente particolarmente “pulito” o “santo”), per poi attraverso la nostra bocca scendere sino al nostro stomaco per venir aggredito dai succhi gastrici… tanto per essere molto concreti, visto che la concretezza di un gunato di gomma ci scandalizza tanto.
Quindi mi si faccia capire, chi sostiene questa (attuale e momentanea) prassi “sacrilega”, si asterrà dal comunicarsi? E questo per “amore a Cristo”?
Ho idea che si sia fatta della propria idea di “sacro” una sosrta di idolo, visto che questa idea finisce per tenerci lontani dalla Comunione sacramentale.
A questo proposito ecco cosa afferma un mistico attuale riconosciuto autentico dal proprio Vescovo
https://gloria.tv/post/9r9ZzKQjKxQB1b9T43XA1nwuC
Prendiamo atto della visone del mistico, ma ciò non toglie che se la Chiesa mi dice “questo si può fare” e un mistico ha la sua visione mistica, il mio discernimento e la logica mi dice che non ho alcuna garanzia, né obbligo alcuno a seguire la visione “mistica” del mistico.
Costui, come è evidente, ritiene la Chiesa tutta sia in errore già dal 1960 e io dovrei seguire i suoi “misticismi”?
Il “mistico riconosciuto autentico (?) dal suo Vescovo” ha forse la patente di infallibilità?
Poi ognuno faccia ciò che crede…
Diffido di chi indossa guanti (cosiddetti) “monouso” e che magari poco prima hanno toccato la maniglia della porta della chiesa, spento il telefonino, hanno cercato qualcosa nella borsa, in tasca ecc…
Inoltre, al di là dell’aspetto rituale (che pure non va trascurato), dal punto di vista puramente igienico, devo dire che, toccare la particola con dita precedentemente igienizzate è certamente più sicuro che usare guanti monouso, i quali nell’atto stesso di infilarli entrano in contatto esterno con le mani o altro.
Anche un bambino può capire che trattare l’Eucarestia che è il Corpo e Sangue del Signore come possibile veicolo di contagio (mentre in realtà è fonte di salute e salvezza) è come minimo un’irriverenza. Dov’è la fede? Ci rendiamo conto o no che l’Ostia Santa viene equiparata a un qualsiasi oggetto contagioso? Ci meravigliamo delle regole della CEI – l’ultima delle quali addirittura prevede il divieto di dire “Amen” prima di prendere la Comunione! – quando l’intera Chiesa cattolica è permeata di massoneria e modernisti ed è sull’orlo dell’apostasia generalizzata come predetto a Fatima?
Di nuovo stiamo fuori della realtà oggettiva per dare a quella “mistica” un valore di tipo straordinario che può avere, ma solo in casi che hanno del miracoloso che solo il Padre dispone come crede.
Mi spiego: NON è l’ostia (consacrata o meno) che diviene “oggetto di contagio”, se non in via accidentale, sono OGGETTIVAMENTE le mani del Ministro che POSSONO essere veicolo di contagio (o il fiato dei fedeli sulle stesse).
Lei riceverebbe l’Eucaristia da un lebbroso??
O lo farebbe solo confidando nel fatto che l’ostia consacrata ha il potere (straordinario e miracoloso) di uccidere ad esempio qualunque germe? di sanare qualunque male?
Come atto di fede io posso anche crederlo, come credo che ci sono casi di persone che per anni si sono alimentate di sola Eucaristia, ma questo è atto di Fede in fatto STRAORDINARIO.
In base a cosa si dovrebbe dire al Popolo tutto abbiate fede, comunque venga distribuita l’Eucaristia, nulla di male può accadere!
In base a questo ragionamento, possiamo radunarci come vogliamo in una Santa Liturgia e da TUTTO saremmo protetti…
Io credo questo non sia credere negli STRAORDINARI poteri dell’Eucaristia o nei miracoli che Dio può (quando crede e direi raramente) concedere, ma un “miracolismo” che ricorda più supertizioni pagane, che un concreta e sana devozione.
Più un “tentare Dio” che non avere una sana e santa Prudenza.
E se ritiene che “l’intera Chiesa Cattolica (mica poca roba) sia sull’orlo del baratro”, sarà meglio si adoperi a lasciare la barca o cosa pensa di fare, o dove pensa di andare?
O le parole di Cristo “E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.” non sono vere o sono da riferirsi ad “altro Pietro” ed “altra Chiesa”?
Allora suo dovere è indicare a tutti dove andare…
O è solo il ruolo di profeta di sventura quello che si è assunto?
Certo, alterare anche in parte i “gesti” della liturgia sacramentale resta un fatto grave che dev’essere limitato nel tempo e giustificato da una situazione di pericolo gravissimo; la CEI dev’essersi convinta in tal senso, sebbene personalmente possiamo pensarla diversamente.
Può consolarci il fatto che pure nei secoli passati la Chiesa dovette distribuire la comunione con cucchiai o lunghe pinze nell’imperversare di una pestilenza particolarmente letale.