Capisco l’emotività, capisco la foga, capisco la rabbia. Capisco tutto. Capisco perfino l’ignoranza. Quel che però non accetto è l’ignoranza ex cathedra. Per questo sono sobbalzato nel leggere un’uscita di Enrico Mentana per esporre la quale, però, occorre una premessa. Il popolare giornalista è rimasto irritato dal commento di Simone Angelosante, sindaco di Ovindoli e consigliere regionale della Lega, il quale ha paragonato la conversione all’Islam di Silvia Romano a quella di un ebreo che, internato in un lager, si fosse convertito al nazismo, tornando a casa con la divisa della Germania hitleriana.
Non intendo soffermarmi su tale accostamento. Il punto è che, dei tanti modi per replicare a Angelosante, Mentana non ha trovato di meglio «che ricordare che il campo di Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia, e che lo stesso Hitler era cattolico battezzato e cresimato». Ora, che uno del livello di Mentana accosti l’Olocausto al cattolicesimo lascia di sale. Solo fermandoci alla Polonia possiamo difatti ricordare come di preti cattolici i nazisti ne sterminarono circa 3.000. Esemplare, per stare ad Auschwitz (idea degli occupanti nazisti), fu il sacrificio di san Massimiliano Kolbe, figura forse non nota negli studi di La7 ma di statura morale immensa.
Non meno grave è l’allusione mentaniana all’«Hitler cattolico». Non lo sa, il noto giornalista, che il futuro Führer già nel suo Mein Kampf definiva il Cristianesimo «primo terrore spirituale»? Ignora, l’editore di Open, che il dittatore nelle Conversazioni a tavola affermava che «il colpo più duro che l’umanità abbia ricevuto è l’avvento del cristianesimo»? In più, è accertato che Hitler – così cattolico da pensare che «o si è cristiani o si è tedeschi» – meditasse di rapire il Papa, come prova l’archivio della gendarmeria pontificia contenente un piano segreto per difendere la Santa Sede e nascondere Eugenio Pacelli.
A chi non fosse ancora convinto dell’anticristianesimo hitleriano, possiamo far rispondere da uno dei suoi più stretti collaboratori, Joseph Goebbels, il quale nei suoi diari appuntava come il Führer fosse – testualmente – «un avversario feroce» della Chiesa di Roma e del cristianesimo in generale, nemici che il dittatore non prendeva apertamente di mira solo per «ragioni tattiche»; e potremmo continuare a lungo con riscontri circa il fatto che il nazionalsocialismo tutto fu fuorché cattolico, tanto che ebbe in uomini di Chiesa instancabili nemici.
Basti pensare a Clemens August von Galen, vescovo che non un bollettino parrocchiale ma il New York Times definì «l’oppositore più ostinato del programma nazionalsocialista». Tutto ciò per dire che, se l’intervento di Mentana era finalizzato a difendere Silvia Romano, il solo scopo che ha in realtà ottenuto è stato offendere non tanto e non solo i cattolici – categoria abitualmente azzannata dai media -, ma la verità storica. Per un professionista dell’informazione in prima linea nella lotta contro le cosiddette bufale, è davvero una magrissima figura.
L’ha ripubblicato su Organone ha commentato:
Evidentemente c’è fake news e fake news…
D’altra parte nemmeno vedo la ragione dell’accostamento fatto da Mentana.
Da un lato si parla di costrizione, dall’altro di un’adesione personale volontaria (in questo caso falsa, ma comunque cosa diversa).
Tra l’altro il padre di Hitler non era morto mentre inveiva contro i cattolici con tale foga da farsi venire un colpo?
No, è morto per un versamento pleurico.
Pingback: Mentana, in prima linea nella lotta contro le fake news, con il post sulla “cattolicissima Polonia” ha fatto una bruttissima figura | Korazym.org
leggere QUI
per capire che il “cattolico” HITLER i CRISTIANI se poteva li faceva ammazzare…
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/da-padre-kolbe-a-edith-stein-i-martiri-del-fhrer
Certo che i ‘paladini’ della lotta contro le bufale si distinguono per imparzialità e obiettività…
Ieri David Puente che elogia una vignetta che definisce chi chiede spiegazioni per il pagamento del riscatto della Romano ‘anormale’, oggi Mentana che, non contento di sparare castronerie insulta pure chi lo critica…
Glie lo diciamo che la ‘cattolicissima Polonia’ era stata invasa dal Terzo Reich e non era in grado di opinare alcunchè?
Preso dalla sua furia bufaloclasta, a volte Puente sbarella proprio di brutto. Figurati che ha fatto un post (ne ho parlato, ma probabilmente all’epoca non mi frequentavi ancora) per smontare la “bufala” degli oltre diecimila aborti fatti dalla Bonino con la pompa di bicicletta, e spiega che non è assolutamente vero: quello che ha fatto la Bonino è stato, semplicemente, di insegnare alle donne come si fa ad abortire con una pompa di bicicletta. Per più di diecimila volte.
David Puente è pure quello che diceva che era una bufala il fatto che che l’Unità nel 1946 fosse contro l’accoglienza dei profughi istriani (sic!)
Ah, questa mi mancava, ma sicuramente non mi stupisce. D’altra parte gli ho visto denunciare perfino le “bufale” di Lercio! Come dice il mio amico Francesco, “E no digo altro”.
A parte ogni altra considerazione, c’è che qualunque porcata possa avere fatto un cattolico (mafioso, nazista o qualunque altra cosa) NON l’ha fatta a maggiore gloria di Cristo, e NON è prescritta nel suo Libro sacro, mentre uccidere gli infedeli ebrei e cristiani, ridurli in schiavitù, stuprare le donne e poi venderle ai combattenti per la “guerra santa” o ai bordelli, o tirare giù due torri con migliaia di persone dentro, questo è esattamente fatto per la maggiore gloria di Allah ed è prescritto nel loro libro sacro. E quindi, tornando al punto da cui è partito tutto, sì, il paragone con un ebreo che fosse uscito da Auschwitz convertito al nazismo, con l’uniforme delle SS e intimando “Chiamatemi Adolf”, ci sta proprio tutto.
Non fa una grinza Barbara!!!👍
La conoscenza rende consapevoli per le giuste correzioni poste per una corretta informazione
Non so dove ha letto la storia Mentana, forse nella biblioteca ebraica, ma lei dove ha letto dello sterminio dei cattolici polacchi?
Lo sa che si deve la guerra grazie al massacro polacchi dei cittadini tedeschi (ex Prussiani)che si trovarono in una nuova Polonia dopo la prima guerra?