Lo scoop è di quelli veri, anzi è roba da antologia: la Cei esiste. Parla. Riesce perfino ad alzare la voce contro la bizzarra decisione del governo Conte secondo cui, dal 4 maggio, si potranno celebrare i funerali con 15 persone (con la sedicesima scatta l’apocalisse?), ma le Messe no. Quale sia il futuro pericolo di una Messa magari all’aperto, magari con i fedeli distanziati di due metri, resta evidentemente oscuro: ma non divaghiamo perché la notizia vera, oggi, son questi vescovi italiani che, con una nota scritta stranamente in modo chiaro e comprensibile, finalmente parlano in favore della libertà di culto. Finalmente parlano, più che altro.
Dopo anni di interventi focalizzati quasi solo sul tema delle migrazioni e dell’accoglienza allo straniero – tema pur evangelico, per carità -, la prima impressione che tanti devono aver avuto, leggendo il comunicato della Cei di ieri sera, è infatti che si trattasse di un tardivo pesce d’aprile o di qualche prete giornalista in preda ad un raptus antigovernativo. Invece era tutto vero: i nostri pastori si son scaldati. Il che, beninteso, è un bene. Non resta quindi che sperare che analoga chiarezza – così lontana dall’ecclesiamente corretto soporifero cui eravamo abituati – possa risuonare in futuri comunicati in favore del diritto alla vita e del diritto naturale. Intanto accontentiamoci, perché non tutta la pandemia vien per nuocere.
ritengo che sia tutta una pantomima , infatti dopo la nota della CEI , il comitato tecnico – scientifico ha precisato che persistono le criticità e che se ne parlerà al 23 maggio .
Ora , se la CEI fosse coerente , dovrebbe informare il governo che le celebrazioni verranno fatte comunque , che vi sono dei patti concordati tra Stato e Chiesa e che i cittadini hanno diritto al culto secondo Costituzione . Vediamoli alla prova del nove .
esatto. sparato il petardo torneranno ad accucciarsi.
magari mi sbaglio. magari
Questo intervento della CEI è sterile e tardivo. E’ una toppa peggiore del buco.
L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italia.
Ricordo che il 30 marzo Giuseppi Conte è stato ricevuto in udienza privata dal capo supremo; quindi il documento Cei vale solo come testimonianza. Entrambi che si sono incontrati mi ricordano il marchese del Grillo.
Caro Guzzo, lei è incredibilmente ottimista!!la Cei è la maggior responsabile di questa situazione e quindi complice!!!hanno avvallato senza se e senza ma l idea che le Chiese e le Messe potessero essere fonti di contagi incredibili!!!hanno accettato la sospensione dei funerali di persone morte nella solitudine piu assoluta e lontano dai loro cari!!!hanno accettato questa sospensione x i defunti e x i parenti dei defunti lasciati nella solitudine più totale del loro lutto!!!non hanno dato nessuna solidarietà a quei sacerdoti eroici e santi che hanno osato celebrare Messe con presenza di pochissimi fedeli e sono stati messi alla gogna dal potere mediatico!!!non hanno avuto nulla da dire in tutta la Quaresima e soprattutto non hanno avuto nulla da dire riguardo la Santa Pasqua!!!anzi in virtù del fatto che il nemico numero uno si è espresso x avere la possibilità di avere Celebrazioni Pasquali con presenza di fedeli subito si sono rivoltati parlando di senso di responsabilità!!!….si sono messi in sintonia con il teologo Fiorello invitando a pregare nel segreto del proprio bagno!!!..insomma non hanno detto NULLA ripeto NULLLA per far vivere a qualche fedele una Santa Pasqua più profonda!!!cosa vuole che sia la Celebrazione Eucaristica????e ora che raccolgono i frutti dei loro comportamenti…. cosa pretendono????????perché mai Conte e i suoi consiglieri dovrebbero consentire le Messe viste le convinzioni stesse dei Vescovi in queste settimane?????continuino i Vescovi ad esercitare il loro senso di responsabilità e a invitare i fedeli a pregare nel bagno di casa propria che tanto è lo stesso che partecipare alla Celebrazione Eucaristica!!!quello che conta è il cuore!!!non l Eucarestia!!!x finire….. da parte mia quest anno la Cei non avrà il mio 8×1000!!!è pochissima cosa!!!a loro interessa quello dei neo teologi che sono belli sostanziosi!!!del mio possono tranquillamente fare a meno!!!ma in coscienza non mi sento di darlo a questa Cei!!!!
Trovi davvero un bene che i vescovi “si scaldino”? Perché tutto mi è parso (arrogante, rabbioso,desideroso di far sentire il proprio peso) tranne che di un voler scaldarsi in modo puro ed innocente per un bisogno che tanti sentono. Certamente è vero che ogni fedele ha bisogno della messa, io in primis ne sento la mancanza, sebbene partecipi spesso a funzioni on-line. Perché mi manca quell’amore fraterno che sento nella mia comunità che stavo imparando a conoscere a piccoli passi. Ma davvero c’era bisogno di alzare i toni in questo modo? Riprendendo le parole di don Cristiano Mauri, anche io sento un “tradimento evangelico” in tutto questo. Sono cristiana, profondamente innamorata dell’Islam e di Cristo, ma in questo voler “essere di peso” in un gioco sostanzialmente di poteri, non vedo assolutamente una risposta ad una presunta lesione alla libertà di culto. “Chiudi le chiese e le aprirai in ogni casa”. Ed è esattamente quello che è successo. Non dico che il coronavirus sia un bene, assolutamente, ma posso testimoniare, io come molti altri, che ho finalmente ritrovato quel rapporto intimo con Dio che cercavo da mesi. E tutto ciò esula dalla messa in cui mi ritrovo a partecipare ogni sabato. Dov’è stata lesa esattamente questa libertà di culto? In casa mi ritrovo per una volta ad essere ascoltata dalla mia famiglia che addirittura partecipa insieme a me all’Eucaristia. Miracolo che il Signore ha compiuto nel piccolo della mia vita domestica. Questo è un momento unico che il Signore ci sta donando per riflettere, non per cominciare battaglie, come tristemente ho sentito dire da sacerdoti miei amici. Il vangelo non è mai stato pensato per essere imbracciato come arma, sebbene molti lo abbiano fatto. Se il governo ha preso queste scelte è per servire un modello capitalista della società che ovviamente non condivido, ma che mi trovo a dover rispettare in quanto Cristo per primo mi ha insegnato a “dare a Cesare quel che è di Cesare”. Certamente la Chiesa non dovrebbe ragionare secondo modelli capitalistici, ma nel momenteo in cui viene imposto un determinato decreto, non è forse Cristo stesso ad insegnarci l’umiltà e la mansuetudine? Non è forse Cristo che ci invita a cercarlo con più insistenza? Non è forse vero che tutto passa sotto le mani di Dio ed è da Lui permesso? Per questo in questo tempo, io credo che pù che interrogarci sul come far prevalere la vostra voce in una società che urla, scalcia e pretende di farsi sentire, dovremmo rimetterci alla preghiera, quella vera, non degli Ave Maria vuoti detti solo per non sembrare voci fuori dal coro, in una messa che nemmeno ascoltavamo più? Mi interrogo su tutto questo, e forse sono una pazza. Tuttavia so che non è alzando la nostra voce in risposta che il Signore ci ascolterà. P.S.: mi sono dimenticata di sottolineare una cosa: e se fosse stata la comunità islamica a far sentire la propria voce? Non credo sarebbe stata accolta allo stesso modo. E ancora, ti chiedo perdono per il tono un po’ acceso, non ho scritto così per andare contro quello che hai scritto, è che sento il bisogno di dialogo in questo tempo in cui mi interrogo spesso su queste cose e non solo. In realtà, molto probabilmente per mia mancanza di intelletto (dico seriamente, non in tono ironico), non ho ben capito quali siano le tue posizioni riguardo alla risposta del Cei. Per cui ci tengo a sottolineare che mi piacerebbe instaurare un dialogo riguardo ciò e non rispondere in modo maleducato. Se l’ho fatto, fammelo sapere, ti chiedo scusa in anticipo. Grazie intanto per l’articolo che ha innescato un dibattito costruttivo, diversamente da altri ambiti in cui non è così. Un caro saluto. Caterina.
E’ bello sapere che un’occasione tragica come un’epidemia abbia potuto riportare armonia e fede all’interno di una famiglia. Veramente Dio scrive dritto sulle righe storte degli uomini!
Tuttavia l’appello della Cei è da condividere in pieno, anche nel suo tono adirato, per nulla assente né in Gesù, né nei Profeti dell’Antico Testamento, né in innumerevoli Santi, checché ne pensi don Cristiano Mauri.
Andando a leggere il suo articolo, ho notato come mescoli poche affermazioni condivisibili con molte altre che non lo sono per nulla. Queste sono frutto, credo, della sua concezione dell’Eucaristia (neppure celebrata perché secondo lui senza popolo non ha senso, un’aberrazione teologica) e del sacerdozio (dice che occorre seriamente ripensarlo; aggiungo io, per renderlo sempre più simile a quello universale dei fedeli), che ne fanno un protestante piuttosto che un cattolico.
Così come esagera le difficoltà relative all’ottemperamento delle norme igieniche richieste: i parroci, lui compreso, hanno avuto due mesi di tempo per organizzare la ripartenza; in tutto questo tempo possibile non riuscire ad allestire una squadra di persone addette allo “smistamento” dei fedeli ed alla pulizia? Nessuno si è fatto avanti? Se così è, che specie di fedeli, incapaci di caricarsi anche un piccolo peso, vengono istruiti nelle nostre parrocchie? Don Mauri farebbe meglio ad interrogarsi su questo piuttosto che sul sacerdozio ordinato.
Per non parlare infine del fraintendimento (in buona fede?) dell’affermazione Cei sui legame tra vita sacramentale e assistenza agli ultimi. Tesi ovvia per un cattolico (è la grazia ricevuta in via ordinaria tramite i sacramenti che alimenta la carità del cristiano, gli permette di dedicarsi agli affamati, agli afflitti come a Cristo stesso e di perseverare in questo) ma che don Mauri vede come un ricatto.
In sostanza credo che lo “sfogo” di don Mauri sia viziato da motivi di ordine teologico molto distanti dalla preoccupazione per il virus: ridimensionare il ruolo dell’Eucaristia, liberare il cattolicesimo da una dimensione “sacrale”, trasformarlo in una Ong su scala globale.
Non avete capito nulla! Tutti quanti.
La CEI si è svegliata perché i vari parroci, curati e via via cantando, hanno finito i soldi……
L’ODIERNO CALVARIO DELLA CHIESA CATTOLICA ROMANA AD 2020.
Vale anche per voi di Famiglia Cristiana che da camaleonti che avete imparato molto bene come commerciare la religione servendo Dio e Mammaona, il Sacro e il Profano,la Carita’ e il Guadagno basta che arrivino le 30 monete d’argento del tradimento alla Fede Cattolica Romana.
Signori di dicasi Famiglia Cristiana, se conoscete qualche Vescovo della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) dite loro che invece di far tanto estetismo mediatico e telecomunitivo a riguardo l’emergenza Codiv-19 e chiusura delle Chiese si occupino dell’Errore e dell’Apostasia che entra sempre piu’ nella Chiesa Cattolica Romana. (Vera la pagliuzza nell’occhio, ma non vedono la trave che li accieca.) Il vero Lavoro=Vocazione dei Cani Pastori non e’ da una conferenza all’altra e dolce vitaa da impiegati religiosi. Puzzino di Pecora prima di tutto (Papa Francesco) ed ha ragione, meno male che abbiamo almeno che Pietro ci vede chiaro e tondo. Volete saperlo perche’ e’ un Papa che viene da molto lontano e non parte della cricca vaticana e puo’ procedere solo un passo alla volta per pulire/riformare la stalla che ha trovato.Non abbiamo bisogno di burocrati ma di Pastori del Gregge di Cristo. Se mi sbaglio chiedetelo a San Paolo Apostolo ve lo spiega lui cosa intendo scrivere. Cristo li chiamerebbe Sepolcri Imbiancati e Razza di Vipere, ovviamente non tutti. (Quando IO ritornero’ di nuovo sulla Terra in Potenza e Gloria trovero’ ancora Fede nella Mia Dottrina?) Cordiali saluti, Paul Candiago (candiago.p@bmts.com)