Da giorni, anche in persone intelligenti, sta prendendo piede una singolare tendenza: quella di associare in modo automatico la disciplinata permanenza a casa – interrotta solo da uscite brevi e necessarie – ad una silente sottomissione al governo Conte, al Grande Fratello o al Nuovo Ordine Mondiale. Non ti ribelli? Non protesti? Non gridi almeno via social il tuo disagio per la prigionia? Allora sei uno schiavo modello, perché ami già le tue catene. Questo il ragionamento, se così possiamo misericordiosamente chiamarlo. Certo che chi appoggia una simile linea, in più di qualche caso, lo faccia in deficit di lucidità perché stressato dal periodo, intendo evitare ogni tono polemico.

Ci tengo tuttavia a precisare che per più di qualcuno, tipo il sottoscritto, la grave responsabilità del governo Conte non sia quella di aver imposto una quarantena, ma di non averlo fatto prima. Bloccare prima – e magari non in misura graduale – le attività, avrebbe infatti con ogni probabilità consentito di arrestare meglio il contagio, anticipando la sospirata riapertura. Non solo. Faccio notare come la permanenza a casa e la prudenza, più che da Palazzo Chigi, siano quotidianamente caldeggiate da governatori regionali e sindaci di colore politico talora ben diverso da quello di Conte e dei suoi Ministri: anche loro vili fiancheggiatori dei Poteri Forti?

Dicendo questo, si badi, non s’intende minimizzare la responsabilità di alcuno né prendere nulla per oro colato, tanto meno iniziative discutibili, per esempio, contro le fake news (che, chissà perché, allignerebbero solo in Rete). Solo, prima di sparare a zero su chi con silenziosi sacrifici si attiene alle indicazioni istituzionali, forse occorrerebbe prudenza. L’Italia non era divisa tra paladini della libertà e sottomessi ieri e non lo è oggi. Inoltre, andrebbe ricordato come il Covid-19 sia un virus che, anche laddove non uccide, può comunque comportare gravi conseguenze: per maggiori informazioni, chiedere al cinquantenne Boris Johnson della sua recente gita in terapia intensiva. Quindi, prima di irridere la condotta altrui, ci vorrebbe un po’ più di rispetto. Per la realtà, s’intende.

Giuliano Guzzo

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