È grave? Sì. Può guarire? No. Vuole morire? Sì: ma via, che muoia, poveraccio. Lo schemino idiota con cui veniam addestrati ogni giorno (s)ragionare sul cosiddetto fine vita è precisamente questo. E non c’è obiezione che tenga: puoi invitare alla prudenza, esortare al ragionamento, citare fior di esempi ma niente: lo schemino è idiota, ma funziona. Eccome. Poi però ci son le storie, fatti di carne ed ossa, che raccontano un’altra verità. Per esempio, la verità di Stefano Gheller, 46 anni, di Cassola, nel Vicentino, un uomo affetto dalla nascita di una grave forma di distrofia muscolare che lo ha immobilizzato, ancora quattordicenne, sulla sedia a rotelle dov’è tutt’ora, con tanto di respiratore.
Ebbene, Stefano Gheller nel dicembre scorso voleva morire. In Svizzera. E lo voleva sia sulla base delle sue condizioni – inguaribili – sia per via di tante privazioni. «Non ho mai fatto una vacanza», diceva, «non ho i soldi per pagarmi una maglietta nuova o una pizza, devo chiedere aiuto per tutto, spesso affidandomi ad amici caritatevoli, perché con la pensione che mi passano riesco a malapena a pagare le tasse e una badante che stia con me la mattina e la notte». Bene, secondo lo schemino idiota di cui sopra ora Gheller dovrebbe essere morto in Svizzera, magari con qualche politicante al seguito pronto a far sceneggiate pietose, eccetera. Invece non solo è vivo, ma ha cambiato idea e vuol vivere.
La notizia l’ha data ieri Il Giornale di Vicenza. «Non lo avrei mai creduto», ha dichiarato, «ma tutte le testimonianze di affetto e vicinanza ricevute negli ultimi mesi, mi hanno fatto capire che forse la mia vita merita di più, che forse anche io ho ancora il diritto di sognare. Da quanto ho raccontato la mia storia, in tantissimi sono venuti a trovarmi o mi hanno scritto […] Prima ero solo […] poi, all’improvviso, la mia vita è diventata piena». Gheller ha inoltre raccontato la visita del vescovo di Vicenza, mons. Pizziol: «Prima di parlare con lui ero arrabbiato con Dio […] adesso molti dei demoni non mi danno più fastidio». Insomma, la Svizzera può attendere. Lo schemino idiota pure. E quando lo risentiremo, raccontiamo, raccontiamogli, raccontiamoci di Stefano. Fatti, non scorciatoie.
*****
«Da leggere!» (Diego Fusaro)
«Un libro pieno di chicche» (Rino Cammilleri)
«Un viaggio tra vicende note e meno note con lo scopo di aiutarci a sviluppare il senso critico» (Aldo Maria Valli)
Ordinalo in libreria oppure acquistalo subito su Amazon
La vera solidarietà permette il dischiudersi di prospettive e orizzonti prima sconosciuti; talvolta, riesce persino ad anticipare i finti paladini della misericordia che, come avvoltoi, sono sempre pronti ad avventarsi sulla “preda” per promuovere la loro distopica visione della vita che, naturalmente, a detta loro, si conclude nella pace della bara.
L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italia.
L’ha ripubblicato su Organon.