I resoconti susseguitisi dell’omicidio di Luca Sacchi, il giovane di 24 anni ferito da un colpo di pistola alla testa durante una rapina nella tarda serata di mercoledì a Roma, in zona Caffarella, – e deceduto poco dopo in ospedale –, hanno dato luogo ad un vergognoso teatrino mediatico (ad opera dei vari Huffington Post, Open, La Stampa, ecc.) che ha sottolineato ripetutamente e con forza due aspetti di questa tragedia: il fatto che la vittima avesse «idee sovraniste» e la nazionalità  «italiana» dei sospettati dell’aggressione.

Ora, che cosa c’entrino le «idee sovraniste» di Sacchi con la sua drammatica sorte è un mistero insondabile. Un mistero si spiega solo con quella religione globalista che permea i grandi media e che eleva il sovranismo a peccato originale che degrada chi ne è segnato. Hai «idee sovraniste»? Ci dispiace per te: sei un minus habens. Così oggi sragionano tanti operatori dell’informazione, intellettuali, perfino sacerdoti ed esponenti del mondo cattolico. E così si spiega la del tutto irrilevante e gratuita sottolineatura del pensiero politico del giovane ucciso.

Allo stesso modo, c’è da chiedersi il senso di quel titolone «caccia a due italiani» che Huffington Post ha proposto ai suoi lettori negli aggiornamenti sull’omicidio Sacchi. Un titolo di chiara matrice razzista e di gravità inaudita – per un «caccia a due africani» o «caccia a due dell’est» si sarebbero stracciati le vesti l’Ordine dei giornalisti, la brigata Boldrini, il Quirinale, forse perfino l’Onu -, per cui nessuno chiederà scusa; anche perché non è stato solo Huffington Post a calcare la mano sulla nazionalità dei presunti colpevoli dell’omicidio del giovane ventiquattrenne. Più testate hanno fatto lo stesso. D’accordo, ma a che pro?

Vogliono convincerci che pure gli italiani delinquono? Ma lo si sa. Se invece si vuole evidenziare che gli italiani delinquono come gli immigrati, allora si vuole mentire: «Su 28 paesi europei per cui si hanno i dati», ha spiegato il sociologo Luca Ricolfi, «il tasso di criminalità relativo agli stranieri è sempre (tranne in Irlanda e in Lettonia) superiore a quello dei nativi. In media gli stranieri delinquono 4 volte di più, con punte di 12 in Grecia, 7 in Polonia, 6 in Italia, 5 nelle civilissime Svezia, Austria, Olanda». Il giochino di ridimensionare la portata criminale dell’immigrazione demonizzando il popolo italiano è dunque truffaldino.

Ciò nonostante, è difficile non rimanere colpiti – davanti a quei «idee sovraniste» e «caccia a due italiani» – dall’italianofobia che oggi scorre copiosa nelle redazioni di molti giornali. C’è infatti un odio evidente, chiaro, ormai dichiarato da parte di un sistema di informazione che, come ho cercato di spiegare anche nel mio ultimo libro, è regredito nella propaganda. Nello specifico, nella propaganda anti italiana e anti sovranista, che è un po’ la stessa cosa dato che alla radice  di entrambe c’è un comune disprezzo per un’identità, una bandiera, una patria. C’è solo da sperare che molti lettori si accorgano di queste manipolazioni, prendendone rapidamente le distanze.

Giuliano Guzzo