La Corte costituzionale ha preso in giro tutti. Ha preso in giro il Parlamento, del quale ha dichiarato «indispensabile» un intervento legislativo anche secon la pronuncia di ieri – pur non essendo stato dichiarato incostituzionale l’articolo 580 del Codice penale – una legge c’è ed è quella che, a certe condizioni, consente il suicidio assistito. Ha preso in giro gli italiani ai quali ha fatto credere d’aver fissato dei paletti – la consapevolezza del paziente sottoposto a trattamenti salvavita e la presenza di patologie irreversibili con sofferenze fisiche e psicologiche – ad una pratica che una volta introdotta si presta a innumerevoli abusi, come prova l’esperienza non di uno ma di tutti i Paesi dove ciò è avvenuto.
Ha inoltre preso il giro lo stesso buon senso quando, nella nota stampa, ha parlato di non punibilità di chi «agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formato»: ma quando mai un proposito di morte – in un mondo dove se sei malato o disabile passi sempre più come un peso – si forma «autonomamente e liberamente»? Forse accade nelle favolette dei radicali, ma la realtà è un’altra cosa. Come se non bastasse, la Consulta ha preso in giro pure i malati quando si è detta preoccupata per i «rischi di abuso nei confronti di persone specialmente vulnerabili»: peccato che questi «rischi» non siano accidentali o collaterali ma connaturati al cosiddetto diritto di morire.
Non è un caso che quando, nel maggio 2018, lo Stato di New York ha discusso un disegno di legge sul suicidio assistito a protestare non siano stati dei cattivoni fondamentalisti bensì dei disabili. A guidare la mobilitazione per conto di Not Dead Yet, per l’esattezza, c’era Anita Cameron, 53 anni, Lgbt di colore colpita da disabilità multiple (sclerosi multipla, atassia cerebellare congenita e diabete). Queste le sue parole: «La mia prima ragione di opposizione a questo disegno di legge e ad altri simili è che esso costituisce una minaccia per le persone disabili, di colore e del ceto popolare». Il suicidio assistito è solo un modo per toglierci dalle spese, ha insomma urlato ai quattro venti la Cameron.
Ne sanno qualcosa in Canada, dove hanno addirittura già fatto i conti. Uno studio apparso nel 2017 sul Canadian Medical Association Journal ha infatti stimato in 138 milioni di dollari annui il risparmio cui, a regime, potrebbe portare l’eutanasia. Per maggiori informazioni, rivolgersi ai parenti di Sean Tagert, un malato di Sla di 41 anni della British Columbia che poche settimane fa ha chiesto ed ottenuto la «medically-assisted death» non perché piegato dalla sofferenza, ma perché abbandonato dallo Stato in condizioni critiche senza potersi pagare l’assistenza domiciliare. Perciò ha preferito morire. Andate quindi a parlare ai parenti di Tagert di «rischi di abuso», cari giudici, vediamo che vi rispondono.
E se il Canada pare troppo distante, beh, allora guardate l’Olanda e rivolgetevi ai cari di Godelieva De Troyer, uccisa nell’aprile 2012, a 65 anni, da un medico solo perché depressa – e senza neppure che i figli ne fossero prima informati. Oppure chiedete alla dottoressa Berna van Baarsen, medico e bioeticista olandese che, dopo anni di servizio ha abbandonato il suo comitato etico regionale perché disgustata dalle troppe spine staccate senza alcuna richiesta di consenso: forse saprà dirvi qualcosa sui «rischi di abuso». Anche se ormai è tardi, dato che la Consulta ha già preso in giro tutti e non ci resta che l’amarezza per tutta quell’ignoranza bioetica che ha ormai fatto il nido nelle corti più alte.
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«Da leggere!» (Diego Fusaro)
«Un libro pieno di chicche» (Rino Cammilleri)
«Un viaggio tra vicende note e meno note con lo scopo di aiutarci a sviluppare il senso critico» (Aldo Maria Valli)
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il diritto al siucidio è controverso . Se un militare si suicida e gli va a male ha partecchi anni di galera da fare perchè dice l’Arma “la vita tua non ti appartiene” ma se ti lancia in una operazionesuicida in guerra e ti rifiuti ti spara sedutastante. In Germania il suicidio, se ti ca male, costa molti anni di porigionia , Quanti centinaia di suicida ci sono ogni anno in itlia? Parecchi e sono in aumento per le condizioni sociali disagiate. Quanti industriali? parecchi ecc ecc Il suicidio non è obbligatorio ma se ilpaziente lo chiede mancano le leggi e i medici, quindi ci si lancia dalle finestre o ci si lancia contro altri in macchinna. il suicidio è un mondo vasto e complesso e spesso non abbiamo il diritto di interferire.
Zenit Editors,
the lukewarm Faith in the Christians is a less problem/s in the agony of Roman Catholic Church of our days.
The real cancer are the Errors, the Apostasy and the prevarication to the living of a Christian Life that start from the Seminaries and Convents responsible for the formation of Priests and Religious persons.
Future Pastors and Religious People that need to have, and freely accepted, obligations, fidelity and obedience to the Word Tradition Magisterium as per the Roman Catholic Church Mather Teacher as an unbreakable Deposit of the Faith= Good News not to be confused by differ modes of modernism.
From these infirmities came all the rest of the catechetical confusion in which we are living our troubles times………and the losso of True Christian Faith.
The Ecclesiastic Body in Charge of the Orthodoxy and Integral observance of the Good New sleep in their offices. (Not all)
Greetings Paul Candiago
(candiago.p @bmts.com)
“Non abbiamo il diritto di intervenire” significa fregarsene di chi sta male.
Da quando è uscita questa sentenza vi sono state molte ovvie critiche del mondo cattolico. Ho letto più volte la nota della CEI, poi i medici cattolici, e poi via via i vari siti cattolici….non ultima la NBQ ed ora anche lei, Guzzo.
Devo dire che tranne eccezioni tutti fanno delle critiche anche condivisibili. Si parla infatti del rischio enorme che questa legge produca una serie di conseguenze nel comportamento della società che inducano il suicidio, e delle distorsioni che leggi simili hanno avuto in altri paesi.
Ponendo l’accento sui rischi però non ci si rende conto che si sta avvalorando la tesi della liceità dell’istanza .
Perchè se il problema è l’inapplicabilità di una legge su questo argomento, vuol dire che la richiesta di fondo di alcuni malati ed alcune persone avrebbe un fondamento morale lecito, seppur non accontentabile senza rischi di far ancor peggio.
Se quindi anche i cattolici si concentrano sui casi di deviazione accaduti in altri paesi e su cosa potrebbe avvenire da noi etc etc, vuol dire che sotto sotto pensano che il problema ci sia, seppur non risolvibile dal punto di vista pratico.
Anni fa lo stesso mondo cattolico avrebbe posto l’accento sul divieto morale di aiutare qualcuno ad uccidersi. Oggi pone l’accento sulla impossibilità di portelo fare senza correre dei rischi, avvalorandone implicitamente la moralità in casi estremi.
L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italia.
la vita è sacra dal concepimento alla morte naturale. Per me come cattolica è certo che aborto e suicidio restano assassini e che i medici e paramedici che commettono questi delitti sono assassini indipendentemente dalla perseguibilità penale
ti sei dimenticata dei giudici… veri artefici di questo pensiero di morte
Hai ragione: quanto male può essere espresso anche distorcendo diritto e giustizia
La vita è un dono e va custodita fino alla fine.
Ma oggi la sofferenza viene vista come un fastidio inutile, allora molti pensano di risolvere con un suicido, sono persone che hanno bisogno d’amore, e cure, per aiutale in ogni condizione.
Pienamente d’accordo.