«Mi dispiace, ma la casa è una casa di sinistra dove le opinioni politiche contano molto». Così si è sentita rispondere Jessica Polo, la consigliera comunale di 26 anni della Lega Minerbe che, diventata assistente dell’eurodeputato Paolo Borchia, si è messa a cercare casa a Bruxelles, confidando nei connazionali là residenti. Probabilmente ignorava, la giovane, la stranezza degli italiani all’estero, i soli misteriosamente ancora in grado di votare in massa Pd (32,7% alle ultime europee); o forse ne era consapevole, ma ha voluto rischiare.
Ad ogni modo, ora che ha sperimentato la simpaticissima tolleranza dei tolleranti, l’apertura mentale di quelli che non vogliono frontiere ma si tengono ben stretti i loro pregiudizi, ora che insomma si è resa a sue spese conto di come va il mondo, la giovane consigliera ha dichiarato che proverà a cercare un tetto rivolgendosi «ai non italiani». Qui però ammetto di non seguirla, e di non capire bene che cosa intenda: quelli che antepongono l’odio politico alla comunanza di patria, quelli per cui le stesse origini contano niente rispetto alle idee diverse sono forse italiani?
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Bene!
D’ora innanzi nessuno abbia alcunché da ridire se qualcuno non affittasse a negri, omosessuali, femministe… altrimenti segua il consiglio del Poletti e se ne vada a Bruxelles!