Pensavo che l’idea di un cimitero senza croci – come vorrebbero fare a Pieve di Cento (Bo), installando nella cappella una copertura amovibile dei segni religiosi – fosse il peggio. Ma avevo dimenticato la realtà di menti senza buon senso. Infatti, quello che teoricamente è «un sistema di oscuramento motorizzato con teli di tessuto sintetico per coprire temporaneamente le tombe di famiglia situate alle pareri della cappella» (Cronache del comune di Pieve di Cento, n.1 2019, p.6), in pratica è un sistema di oscuramento della nostra dignità, della nostra civiltà e ovviamente della nostra fede. E’ lampante. Eppure c’è chi arriva a non capirlo, come la piddina Alessandra Moretti, la quale in tv, giorni fa, è arrivata ad affermare la presunta innocuità di questa vera follia.
Ovviamente il pretesto accampato dalla politica vicentina per difendere l’indifendibile è la solita manfrina delle sensibilità altrui da non turbare, perché della sensibilità dei cattolici, invece, chi se ne frega. Ma anziché soffermarmi sulla Moretti – sparare sulla croce rossa dovendo pure oscurarla sarebbe disagevole -, preferisco dilatare lo sguardo perché il problema non nasce a Pieve di Cento e neppure, stavolta, nel Pd. Non prendiamoci in giro. Il punto vero sono le chiese vuote, i confessionali deserti, i cimiteri visitati solo il primo novembre. Del resto, se ci si azzarda anche solo a pensare di eclissare anche solo temporaneamente le nostre croci, è perché un’eclissi, altrove, è già iniziata. Riflettiamoci, perché è dura proteggere dalle minacce dell’islamismo e dalle erbacce del progressismo una fede disabitata. Di tempo ne abbiamo già perso abbastanza.
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Qui, Giuliano mi trovi d’accordo.
Ho appena seppellito mio fratello senza croce. E passato un anno e le tombe dei vicino sono tutte crocifisse.
Ti dirò, mi piace il paesaggio cimiteriale milanese “Cimitero Musocco” crocifisso con tanto di Angeli e arcangeli. Da noi c’è di tutto.
Dieci tombe più in la c’è un meccanico fotografato a rilievo mentre sta facendo la grigliata e la cosa che mi ha dato da pensare fu la sua morte per indigestione. Il fondo, oltre il Camposanto, attraversata la strada c’è il Cimitero Ebraico. E’ senza croci, ma comunque solenne.
Io penso che quel pidiessino e la sua squadra di eletti, siano la rappresentanza di un popolo di Asini.
So che il tuo Gesù dovette scappare appena nato sul dorso di un asino e rientrò dopo 30 anni a Gerusalemme sul dorso di un asino bianco. Ma sinceramente non ricordo di aver mai visto nella storia dell’Arte un dipinto che rappresenti Gesù che porti sulle spalle un Asino ne prima ne dopo la sua morte.
Ricordo anche di un “Cristo” che si spaccia artista che ha imbalsamato di tela il parlamento tedesco, cattedrali, monumenti e altro. Non è che il PD diventando un partito di poveri cristi si sia montato la testa pensando di essere anche artisti magari della corrente concettuale di Cristo? Se si allora verro ad asfaltare di catrame il fiume RENO come ha fatto Cristo sul lago d’Iseo. Tutto ciò per non far bagnare i piedi al sindaco qse mai volesse camminare sulle acque. Qui, Giuliano mi trovi d’accordo.
Ho appena seppellito mio fratello senza croce,
E passato un anno e le tombe dei vicino sono tutte corcifisse.
Ti dirò, mi piace il paesaggio cimiteriale milanese “Cimitero Musocco”. C’è di tutto.
Tre tombe piu in la c’è un meccanico fotografoato mentre sta facendo la grigliata e la cosa che fa penzare è la sua morte per indigestione.Il fondo, oltre il Camposanto, attraversata la strada c’è il Cimitero Ebraico. E’ senza croci ma comunque solenne.
Io penso che quel pidiessino e la sua squadra di eletti siano la rappresentanza di un popolo di Asini.
So che il tuo Gesù dovette scappare appena nato sul dorso di un asino ed entrè 30 anni dopo in Gerusalemme a cavallo di un asino; ma non ricordo di aver mai visto nella storia dell’Arte, un dipinto che rappresenti Gesù che porti sulle spalle un Asino.
Ricordo anche di un Cristo artista che ha imbalsamato di tela il parlamento tedesco, cattedrali, monumenti e altro. Non è che il PD diventando un partito di poveri cristi si sia montato la testa pensando di essere artista della corrente del concettuale Cristo?
Se così fosse, animeremo una campagna per catramare il loro fiume Reno per asfaltarlo affinché nel passeggiare il Sindaco con Nostro Signore attraversando il fiume, si dovessero bagnare i piedi…
Insomma. non è possibile lasciare quel fiume bagnato come il Giordano … non è democratico.
Spero di non aver dato a quegli Asini una folle idea…
No il problema si chiama proprio PD, Moretti e pure Bassetti che gli fa propaganda.
Ma le proteste in Italia se non sono istigate non sono mai spontanee. Fanno far tardi a cena.
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E siamo ancora qui a tentare di proteggere dalle minacce dell’islamismo e dalle erbacce del progressismo una fede disabitata. Più che la protezione, forse a tema deve essere messa la fede. Disabitata. “Oggi la salvezza si è fermata in questa casa”. Sono interessato alla salvezza in casa mia? Suscita interesse la buona notizia per le mie giornate? E’ attraente il fatto che la salvezza oggi si sta fermando a casa mia? La salvezza arriva fino a me passando attraverso la Croce. La Buona Novella sbatte in faccia la realtà umana per quel che è: fatta anche di tradimento, abbandono, miseria, lapidazione imminente, lavare i piedi, perdono dei nemici, beatitudini quanto meno strane… E’ davvero la minaccia dell’islamismo da cui devo proteggere la mia fede, oppure è il crescere nell’innamoramento, nelle ragioni che mi spingono a rimanere nel Suo amore? E’ forse il mio “sì” che devo e voglio far crescere: il mio sì verso questa Buona Novella. Verso questa salvezza che si ferma a casa mia, si ferma in mezzo alla mia lotta che mi vede cadente ogni quattro minuti. La lotta è tutta tra il credere, il consegnarmi al fatto che il sepolcro è vuoto, oppure è ancora con qualcosa dentro. Sono chiamato personalmente ad accettare la tomba vuota e quindi a cercare fuori, il Vivente. Oppure rimango sepolto con quello che io non accetto di lasciare, con tutto quello che mi porto dietro. Non è facile per me abbandonare il sepolcro, non è facile lasciare il lettuccio a cui si è legati da anni di paralisi. Non è facile credere alla vita nuova che viene incontro, non è facile credere all’amore di Dio che crea e continua a creare in ogni momento, per la felicità adesso. Non è facile abbandonarmi all’amore di Dio che viene fin dentro i personali fallimenti e li prende su di sé. Non è facile credere che consegnando quella miseria che sono, Lui mi trasformi. Non è facile abbandonarsi alla realtà della risurrezione, una realtà che non dipende da me, ma che appartiene ad un Altro. Non è facile credere alla pietra che è stata rotolata dal sepolcro, rendendolo vuoto, libero, oggi per me. Sono spesso disorientato e smarrito davanti all’amore di Dio che mi chiama a lasciare i miei sepolcri, ad aprirmi alla vita piena. Il dono della Pasqua è la pietra rotolata, è il sepolcro vuoto. Una tomba vuota, un buco, uno spazio aperto: e io mi ritrovo smarrito perché mi è più comodo cercare ancora il cadavere, perché mi rassicura in fondo cercare tra i morti, tra i miei fallimenti. Nei miei inciampi di tutti i giorni non mi è facile credere e appoggiarmi a un Dio che se ne poteva stare bene e comodo dove era e invece scende nella stalla della mia giornata, in mezzo alla merda del mio limite e non ci sputa sopra, ma anzi gli versa sopra tutto quanto il suo sangue per redimermi. Allora, ha ancora senso nascondersi dietro il dito puntato verso l’Islam o nascondersi in mezzo alle foglie, non di fico, del progressismo? Un po’ di sana onestà creaturale, diamine! E allora la proposta che le faccio, Giuliano, è prima di entrare in chiesa, prima di pregare nei cimiteri e prima di confessarsi, di provare a stare davanti alle ferite dei chiodi: la Buona Novella. Le sue ferite sono varchi. Sono feritoie da cui passa la luce del Suo amore. Sono feritoie che illuminano le mie ore: da esse passa la divina misericordia. Il costato aperto rivela le viscere materne di misericordia. È l’utero di misericordia che intesse il mio respira, affinché io possa nascere di nuovo… Le sue ferite visibili nel mio incedere claudicante. Le sue ferite sono il luogo dove abbracciare e portare anche a casa del fratello quel briciolo di salvezza che ho accettato di far entrare in casa mia. A casa del fratello, fermandosi a lavargli i piedi. E allora l’Islam non sarà un ostacolo, ma un fratello. Un fratello perché è lì il Vivente. E allora smetteremo di cercare tra i morti, tra i fantasmi del progressismo, quello che non va nella nostra fede. Ma ci fermeremo prima sotto il costato aperto dal quale scende sangue e acqua, poi, lavati noi, ai piedi del fratello…
Buona Pasqua!
Riguardo i cimiteri. Un tempo, quando la religione cattolica era rispettata, i fedeli quando morivano venivano portati al “camposanto”. Premesso che ho cercato di documentarmi solo per l’occasione, il Codice di Diritto Canonico ha un capitolo proprio sui cimiteri, dove al can. 1243 si parla di “tutela e rispetto della loro indole sacra”.
Riguardo la copertura dei segni religiosi. Aggiungo un dubbio: in occasione degli incontri interreligiosi di Assisi, i simboli cristiani vengono lasciati al loro posto?
Mi rendo conto sempre di più che quelli che dicono di voler unire, in realtà sono quelli che vogliono dividere, spesso creando discriminazioni. Un esempio: arcivescovo di Milano Mario Delpini che benedice i morti di una parte ignorando i morti dell’altra parte; del resto, il suo predecessore auspicava più moschee.