Esortazioni al veganesimo additato a via salvifica, riesumazione di slogan settantottini, lagnanze contro il «futuro rubato». Si è visto e ascoltato un po’ di tutto, oggi, nelle piazze italiane. Eppure, al tempo stesso, non c’era nessuno. Nessuno che si sia chiesto se quelli esibiti fossero, oppure no, fogli di carta riciclata colorati da giovani che si muovono solo su ecologiche biciclette senza avere in tasca neppure uno di quegli smartphone per realizzare i quali occorre un consumo di energia enorme, pari a dieci anni del loro utilizzo (Journal of Cleaner Production, 2018).
Nessuno, poi, che si sia interrogato su chi c’è dietro la piccola Greta Thunberg, divenuta una star mondiale alla velocità delle luce; nessuno tranne il mio amico Roberto Vivaldelli, giovane ma già valoroso giornalista che ha scoperto strani legami tra la l’esposizione mediatica della ragazzina, le vendite del nuovo libro della madre – che, coincidenza, è la celebre cantante Malena Ernman – e gli affari di Ingmar Rentzhog, esperto di marketing che ha appena lanciato la sua start up.
Infine, nessuno che abbia denunciato la pericolosità di utopie della serie «salviamo il mondo»: e pensare i frutti della rivoluzione dei costumi, l’ultima di queste illusioni, sono ancora sotto gli occhi di tutti, con Aids e aborto legale che, nei decenni scorsi, hanno fanno più morti delle due Guerre mondiali. Nessuno che abbia fatto nulla, insomma, eppure i grandi media tutti lì a riprendere, esaltare, magnificare. Ecco perché a questa lotta per il clima non credo. Ecco perché crederò alla lotta all’inquinamento quando, prima di auto e moto, ci chiederanno di spegnere la televisione.
Qualche domanda me l’ero fatta anch’io. Grazie per le risposte.
I gretini hanno “riempito” le piazze…
P.S.: ’68+’77=”settantottini”? 😀
I giovani, come sempre nella storia, sono le prede più facili da raggiungere e strumentalizzare per tutti gli ISMI creati dai manovratori oramai neanche più tanto occulti.
I giovani hanno molta ingenuità ed entusiasmo ed invece di proteggerli e dirigerli li buttiamo in pasto al primo ISMO che passa.
È giusto manifestare per i propri ideali, io stessa l’ho fatto spesse volte, ma occorre farlo con discernimento e capire prima chi manovra i fili e se è il caso di “farsi manovrare”.
Grazie Giuliano!
Credo che molti di loro abbiano approfittato di questo evento per perdere un giorno di scuola. Vorrei vedere quanti sarebbero stati a manifestare in un giorno non di scuola…è come quando i sindacati organizzano lo sciopero dei lavoratori di venerdì… chissà perchè.
Sarebbe stata più credibile, la protesta, se armati di sacchetti biodegradabili la domenica si mettessero a ripulire le loro città dalla mondezza lasciata per strada.
Così nessuno penserebbe alla solita scusa per marinare la scuola.