Che Cesare Battisti sia stato finalmente catturato, inutile girarci intorno, è senza dubbio una buona notizia, il segno di un 2019 iniziato come si deve. Certo, probabilmente si poteva fare in modo che quei 37 anni di scorribande e fughe si interrompessero un po’ prima. Ma si vede che era destino che dovessero salire al potere quei cattivoni dei sovranisti, per poter mettere le manette a un signore condannato per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso. Prima, infatti, non è stato possibile farlo. Come mai? Per una ragione semplicissima, che è del tutto banale ripetere talmente è ovvia: il signor Battisti ha avuto le spalle ben coperte. Da chi?

Ma da tutto un sistema di potere, che va da Carla Bruni all’ex presidente Lula fino a quegli intellò che per il criminale di Cisterna di Latina hanno sempre avuto un debole. Lo attesta un vergognoso appello del 2004, con cui tutta una serie di illuminati – da Vauro a Pennaca, da Scarpa a Saviano (che però nel 2009 ritirò la firma) – per Battisti chiedeva addirittura la libertà. E lo provano pure alcune dichiarazioni surreali, tipo quella dello scrittore Christian Raimo, in queste ore davvero inconsolabile («non ho mai festeggiato per la galera a qualcuno. Per me l’ergastolo andrebbe abolito, per me andrebbero abolite le galere»), e alcuni titoli agghiaccianti, che stanno dipingendo il soggetto come un «ex terrorista».

«Ex terrorista»? E per quale motivo? Risulta che Battisti abbia mai chiesto scusa per i suoi crimini? Ha mostrato segni di pentimento? Affatto. Anzi, ancora nell’ottobre 2017, incontrando un giornalista in un bar vicino a San Paolo, il pluriomicida se la rideva promettendo: «Non tornerò mai in Italia». Purtroppo per lui questa promessa non la potrà mantenere, dato che è in volo verso la nostra penisola. Tuttavia, la comprensibile gioia – soprattutto quella dei parenti delle vittime – per l’arresto di quest’uomo, non deve farci perdere di vista un fatto centrale e vergognoso: per decenni costui è stato il beniamino di una certa sinistra. La stessa che ci invita all’accoglienza dei migranti di tutto il mondo ma non ha mai avuto fretta di accogliere l’«ex terrorista». Chissà perché.

Giuliano Guzzo