Dopo che Germund Hesslow, professore di Neurofisiologia all’Università di Lund, in Svezia, nei giorni scorsi è finito sotto inchiesta per aver parlato delle differenze biologiche tra i sessi, adesso è il turno di Alessandro Strumia, professore dell’Università di Pisa, anch’egli finito nel tritacarne mediatico per aver esposto, in occasione di un recente convegno organizzato dal Cern a Ginevra, 26 slide che affermano che la fisica non è sessista e che, soprattutto, uomini e donne sono differenti. Un dato di fatto ribadito da fior di scienziati e a cui, nel mio piccolo, ho dedicato un intero libro, Cavalieri e principesse, che ho voluto medievale nel titolo immaginando la più demenziale delle critiche che avrei potuto ricevere da parte chi si ferma alla copertina.
Ciò non toglie, sia chiaro, che Strumia sia stato particolarmente coraggioso, anche se proprio non vedo come si possa negare il fatto che la fisica sia ambito di interesse prevalentemente maschile. Per dire, ai tempi dell’università i miei amici studiosi della disciplina di Einstein non facevano che lamentarsi dell’assenza di ragazze, spesso e volentieri cercate altrove; inoltre su circa 200 Nobel del settore appena due sono donne, e si eviti di stressarmi con la storiella del sessismo perdurante: Marie Curie venne premiata nel 1903 (e per la chimica nel 1911). Onore comunque al fisico ribelle, capace di spingersi oltre il conformismo e oltre il boldrinismo (mi scuso per la ripetizione), fino alle critiche dalla grande stampa, fino a farsi sospendere «con effetto immediato». Meglio sospesi per la verità, che aggrappati alla menzogna.
Gentile Giuliano Guzzo, la prego di notare che le reazioni contro Strumia non sono affetto dettate dai dati che ha presentato, ma dall’interpretazione, polemica e offensiva, oltre che discutibilissima, che ne ha fatto.
Il primo dato, quello più scandaloso, è stato l’attacco personale che Strumia ha portato contro le sue colleghe donne che parteciparono, vincendoli, a concorsi in cui anche lui era candidato. Pur non avendone fatto i nomi, non è difficile sapere di chi si tratti e certo i colleghi di queste ricercatrici sono al corrente della loro connessione con le insinuazioni di Strumia, che causano un grave pregiudizio.
L’interpretazione del paradosso del gender gap (dato noto da anni) che Strumia ha fatto è polemica e personale e il dato non può giustificare le ripercussioni sociali della sua affermazione che resta quindi eticamente grave e non provata, ma semplicemente una delle possibili.
Le donne vincitrici del Nobel sono 3 da questa settimana e le pressioni che ha ricevuto Marie Skłodowska, vedova Curie (il marito, solo “Curie” e non “Skłodowska” a sua volta…), sono ben documentate. Soffri di una accesa opposizione accademica e sociale (v. la relazione che, da vedova, ebbe con Paul Langevin).
Onestamente se quello odierno è un paradosso del gender gap nelle STEM è oltremodo sciocco prendere come argomento in blocco la lista dei Nobel, che esiste dal 1901, mentre fino al secondo dopoguerra a moltissime donne in Europa i mariti erano imposti e non avevano il diritto nemmeno di votare.
Che esistano differenze tra i sessi, delle differenti aspirazioni tra maschi e femmine nessuna voce realmente autorevole ne ampia corrente di pensiero lo nega. Il paradosso del gender gap lo evidenzia, ma di lì a sostenere che nella fisica, nelle STEM e ancor più nella società in generale le donne non siano soggette ad alcun pregiudizio è francamente assurdo.
A mostrarlo chiaramente ci sono eloquenti campagne pubblicitarie, concorsi di bellezza, dove le donne sono trattate alla stregue di oggetti o graziosi e abili cani di razza. Poi gli stereotipi sui ruoli nelle famiglie e il gap tra salario (orario, al netto di part-time) di maschi e femmine a parità di mansione. Infine il fatto che Strumia è, nonostante le sue idee, un influente personaggio del settore e il suo intervento pone più qualche quesito sul pregiudizio che possa nutrire verso un candidato femmina che ha l’occasione di valutare.
Ancora!Lei,palesemente soffre di un deficit conoscitivo regresso.Parla di campagne pubblicitarie “dove le donne sono trattate alla stregue di oggetti o graziosi e abili cani di razza” .Forse che le neglette hanno tutte una pistola puntata alla tempia?Ha mai parlato con una di queste “reginette”?Ma per favore!Riecco il suffragetto di turno,tutto inebriato dal puritanesimo alla me too.Lasci perdere.Non siete più originali.
Saluti
Vuole forse negare questa evidenza? Non servono pistole alla tempia per molestare le donne (v. caso Weinstein). O magari mi racconterà che le prostitute lavorano perchè vogliono prostituirsi di buon grado?
Per lavori meno estremi, ma similmente umilianti, basta la pressione sociale (ed economica, giacchè le donne guadagnano meno e sono più disoccupate) per far cedere una ragazza, magari giovane e con pochi mezzi economici, ad accettare offerte di “lavoro” che un uomo non riceve nemmeno, tanto sono squalificanti.
Magari reggere un ombrellino o passare la magnum di spumante al campione delle corse, con rituale minigonna e mini maglietta (poi bagnata), ovviamente solo se 90-60-90 è sul “curriculum”. Tutto benissimo secondo lei…Ci vorrebbe sua figlia o sua moglie o suo figlio in shorts a farsi umiliare in quel modo? No? Ecco.
Il problema è grave e basta un po’ fantasia e accendere la tv, sfogliare una rivista o farsi un giro in auto, per notare come le stesse campagne, con un protagonista maschio sarebbero inimiagginabili. Apra gli occhi e la smetta di negare la realtà solo perchè è abituato ad essa e non vuole ammettere che sia sbagliata.
Incredibile.Ma Lei ha il cervello a tenuta stagna?Vede io contariamente a Lei ed alle sue convinzioni,dove l’equilibrio latita,posso tranquillamente affermare che sì;vi sono donne che si prostituiscono di buon grado.E uomini che a loro volta di buon grado si prostituiscono.Sono scelte personali.Non spetta certo a me tracciare il confine.Ovviamente.Ha mai sentito parlare,che so,per esempio,di pornostar.E degli attori porno?E dei rent-boy?E cosa sono le pornostar,gli attori porno,i rent-boy, se non delle prostitute/i?Bene,Lei è convinto che siano tutti costretti/e?Io no.Sappia inoltre che in Germania la prostituzione è considerata un lavoro come un altro e tale è ritenuto da molti/e.Ovvio che non tutti/e siano disposte poi ad intraprendere il meretricium.Ed è altresì ovvio che trattasi di prostituzione “consapevole”.In Italia si chiese una legge che permettesse loro di pagare le tasse.
“La pressione sociale”?No guardi,non vada anche Lei a parare nella mediocrità.
Siamo alla dissoluzione della responsabilità personale nella colpa collettiva.Pare che l’intero universo femminile sia sacrificabile per noi maschietti dagli appetiti sessuali
incontinenti.
Farsi umiliare?Lei forse ha chiesto in merito alle ombrelline?Lei dispensa condizioni umilianti a destra e manca senza accorgersi che è il suo livore ad umiliare quante considerano il semplice mostrare la propria bellezza niente più che un lavoro.Forse che le modelle che presenziano nei saloni dell’automobile sono delle vittime?E di chi?Della società?Del sistema?A quando una class action contro le case automobilistiche?Dove a Lei si palesa una vittima,un’umiliazione,una violenza,io scorgo solo una bella donna.E ne ricavo piacere ad osservarla.E non mi sento un violentatore.Né un aguzzino con livelli smodati di testosterone.Faccia causa ai gestori di bar che dietro al bancone piazzano certe sventole per attirare torme di maschiacci ipereccitati.Ovviamente.Tutti predatori?Orbati che non scorgono la donna ferita ed umiliata.Non vedono la catena che la lega al bancone?
“Il problema è grave”!Ipse dixit.Ipso facto.No.Non è grave che una pulzella de noantri abbia venduto l’anima al diavolo e poi la rivoglia indietro.Grave è la condizione di tante sventurate costrette a prostituirsi dopo essere state attratte con la promessa di una vita migliore.Grave è la condizione di tante spose bambine.Di tante,troppe infibulate.Grave è la condizione della donna che abita le periferie della terra.Grave e urlante vendetta al cospetto di Dio la sofferenza inflitta ai dannati della terra:uomini e donne.Si perché anche noi uomini subiamo la violenze ed umiliazioni ma,per loro,nessun me too.Nessuna suffragetta occidentale .No.Le lagnose,improbabili Nemesi odiene non mi convincono.Affatto.Nè mi irretisce il garrulo “vir delenda est”.Per quanto riguarda l’augurio,in cauda venenum,non si agiti;non ho figli né figlie.Non mi sono mai sposato,e,si cheti,avessi figli che esibiscono le loro fattezze ne gioirei:il nonno ha lavorato bene.
Una chiosa.
Lei è a corto di argomenti.È monotematico e mediocre.Si mediocre.Lo palesa con il più insulso degli argomenti:augurare uno stato di sofferenza-a Suo modo di veder-
all’interlocutore.Ci provi.Commetta un reato e si presenti davanti al giudice armato di cotanta sicumera:Signor giudice avrei voluto vedere lei al mio posto.
Trovo francamente assurda la sua risposta. Lei accusa me di qualcosa che riguarda lei (cervello a tenuta stagna) e si inventa da parte mia intenzioni che non ho mai manifestato.
Negare oggi che la donna sia spesso ridotta ad oggetto è ridicolo, tanto è palese il ricorso al corpo femminile per vendere prodotti che non hanno nulla a che fare con le donne.
Gravemente contraddittorio da parte sua il non notare l’analogia tra prostituzione e svendita della propria immagine per mero “valore” erotico (ombrelline, bottigline, miss, etc.). Nell’uno e nell’altro caso si svilisce la persona riducendola a mezzo per il piacere altrui, sconnesso dal valore dell’interazione umana, riducendo le persone a pezzi di carne sottomessi ai vizi di chi paga.
Il fenomeno è in una piccola misura anche maschile, con prostituti e qualche valletto, ma di entità inesistente rispetto all’analogo fenomeno femminile. Fenomeno che si traduce in pregiudizio, i cui effetti sono palesi nella nostra e altre società (disoccupazione, paga orari per pari mansione, giudizio sociale, tasso di prostituzione, infibulazione, ecc.).
E badi che io non le ho augurato nulla, che non ha alcuna importanza se lei ha sorelle o figlie, l’esempio vale benissimo con sua madre o suo padre, che non le auguro ombrellina o tavolino a 4 zampe per un drink tutto maschile, ma che le permette di fare un esercizio da cui chi non vede nulla di male nel discriminare o sottomettere il prossimo trae enorme beneficio: mettersi nei panni degli altri.
Non le sta bene? Il veleno non è certo da parte mia, ma sta nel suo cuore e io non faccio altro che evidenziarlo.
Uffa.Lei continua a non rispondere.Ha chiesto un parere a quelle che Lei ritiene violentate,ridotte a merce,svilite?Il problema è Lei.Vede violenza dove non si trova.Vede solo le ombre.Tutti dannati.Per questo è a tenuta stagna.Non è più nemmeno manicheismo deficiente e caciarone.È presunzione.Basta che intraveda un donna in un àmbito definito e scatta il giudizio: donna oggetto,sottomessa,costretta dal maschio dispotico, oggetto e mezzo di piacere,umiliazione,valore erotico,
sottomissione,femme de menage,e chi più ne ha….in una perifrasi stancante e ridicola per dire quel che si ha da dire e che si palesa:prostitute.Nessun dubbio.
«Quod principi placuit legis habuit vigorem».Ma come si permette?
“analogia tra prostituzione e svendita della propria immagine per mero “valore” erotico (ombrelline, bottigline, miss, etc.). Nell’uno e nell’altro caso si svilisce la persona riducendola a mezzo per il piacere altrui, sconnesso dal valore dell’interazione umana, riducendo le persone a pezzi di carne sottomessi ai vizi di chi paga”.Ma si rende conto dell’aberrazione?Lei non ha veleno.Semplicemente è “deficiente”.Deficie in cognizione terminologica.Si riveda la Treccani alla voce prostituzione:” attività abituale e professionale di chi offre prestazioni sessuali a scopo di lucro”.Evidente lo stato confusionale in cui Lei versa.Forse che tutte le ragazze immagine,le ombrelline,le modelle,le concorrenti a miss Italia…offrono prestazionio sessuali a pagamento?Secondo il Suo “giudizio sociale” pare di si.
Quindi le citate sono tutte prostitute!Cosa intenda poi con quel: “analogia”.O ci si prostituisce o no.Tertium non datur.
Ho troppo stima delle donne per considerarle tutte alla stregua di meri oggetti di piacere,e,lo ripeto,dove Lei vede violenza,sempre ed a prescindere,io intravedo un diverso accadere.Lei non mi ha augurato nulla?Ma come?Accortosi che non ho figli e figlie lei va oltre.Avrò certo una madre e un padre!Certo che Lei è un monolite e si smarca mirabilmente in ragione della Sua improntitudine.E il serpente,velenoso sarei io.Bah!Comunque se ne faccia una ragione;anche se la mamma in giovine età fosse stata un’ ombrellina,o un tavolino a quattro zampe-questa mi mancava-non parlerei di sottommissione o discriminazione.Almeno prima sentirei il suo parere.Cosa che Lei non è disposto a fare.Quello che per Lei è sempre una violenza inaudita io lo considero anche una libera scelta.Sono convinto che per tante trattasi di un’occupazione e di un lavoro che svolgono senza sentirsi sporche e sfruttate.
Vorrebbero fare altro?Possibile.Probabile.Ma ci si può sentire puliti anche se non si può scegliere il lavoro desiderato.È successo anche al sottoscritto.Già.Anche noi maschietti siamo,come dice?”in piccola misura”, discriminati.
Da un duro di cuore.
Saluti
Vivo in un paese di quelli “più evoluti”, ci sono le quote rosa e si vede. Attualmente pare che a guidare gli autobus e altre amenità ci siano solo donne. Punto primo: sono sempre il candidato scelto perché migliore? Eppure non ho la sensazione che la loro guida sia impeccabile. Punto secondo: questo ha migliorato la condizione della donna? Io non ho MAI conosciuto una donna disperata perché non poteva guidare un bus. In compenso tante si disperano se non hanno i requisiti fisici per fare le ombrelline. Di fatto le quote rosa per i lavori “maschili” e non , non fanno altro che alimentare un dubbio legittimo: quella donna sarà lì perché migliore degli altri candidati o perché donna? Intanto per ogni conducentA di bus incapace c’è un padre di famiglia senza lavoro, e magari una madre costretta a lavorare.
“Di fatto le quote rosa per i lavori “maschili” e non , non fanno altro che alimentare un dubbio legittimo”
In realtà i dubbii sono almeno due.
Perché io non ho mai sentito di “quote rosa” chieste per piattaforme di trivellazione, miniere di carbone, cooperative di facchinaggio. Le uniche quote rosa pervenute sono quelle invocate per sedie, poltrone e sedili.
Del resto, non ci sono quote azzurre concesse in campi prevalentemente di impiego femminile, come l’insegnamento pre-universitario o le professioni infermieristiche.
Il femminismo – alla prova dei fatti – non è altro che razzismo e sessismo, come il correlato maschilismo.
Ma anche qui, la pacchia sta finendo.
Ciao.
Luigi
Naturalmente, gentile Luigi, il secondo dubbio va da sé. L’insegnamento è un esempio peculiare: una volta era prerogativa maschile, ed era un lavoro dignitosissimo e svolto con serietà. Ho in famiglia un x-avolo maestro la cui fama in città mi è arrivata all’orecchio da persone estranee alla famiglia. Da qualche tempo è diventato prerogativa femminile, tra parentesi non mi pare che la categoria ne abbia giovato, e, sorpresa!, non è più un lavoro desiderabile. Sempre nel paese femministicamente “evoluto” dove ho scelto di vivere, sbomballano da mane a sera che le donne sono relegate al ruolo dell’insegnante mentre dovrebbero dedicarsi a lavori tecnici e scientifici, e vai di fondi per supportare la presenza femminile nei laboratori di chimica. Sarò breve: le nobili femministe sono pazze.
Le quote rosa assolute sono una sciocchezza, andrebbero semplicemente adattate al numero di persone che richiedono una mansione. Stabilito che non c’è ragione al mondo per preferire un uomo o una donna per un certo lavoro, o viceversa, se il 30% delle candidature proviene da un sesso e non c’è il 30% di quel genere impiegato nel settore è evidente che c’è un problema da correggere.
Molto più semplice e meno estremista a mio avviso.
ne dimenticavo una proprio bella, un manifesto del centro di protezione delle vittime di violenza, affisso in tutte le stazioni di polizia e altrove, con pupazzetti stilizzati che mettono in atto diverse scene di violenza, che devo far presente non essere gender-adeguato: il colpevole è sempre un uomo, nonostante ci siano almeno due situazioni su quattro (violenza su una donna e violenza su un bambino) che possono tranquillamente essere perpetrate da donne. Prima o poi scriverò una bella letterina.
https://physicsworld.com/a/thousands-of-physicists-sign-letter-condemning-disgraceful-alessandro-strumia-gender-talk/ 3000 fisici smentiscono Strumia.
Sappiamo le suffragette che certi diritti di cui godono li hanno ottenuti prima i maschi.A prezzo di lotte e sofferenze.Pare che a noi maschiacci sia tutto concesso a prezzo di saldo.La violenza e la prevaricazione è da rigettare in toto.Senza distinzioni
di sesso.
Noto, Giuliano Guzzo, che lei ha il vizio della censura, di tappare la bocca a chi, seppur pacatamente e civilmente cerca un dialogo.
Lontani sono i tempi in cui persone limpide come Bruto Maria Bruti aveano l’onestà intellettuale di cercare un dialogo, di capire davvero, di ascoltare. Pace all’anima sua. Diversità di vedute, certo, ma sempre rispetto per la voce altrui. Lei infanga con il suo comportamento lo spirito cristiano, occidentale, del dialogo, del confronto. Si chieda come sarà ricordato in futuro, quando alla fine tutte le bugie, le manipolazioni, le censure che lei mette in atto saranno troppe per essere dimenticate.
Esasperi pure i toni, alimenti pure tensioni sociali con la disinformazione, la manipolazione, le insinuazioni. Continui pure ad associarsi con chi sa così perfettamente di raccontare balle, che si riduce a cercare lettori idioti chiamando il suo giornale demenzialmente “la Verità”.
Il risultato sarà di certo un contrasto sociale, duro e spiacevole. Ma chi lo fa per soldi, con disprezzo per la verità e prepotenza, come lei e come la cricca un tempo al soldo di Berlusconi, perderà. Perchè il denaro motiva poco e male e lo si vede da come lei scrive, mentre i valori motivano fino alla fine. Anche in Italia ci sarà una legge come la Scalfarotto e sarà lei ad averla voluta, perchè sarà lei ad aver cominciato ad applicare quei metodi agli altri, non lasciando loro nessun altra via.
Ora non le resta che cancellare anche questo messaggio e fare un altro passo verso l’ingiustizia.
Prego.
Nessun vizio, nessuna censura. Questo è il mio blog: e qui comando io. Punto. Se non le va, legga altro. Saluti.
Di quale censura stiamo parlando? Di quei terrapiattisti del CERN (e mi scuso con i terrapiattisti per averli offesi paragonadoli con questo paragone) che hanno ritirato le slides del prof. Strumia? Mi chiedo come la dott. Giannotti (di cui fino ad oggi ho avuto molta stima) abbia potuto assistere ad una pagliacciata di tali proporzioni senza imbestialirsi.
Errore di battitura: (e mi scuso con i terrapiattisti per averli offesi paragonadoli con questo paragone)
Dovrebbe essere: (e mi scuso con i terrapiattisti per averli offesi con questo paragone)
Non c’e’ molto da meravigliarsi, senza dilungarmi molto mi affido a chi e’ piu’ sintetico di me: https://www.laverita.info/la-scienza-serva-dellideologia-genera-fake-news-2610924687.html
Non mi meraviglio che in un mondo che dovrebbe essere un “tempio della scienza” sia diventato un luogo di tirannico oscurantismo. Agli astrologi del CERN (ed il paragone e’ offensivo verso gli astrologi) consiglio di tornare a guardare i dati e a servire la scienza.
Il fatto che ci sia sessismo e’ lampante, ma il sessismo di oggi si chiama femminismo, molto piu’ tirannico ed ipocrita del precedente maschilismo, ma mentre il maschilismo si basava su una forza bruta e non aveva bisogno di offendere la scienza, oggi c’e’ bisogno dell’oscurantismo per tenere su il nuovo sessismo.
Il problema sono gli -ismi. Talvolta danno indirettamente importanza a cose da prendere con leggerezza, quanto e quando possibile.
Mi chiedo in ogni caso fino a che punto le “opinioni” debbano giustificare le “esecuzioni”. W le persone in gamba, che siano poi uomo o donna è irrilevante.
E abbasso i piagnistei inconcludenti, specialmente quando destinati solo a dare un senso alla limitatezza di qualche persona (che sia donna o uomo non ha importanza… anche in questo caso).