A domenica si vada a Messa, non a lavorare. D’accordo, non arrivano all’invito in chiesa, ma le cinque proposte del Governo per disciplinare le aperture, meglio le chiusure dei negozi la domenica e nei giorni festivi vanno comunque nella giusta direzione. Ne ero già persuaso di mio, per via del terzo comandamento, ma me ne sono convinto del tutto per via della vacuità degli argomenti di chi vi si oppone. Ho infatti letto che chiudere i negozi sarebbe un regalo ad Amazon, come se gli acquisti on line già non prosperassero, e non fosse comunque più comodo aspettare il lunedì; ho letto che, se anche si ripristina la chiusura domenicale, qualcuno comunque lavora, come se fosse giusto far diventare la saltuaria pena di alcuni la puntuale pena di molti; ho pure letto che così il Governo toglie la libertà di acquistare, ma la libertà di acquistare che diavolo è, perdiana, rispetto al piacere di stare in famiglia, coi nonni o con gli amici «tutti insieme, abitanti delle città o delle campagne», come sottolineava già san Giustino, che non era più idealista ma solo meno idiota di certi di oggi. Ebbene, ho letto tutte queste scemenze e, confesso, ho faticato. Fortuna che domani è domenica.
Questo potrà valere per i cristiani. Ma se uno è ateo? Ammettiamo che qualcuno abbia un’attività che funziona poco durante la settimana e molto la domenica. Cosa dovrà fare, chiudere per compiacere le idiozie di Di Maio? E i medici, gli scrittori, i farmacisti, i pompieri, i poliziotti?
Andrea, ci sono lavori e lavori. I pompieri sono necessari la domenica. Che Tigotà sia aperto la domenica no. I medici sono necessari, il Lidl no. I poliziotti sono necessari, la Mondadori no. Gli scrittori siceramente non vedo cosa c’entrino.
Purtroppo i diritti sono legati all’uomo, non al lavoro che svolge. E, sempre volendo seguire il ragionamento dell’autore, tra i cristiani vi sono anche medici. Inoltre, ammettendo che qualcuno, con un lavoro più modesto rispetto a quello di un medico o di un pompiere, volesse restare aperto la domenica, perché gli dovrebbe essere impedito? Vogliamo lasciare libere le persone di decidere cosa fare del proprio lavoro o dobbiamo per forza imporre una regola generale per tutti?
Vero, tipo mio padre, che è medico, cristiano e se deve lavorare la domenica lo fa. Ci sono i turni, mio padre salva vite, così come i pompieri e i poliziotti. La commessa di intimissimi no. Poi certo, ci sono ristoranti e bar, non salvano vite, ma sono servizi che permettono alla gente di svagarsi e riposare.
Il problema è che spesso le persone non decidono “cosa fare del proprio lavoro”, ma su quello di dipendenti a cui impongono di lavorare la domenica. E se non lo fanno, nell’unico giorno in cui possono stare con la loro famiglia, vengono licenziati. Che tu non voglia stare con la tua famiglia è un problema tuo, tua decisione, fai quello che vuoi, ma questo non vuol dire che a tutti vada bene trascurare la famiglia.
Non ci siamo affatto. Un concetto che dovrebbe essere chiaro continua a sfuggire: i diritti non riguardano la mansione che uno svolge, ma l’uomo in sé. Altrimenti cambiamo la Costitutizione e tutte le leggi. Quella di Di Maio è una proposta destinata a morire sul nascere. Lo vedrete.
Leggete sul Sole24ore il danno economico che è stato previsto, qualora venisse approvata definitivamente.
Leggete sul Sole24ore il danno economico che è stato previsto, qualora venisse approvata definitivamente
E’ lo stesso “sole24ore” che prediceva catastrofi e cavallette se non avessimo approvato quell’aborto di modifica costituzionale di Renzi?
Premesso che l’ateo già si definisce quando parla di “idiozie” per le idee che non gli aggradano, al prossimo giro basta che prenda il 30% e passa dei consensi come fatto da Di Maio.
Potrà a quel punto instaurare il sistema schiavistico cui tanto anela (o, meglio, cui tanto anelano i Benetton di questo mondo. Lui è solo una pedina sacrificabile, ma nemmeno se ne rende conto…).
Ciao.
Luigi
Che sia un’idiozia è un dato dimostrato da un semplice fatto: conosco decine di lavoratori che pur volendolo fare, non potranno lavorare a causa della decisione imposta da Di Maio. Vorremo lasciare il lavoro come un’opzione arbitraria dell’uomo, o in tempi di crisi come questi dobbiamo imporre alle persone, magari nel giorno della settimana più proficuo, di restare chiusi? Si consiglia di connettere il cervello prima di scrivere.
[Titty mode on]
Mi è semblato di vedele un tloll…
[Titty mode off]
Certo, appena uno dice la verità, passa per troll. Matematico.
L’ateo non tiene famiglia?
Io sono ateo, ho una famiglia, lavoro soprattutto di domenica e voglio farlo. Devo essere costretto da Di Maio a chiudere? Ma ci rendiamo conto dell’imbecillità che dite?
Se vi piace lavorà la domenica o fate un lavoro strafico o state sul cazzo a tutti…
Caro Giuliano, ti leggo sempre con attenzione, stima e affetto ma stavolta proprio non sono d’accordo con te. Dici che la domenica bisogna andare a messa. Ok.
Ma usciti da messa non si può andare al centro commerciale?
Mi sembra talmente semplice… ed è quello che faccio io tutte le domeniche.
Prima la messa poi la spesa. E ci sono tanti buoni motivi.
La domenica è per lo svago, ok. Ma perché cinema-teatro-stadio si e shopping no ?
Considerato poi che per noi donne è lo svago più gratificante…
E ci si può andare tutti insieme con la famiglia, e magari pranzare lì a poco prezzo.
E per coloro che al centro commerciale lavorano …. c’è sempre la messa vespertina.
Un caro saluto. Marina