Ad aprile aveva fatto di testa sua, registrando la figlia di «due papà», il funzionario del Campidoglio che in questi giorni, è notizia di oggi, sta preparando gli scatoloni. A determinare il suo allontanamento, da quanto è dato capire, il fatto che l’uomo abbia agito non solo senza il via libera del tribunale, ma pure senza neppure informare Virginia Raggi. La prima vittima dell’abuso istituzionale però, anche se nessuno si degna di rammentarlo, rimane una: la bambina a cui il burocrate ha negato l’esistenza della madre.
E’ quindi a lei che dovrebbe essere concesso di affrontarlo, d’interrogarlo per chiedergli ragione di un atto senza ragione, di ricondurlo a quella realtà secondo cui i figli hanno sempre un padre e una madre. Un concetto che solo a doverlo ribadire, in effetti, «viene da piangere» (Caffarra), ma sempre meno di quanto fa piangere il comportamento di chi, per ideologia o per moda, agisce come se i bambini li portassero le cicogne. L’ex capo dell’ufficio Atti esteri sia dunque assegnato, ora, all’ufficio Fatti esistenti. Di horror e fantascienza non scriverà per un po’.