La parola chiave è «realistica». Le macchie di sangue sulla Sindone, secondo le conclusioni di uno studio pubblicato sul Journal of Forensic Sciences e immediatamente ripreso, ti pareva, da Repubblica e dal gregge mediatico, sarebbero disposte in modo «non realistico», dunque il lenzuolo – notare il salto (i)logico, davvero mortale – sarebbe un falso medievale. Mah. Avendo intervistato Emanuela Marinelli, tra le massime studiose al mondo del sacro lino, soprattutto una che l’ha esaminato direttamente, cosa che gli autori dello studio non hanno fatto (e chiamalo dettaglio), so che sulla Sindone si è detto tutto e il contrario di tutto.
Un fatto però è certo, anzi due: non sappiamo, nel 2018, come si sia formata l’immagine né sappiamo riprodurla (e chiamalo poco). E fa sorridere che si parli di non «realistico», con riferimento alla reliquia. Se è per quello, infatti, non è «realistico» neppure che un uomo, come fece Gesù, si faccia processare da innocente pur potendolo evitare in mille modi, e poi perdoni i suoi carnefici pur potendoli maledire per mille motivi. Né è molto «realistico» che i discepoli di un uomo così, se costui davvero morì senza risorgere, si siano divisi per dedicarsi alla predicazione incuranti del martirio. Eppure è andata così. Perché il Cristianesimo mica ha il problema di dover apparire «realistico», essendo già reale.
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Sono secoli che tentano di “sfatare il mito”. Da anni ci provano anche i nostri Borrini e Garlaschelli, quest’ultimo ossessionato dall’idea di dimostrare che la Sacra Sindone è un falso.
Certo che se lo fosse davvero allora tanto di cappello a coloro che nel medioevo l’hanno realizzata, si tratterebbe davvero – come ammette lo stesso Borrini – di “un pezzo molto interessante dell’arte e dell’ingegno umano”.
Pierluigi Baima Bollone sostiene che la Sindone è riconducibile in tutto e per tutto a quanto riportato nei Vangeli, che non hanno finalità narrativa.
Comunque, sarebbe di comodo a molti che la Sacra Sindone non fosse quello che si ritenga che sia, ed è per questo che periodicamente emergono studi tendenti allo scopo.
“Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
La domanda è piuttosto : è necessario che la Sindone sia autentica , per la nostra fede in Cristo ? Lo stesso Cristo ci dice di no, ed anche la Chiesa indica queste come verità di fede. Come per le apparizioni, non è dogma crederle.
E’ naturale che di fronte ad un oggetto che viene indicato come “soprannaturale” si scateni l’attezione di chi ne vuole indagare l’effettiva soprannaturalità.
Peraltro non dovrebbero essere gli scienziati e ricercatori a dimostare scientificamente che è un falso, ma per logica dovrebbe essere chi vi crede a dimostrarne scientificamente che è reale.
Se infatti sostengo una tesi che impongono un fenomeno non osservabile in natura, sono io che debbo portare prove a sostegno e non il contrario.
Sennò di fronte a qualcuno che mi dicesse che un certo giorno un asino ha volato, potrei sentirmi dire che devo dimostrare il contrario.
Finora sulla Sindone vi sono indicazioni assai contraddittorie, e per ogni rilievo scientifico contrario è emersa una potenziale giustificazione.
Se ci attenessimo alle logiche di Popper sulla falsificazione, poichè a forza di giustificazioni la veridicità della sindone è diventata infalsificabile, la sua veridicità non è scientifica.
Il fatto che un oggetto susciti emozioni, anche positive, non significa che sia necessariamente vero ed il dichiarare con certezza apodittica che lo è non ne rafforza la realtà. Le famose teste finte di Modigliani furono dichiarate vere da insigni studiosi d’arte, che ci persero anche il posto per questo. Tutto ciò a seguito della suggestione creata dal fatto che furono ritrovate proprio li dove si sperava che fossero Questi studiosi non erano ne folli ne incompetenti, ma l’emozione li spinse a valutare con superficialità quello che ad un esame poco più che superficiale risultò essere un evidente falso, come poi dichiarato dagli stessi autori.
Noi crediamo a Cristo e Cristo risorto
E’ dalla stoltezza di questa predicazione (che passa attraverso lo spirito), e non dalla presenza di oggetti più o meno veri o verosimili , che passa la nostra fede.
È vero che le reliquie non sono indispensabili al culto e nulla aggiungono o tolgono alla parola data, ma è più che giusto attendersi che un oggetto esposto alla venerazione come il sudario di Cristo, corrisponda a veridicità, altrimenti a che giova?
Se io vado al Louvre per ammirare la Gioconda, mi aspetto di trovare la Gioconda e non un’imitazione benché di ottima fattura, che riproduca le inimitabili “pennellate” del più geniale dell’umanità; non è proprio la stessa cosa.
A maggior ragione, è necessario che il sudario appartenga, al di là di ogni ragionevole dubbio, al corpo di Cristo, altrimenti si venererebbe un feticcio e niente di più: ed è quello che preme dimostrare ad una certa lobby che in Europa va per la maggiore.
Ennesima dimostrazione che il cattocomunismo e il protestantesimo si toccano e tendano a coincidere.
Riguardo alle parole rivolte a Tommaso, posto questa spiegazione:
le parole di Gesù vengono tradotte con un’imprecisione, rispetto all’originale greco. E tale imprecisione viene di fatto utilizzata per confermare con l’autorità del Vangelo un’impostazione che sembra prevalente nella Chiesa di oggi: l’idea che la vera fede sia quella che prescinde totalmente dai segni visibili. L’errore di traduzione a cui pensa di poter appoggiarsi tale interpretazione, che di fatto travisa il passo evangelico, consiste nel tradurre al presente il rimprovero di Gesù: “Beati coloro che credono, pur senza aver visto”. In questo modo le parole vengono trasformate in una regola di metodo valida per tutti coloro che vivono nei tempi successivi alla morte e risurrezione di Gesù. E infatti la nota [1] spiega che solo per i contemporanei di Gesù “visione e fede erano abbinate”, mentre per tutti coloro che vengono dopo, “la normalità della fede poggia sull’ascolto, non sul vedere”. Secondo questa interpretazione sembra quasi che Gesù si opponga al naturale desiderio di vedere, chiedendo a noi una fede fondata solo sull’ascolto della Parola. In realtà, qui il verbo non è al presente, come viene tradotto. Nell’originale greco il verbo è all’aoristo (p?ste?sa?te?), anche nella versione latina era messo al passato (crediderunt). “Tu hai creduto perché hai visto” – dice Gesù a Tommaso – “beati coloro che senza aver visto [ossia che senza aver visto me, direttamente] hanno creduto”. E l’allusione non è ai fedeli che vengono dopo, che dovrebbero “credere senza vedere”, ma agli apostoli e ai discepoli che per primi hanno riconosciuto che Gesù era risorto, pur nell’esiguità dei segni visibili che lo testimoniavano. In particolare il riferimento indica proprio Giovanni, che con Pietro era corso al sepolcro per primo dopo che le donne avevano raccontato l’incontro con gli angeli e il loro annuncio che Gesù Cristo era risorto. Giovanni, entrato dopo Pietro, aveva visto degli indizi, aveva visto la tomba vuota, e le bende rimaste vuote del corpo di Gesù senza essere sciolte, e pur nell’esiguità di tali indizi aveva cominciato a credere. La frase di Gesù “beati quelli che pur senza aver visto [me] hanno creduto” rinvia proprio al “vidit et credidit” riferito a Giovanni al momento del suo ingresso nel sepolcro vuoto. Riproponendo l’esempio di Giovanni a Tommaso, Gesù vuole indicare che è ragionevole credere alla testimonianza di coloro che hanno visto dei segni, degli indizi della sua presenza viva. Non è la richiesta di una fede cieca, è la beatitudine promessa a coloro che in umiltà riconoscono la sua presenza a partire da segni anche esigui e danno credito alla parola di testimoni credibili. L’imprecisione introdotta dai traduttori riguardo al tempo dei verbi usati da Gesù è servita a cambiare il senso delle sue parole e a riferirle non più a Giovanni e agli altri discepoli, ma ai credenti futuri. E’ passata così inconsapevolmente l’interpretazione del teologo esegeta protestante Rudolf Bultmann,che traduceva i due verbi del passo al presente (“Beati coloro che non vedono e credono”) per presentarla “come una critica radicale dei segni e delle apparizioni pasquali e come un’apologia della fede privata di ogni appoggio esteriore” (Donatien Mollat). Mentre è esattamente il contrario. Ciò che viene rimproverato a Tommaso non è di aver visto Gesù. Il rimprovero cade sul fatto che all’inizio Tommaso si è chiuso e non ha dato credito alla testimonianza di coloro che gli dicevano di aver visto il Signore vivo
Questo succede a voler fare l’interpretazione fai-da-te delle Sacre Scritture.
Peraltro non dovrebbero essere gli scienziati e ricercatori a dimostare scientificamente che è un falso, ma per logica dovrebbe essere chi vi crede a dimostrarne scientificamente che è reale.
Se infatti sostengo una tesi che impongono un fenomeno non osservabile in natura, sono io che debbo portare prove a sostegno e non il contrario.
E infatti gli scienziati hanno dimostrato che quella immagine si può riprodurre utilizzando un laser a eccimeri della potenza di 34mila miliardi di Watt! Ma tu che credi nella tecnoscienza a questi scienziati te non credi.
Finora sulla Sindone vi sono indicazioni assai contraddittorie, e per ogni rilievo scientifico contrario è emersa una potenziale giustificazione.
Non è affatto vero. Praticamente ogni illazione degli “scettici” è stata smontata. Soltanto i credenti nella tecnoscienza non vogliono farsene una ragione.
Se ci attenessimo alle logiche di Popper sulla falsificazione, poichè a forza di giustificazioni la veridicità della sindone è diventata infalsificabile, la sua veridicità non è scientifica.
Sciocchezze pseudoscientifiche e pseudofilosofiche.
Le famose teste finte di Modigliani furono dichiarate vere da insigni studiosi d’arte, che ci persero anche il posto per questo.
Ma questo vuol dire che anche gli “scienziati” che vogliono ardentemente confutare la veridicità di qualcosa (tipo Garlaschelli con la Sindone) possono sbagliare, no?
E’ dalla stoltezza di questa predicazione (che passa attraverso lo spirito), e non dalla presenza di oggetti più o meno veri o verosimili , che passa la nostra fede.
Ennesima eresia.
@MenteLibera65
I segni reali e tangibili del trascendente (comunemente chiamati “miracoli”) non sono necessari alla fede, ma possono aiutarla a nascere e a crescere, questo è il motivo per cui Dio permette che accadano: guarda le conversioni di San Paolo o dell’ebreo Ratisbonne, la cui origine sta proprio in eventi sovrannaturali. Anche all’epoca di Gesù molte conversioni avvenivano per i miracoli che faceva: una tra le più famose è certamente quella del cieco nato.
Io penso che bisogna evitare due comportamenti entrambi sbagliati, sia quello dei creduloni che si bevono ogni baggianata, sia quello degli scettici duri e puri che etichettano come superstizione ogni manifestazione del sovrannaturale.
È giusto mantenersi prudenti di fronte ai miracoli ed è quello che la Chiesa fa normalmente in maniera del tutto opportuna, ma a volte ci sono eventi così straordinari che persino le gerarchie ecclesiastiche arrivano a riconoscerne la natura sovrannaturale pur non obbligando il fedele a credervi (vedi apparizioni mariane a Lourdes e a Fatima).
Tutto il tuo discorso sul fatto che devono essere le persone che credono nei miracoli a dover dimostrare la natura miracolosa di un certo evento non sta né in cielo né in terra. Un miracolo è per sua natura un mistero che segue leggi non conoscibili all’uomo e che può essere creduto solo per fede non per via di dimostrazioni logico-razionali. Se io vado a Lourdes con un tumore avanzato che dovrebbe uccidermi in poco tempo e contro ogni logica scientifica torno a casa completamente guarita, non sono io a dover dimostrare che mi è successo un miracolo, è il mio medico che deve spiegarmi che quanto mi è accaduto è del tutto conforme alle leggi della medicina. In altre parole il miracolo è identificabile solo per esclusione, perché tutte le spiegazioni scientifiche fanno cilecca nel tentativo di comprendere quanto accaduto. Non sono io cieco nato che devo dimostrare a te fariseo che la mia guarigione è miracolosa, sei tu fariseo che mi devi dimostrare che esiste un modo del tutto scientifico e naturale per guarire dalla cecità con un po’ di acqua e di terra, perché se non riesci a dimostrarlo allora ho tutto il diritto di ritenermi miracolato e di credere che Gesù non è un ciarlatano ma il Figlio di Dio.
Ora, la Sindone è motivo di scandalo per gli atei e in generale i non cristiani, perché è qualcosa che ancora oggi, con tutte le nostre avanzate conoscenze e tecnologie, non siamo in grado di replicare. Qui su Raitre lo spiegano bene alcuni fisici dell’ENEA che hanno studiato la reliquia: https://www.youtube.com/watch?v=jZgRObad5S0
E qui lo ammette anche il Fatto quotidiano, non certo un giornale famoso per la sua ortodossia cattolica: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/17/sindone-di-torino-le-macchie-e-la-tortura-delluomo-crocifisso-continua-a-essere-provocazione-per-lintelligenza-umana/4497998/
Poi francamente il sangue sulla Sindone è uno degli elementi meno importanti. Chissenefrega se la metà del sangue potrebbe essere stato aggiunto dopo, tu mi devi spiegare piuttosto come cavolo avrebbe fatto un falsario medievale a mettere su quel lino un’immagine che nemmeno i moderni scienziati di oggi sono in grado di riprodurre con quelle particolari caratteristiche.
E comunque in quest’intervista uno studioso spiega perché i risultati di quella controversa ricerca sono tutt’altro che certi e attendibili: http://www.lastampa.it/2018/07/17/vaticaninsider/sindone-macchie-false-ma-la-nuova-ricerca-solleva-molti-dubbi-bmqRrehgsJrylum6jUUETP/pagina.html
La Chiesa riguardo l’autenticità del Sacro Telo non ha mai imposto e preteso nulla se non il rispetto per quello che potrebbe essere stato effettivamente il Sudario nel quale è stato avvolto il corpo di Cristo (o di un crocefisso della stessa epoca e regione geografica).
Verso tale ipotesi, del tutto falsificabile in senso popperiano, nel corso del tempo si è consolidato un consenso scientifico tra gli studiosi più accreditati. Come mai? perché tutti i tentativi di falsificazione (inclusi quelli del Garlaschelli) sono stati ritenuti “scientificamente” poco accurati o sono falliti.
A latere, devo aggiungere che è piuttosto sorprendente questa paura tutta moderna di passare per paragnosta ogni volta che ci si deve decidere se credere o no a un miracolo, o a un’apparizione, propendendo sempre e solo per il dubbio o per il no.
Così ci si rifugia in quel minimalismo essenzialista della fede che orgogliosamente dichiara: “non ho bisogno di queste sciocchezze per credere!”, senza nemmeno sospettare che si tratta di un atto di disprezzo e di superbia.
La fede ha bisogno della ragione per non cadere nel fideismo.
Se Cristo non avesse mostrato nessun “segno” concreto, se non fosse “risorto” o fosse “risorto” in un senso metaforico, solo intellettuale, la nostra fede sarebbe vana, e il cristianesimo sarebbe una forma di testardo fideismo, identificandosi di fatto col protestantesimo luterano.
I miracoli e le apparizioni permettono di superare questo volersi bendare gli occhi e, contrariamente a quanto banalmente si asserisce, rendono la religione cattolica una fede (l’unica fede) realmente “ragionevole”.
Io so solo una cosa: quale scienziato serio, di fronte all’affermazione di qualcuno, magari anche un popolo, che gli asini volano perderebbe anche un solo minuto della propria vita a cercare di dimostrare scientificamente il contrario? Io credo nessuno.
Perchè ci si accanisce con tanta costanza a cercare di dimostrare che la Sindone è un falso? Perchè ci si è ostinati per millenni e ancora ci si ostina a cercare di zittire la proclamazione della fede in nostro Signore, infliggendo spesso anche la morte ai cristiani?
Se Dio fosse davvero solamente una superstizione di qualche credulone, così come se la Sindone fosse un falso, esattamente come il fatto che gli asini volano, che problema sarebbe per qualcuno se altri invece fossero creduloni e superstiziosi?
Non sarà invece che ci si accanisce a cercare di dimostrare che Dio non esiste, che la fede è superstizione e che la Sindone è un falso perchè si ha paura che in realtà sia tutto vero? Un tentativo, in altre parole, di opporsi ad un’evidenza che mette in crisi e ci costringe a ripensare a tutta la nostra vita, al passato come al futuro?
Come ho scritto prima è assolutamente normale che gli scienziati di tutte le “ideologie” siano stimolati a verificare la veridicità di un oggetto simile, che milioni di persone venerano , centinaia di migliaia di persone fanno la fila anche solo per vederlo un momento.
Non vedo come sarebbe possibile il contrario. Della Sindone non può essere dimostrato che sia il vero lenzuolo di Cristo, ma di certo si può verificare se le epoche di presunta creazione sono compatibili con quanto riportato dai vangeli.
E penso che tu stia veramente sbagliando sul presupposto : se 4 matti senza arte ne parte decidessero di dichiarare di aver visto un asino che vola, nessuno perderà tempo a contraddirli. Ma se interi popoli e milioni di persone dichiarano una cosa simile, è dovere della comunità scientifica verificare se il fatto sia realmente accaduto, per non essere complici di quello che in diritto si chiama “abuso della credulità popolare”.
E’ sempre stato così, fin da quando qualcuno (tutti) dicevano che la terra era piatta, o che le malattie erano portate dagli effluvi o dagli untori.
Lo scienziato e lo storico sono per natura degli esploratori del passato e della realtà tangibile. Cercano per trovare quello che c’è, se sono onesti. Se invece sono condizionati ideologicamente , magari anche in modo inconsapevole, allora cercano per trovare quello che vorrebbero ci fosse, col rischio di fare una selezione ideologica delle scoperte che fanno.
Non credo che nessuno abbia paura di scoprire che la Sindone sia vera o cmq compatibile con il Cristo, per un fatto molto semplice : pochissimi oggi, anche tra i cristiai, vivono veramente come se fossero consapevoli in modo certo e indubitabile dell’esistenza della la vita eterna e della veridicità dei vangeli su come accedervi. Se fosse così il mondo sarebbe diverso, invece la natura umana fa si che la paura ontologica della morte guidi le azioni di tutti noi, e che vivere con la leggerezza del figlio di Dio sia veramente un grazia con cui la nostra carne combatte di continuo.
Vedi bene infatti che se i cristiani fossero veramente consapevoli della vita eterna e della provvidenza, e della banalità dei problemi che ci creiamo in questa vità terrena, tutte le paure e le rabbie ed i problemi non esisterebbero.
Invece anche una minima variazione nelle sicurezze della nostra vita ci mette in crisi, e dobbiamo sempre vivere senza precarietà per essere sereni.
Caro MenteLibera65, a me poco importa se la Sindone sia veramente il telo che ha avvolto Gesù morto e risorto. Non ne ho bisogno per credere nel Signore.
Anche se confesso che se lo fosse ciò mi farebbe piacere, perchè mi piacerebbe avere una … “fotografia” di Gesù. Non perchè senza questa immagine io non creda totalmente nell’esistenza di Gesù e nel fatto che Gesù è Dio, Figlio di Dio, che è risorto ed è tornato al Padre; semplicemente perchè sono un po’ … invidioso di chi l’ha visto di persona.
Un padre che lavora lontano dalla propria famiglia certamente non ha bisogno di vedere la fotografia di sua moglie e dei suoi figli per sapere che ci sono, per credere che esistono; ma converrai con me che guardare quella foto genera sentimenti di tenerezza e in certi momenti fa anche passare la malinconia dovuta alla distanza dalle persone amate. Persino le fotografie dei nostri cari defunti ce li fanno sentire più vicini e ci rimandano ai tanti momenti belli passati insieme; ma non abbiamo bisogno di quelle fotografie per sapere che i nostri nonni sono esistiti veramente.
Tu ti sei soffermato sull’esempio della Sindone e dell’asino che vola (volutamente semplicistico, parlo del paragone con chi crede nell’asino che vola, ovviamente), che ho usato per dire qualcosa di molto più importante: io penso (e non mi scandalizza che altri non la pensino come me) che chi si ostina a provare a dimostrare che Dio non esiste ed è solo una superstizione di milioni di stupidi creduloni sparsi per il mondo e nel tempo, in realtà sta lottando contro qualcosa che teme, perchè se effettivamente Dio esistesse (ed esiste!) questo metterebbe in crisi tutta la sua vita.
L’esistenza di Dio non si può provare ma nemmeno si può confutare scientificamente. E non è che una cosa che non si può provare scientificamente che esista, debba per forza non esistere: semplicemente non è dimostrabile scientificamente che esiste. Quando qualcuno potrà dimostrare che la scienza è onnipotente e come tale può dimostrare tutto, allora riparleremo anche della possibilità o meno di dimostrare scientificamente l’esistenza di Dio.
Volendo parafrasare il Dr Guzzo, “… Dio mica ha il problema di dover apparire «realistico», essendo già reale.”
Caro Stefano. La ringrazio intanto per la risposta pacata, argomentata e rispettosa, e per questo rara ed apprezzata.
Concordo più o meno con tutto il suo commento, ma vorrei sfatare un mito. Uno scienziato non perde tempo a a cercare di dimostrare l’esistenza o l’inesistenza di Dio o di un Dio, che è cosa indimostrabile e rientra nella metafisica, più che nella fisica.
Egli semmai indaga sui funzionamenti della natura, e sono molto spesso gli altri che valutano in modo ideologico le sue scoperte, per dargli valenze politiche o religiose o filosofiche, ma non scientifiche.
E’ anche vero che una cosa per essere reale non necessità di essere provata, e spessissimo accade questo. Per quanto sia vero, non potrei mai dimostrare che stamattina mentre facevo la barba mi è caduto per un attimo il rasoio sul lavandino. D’altra parte peròà questa affermazione è plausibile, ed altamente probabile in quanto non avrei alcun interesse ad affermare questa cosa. Il che non significa che io non stia mentendo. Diverso però sarebbe se io affermassi che il rasoio cadendo ha fluttuato nell’aria emettendo un raggio verde nel quale si vedeva la Madonna sorridente. A quel punto parlerei di un fatto straordinario, che non sfugge alla plasibilità ma anche alla possibilità fisica che avvenga. Se poi fossi cattolico sarei anche in conflitto di interesse. Questo non significa che tale fatto non sia avvenuto, ma indubbiamente troverei , e sarebbe naturale, molte persone sciettiche ed incredule, e magari qualche scienziato mi chiederebbe di esaminare il rasoio.
Sono prima di tutto (purtroppo) molti cristiani a confondere lo scietticismo scientifico sulla Sindone con una incredulità nei contronti del cristianesimo tutto, finendo con l’accusare altri cristiani o il mondo scientifico di voler dimostrare l’inesistenza di Gesù Cristo, dimostrando la falsità della Sindone. L’accezione ideologica la vedo molto più nell’accanimento con il quale si difende questo simbolo , che è all’origine dell’accanimento con il quale si cerca di dimostrarne la falsità.
Ma le dirò di più….
Questa equazione transitiva (attaccano la Sindone quindi attaccano Cristo), è purtroppo utilizzata anche al contrario, cioè per attaccare simboli altrui, allo scopo di deleggitimare intere rtealtà.
Guardi cosa sta accadendo con in migranti.
Da molte parti vengono attacchi e scetticismi rispetto alle foto dei bambini affogati in queste settimane nel mediterraneo. Queste foto altro non sono che una “Sindone”, cioè una prova (magari un pò più probabile) dell’esistenza di bambini che muoiono durante le traversate disperate.
Esse sono attaccate perchè si pensa (purtroppo a ragione) che mettendone in dubbio la realtà si insinui il dubbio nell’opinione pubblica che in fondo tutti questi morti nel mediterraneo non sono poi così veri, che qualcuno muore ma sono solo uomini facinorosi che volevano invadere l’italia, etc etc.
La morte di donne e bambini ovviamente contraddice questa narrazine edulcorata di una realtà invece terribile ed anti-cristiana, dove uomini e donne sono citate a numeri e non a nomi, secondo l’antico schema applicato con Cristo : “davanti a lui si copre il vonto” (per non vedere , per non sentirsi responsabili, per non accettare la realtà)
Vanno quindi deleggittimate le foto e le immagini ed i racconti dei testimoni, sulle morti “innocenti”, perchè contrarie a questa narrazione, altrimenti insopportabile.
Non le sembra lo stesso schema della Sindone ?
Deliggittimare l’immagine, per negare l’esistenza di una interà realtà. Concentrare l’attenzione sulla plausibile falsità di una immagine, invece che sulla certa morte di tanta gente.
Buona giornata.
@MenteLibera65
Davvero sei convinto che gli scienziati davanti ai fatti che studiano si pongano tutti in maniera neutra e libera da ideologie di qualsivoglia natura? Eppure nella storia degli studi sulla Sindone ci sono episodi certi di scienziati che hanno mostrato di avere forti pregiudizi anti-cristiani verso determinati risultati. Uno di questi episodi riguardò le ricerche dello scienziato francese Yves Delage. Cito Cathopedia:
«1902.
Dichiaratamente agnostico, zoologo, anatomista e fisiologo di fama mondiale, Yves Delage (1854-1920) si schierò per l’autenticità della Sindone ravvisando nell’uomo che vi è stato avvolto le fattezze di Gesù. Anticipando i risultati della ricerca, disse che la certezza dell’autenticità della Sindone era tale, che vi era soltanto una probabilità contro 83 milioni che essa sia falsa, ma non aveva ancora altri elementi per alzare questa probabilità. Il Delage, in una affollata assemblea della Académie des Sciences di Parigi, diede relazione dei suoi studi concludendo che l’uomo che vi era stato avvolto non poteva non essere Cristo, perché il tempo minimo per il formarsi di un’immagine vaporigrafica era un giorno e il tempo massimo che vi poteva restare un cadavere senza cancellare l’immagine formata o almeno senza lasciarvi tracce di putrefazione, era 40 ore: ciò che corrisponde a quanto riferiscono i Vangeli. Il segretario dell’Accademia turbato del fatto che si osasse parlare di Gesù in ambiente agnostico cancellò dal protocollo dell’assemblea la comunicazione del collega.»
http://it.cathopedia.org/wiki/Storia_della_Sindone
Cito anche il blog di un’archivista storica cattolica:
«Yves Delage (1854 – 1920), era uno zoologo e un esperto di anatomia; a detta di Wikipedia, è stato il primo ad intuire la funzione dei canali semicircolari dell’orecchio. Era dichiaratamente agnostico; e, sul finire dell’Ottocento, cominciò ad interessarsi della Sindone, nella convinzione che fosse un falso. […]
Fu costretto a scappare dalla sala in cui stava esponendo le conclusioni cui era giunto: perché i colleghi dell’Académie des Sciences, furibondi, avevano reagito con proteste verbali e financo minacce fisiche, di fronte alle sue dichiarazioni. […] il povero Delage fu molto amareggiato per la reazione dei colleghi, e commentò l’accaduto in toni assai stupiti: “riconosco di buon grado che nessuno di questi argomenti presenta in sé il carattere di una dimostrazione irrefutabile; bisogna anche riconoscere, però, che la loro somma costituisce un insieme imponente di probabilità, alcune delle quali molto vicine all’essere provate. Si è introdotta senza necessità una questione religiosa in un problema che, in sé, è puramente scientifico. Se si trattasse, anziché di Cristo, di un […] faraone, nessuno avrebbe pensato a fare obiezioni. […] Io riconosco Cristo come personaggio storico, e non capisco perché possa esserci qualcuno che trova scandaloso se tuttora esistono tracce materiali della sua vita terrena”.»
https://unapennaspuntata.com/tag/sindone/