«Una campagna falsa e disgustosa. Rimuoverla subito», è stato il commento di Monica Cirinnà – simile a quello di molti altri – contro l’affissione, avvenuta a Roma da parte di CitizenGo, di alcuni manifesti che affermano che «l’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo». Ora, senza nulla togliere alla delicatezza del tema dell’aborto, prima di sposare qualsivoglia posizione e di accodarsi alle critiche a CitizenGo pare opportuno chiedersi: c’è del vero in quell’affermazione? Realmente «l’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo»? La risposta è affermativa.
A suggerirlo, curiosamente, non sono dei bigotti brutti, cattivi e ignoranti, ma delle donne; studiose ed intellettuali intervenute, nel corso degli anni anzi dei decenni, nella denuncia di quello che non solo è la «prima causa di femminicidio» ma, a ben vedere, è il solo vero femminicidio, se per femminicidio s’intende la deliberata soppressione di un essere umano in quanto appartenente al sesso femminile: l’aborto selettivo. La prima a parlarne, oltre 30 anni fa – Monica Cirinnà e compagni, se credono, prendano pure nota –, fu Mary Anne Warren nel suo Gendercide (Rowman & Allanheld, 1985).
Anche in Italia, a rompere il silenzio su questo temo è stata una donna, Anna Meldolesi, autrice di un testo eloquente già nel titolo – Mai nate (Mondadori, 2011) – , con cui si è proposta di raccontare la scomparsa, nel mondo, di 100 milioni di donne. Sì, avete letto bene: 100 milioni di donne mai nate – perché abortite – per il solo fatto d’essere femmine. Tecnicamente, il nome del fenomeno è «feticidio selettivo», come sottolineato da un’altra donna, la professoressa Assuntina Morresi. Ora, come mai simili denunce sono sovente ignorate? Bella domanda, se si pensa a quanto son fondate e tristemente attuali.
A provarlo, pure qui, non son giornalacci di destra, ma testate come il Washington Post – la più diffusa ed antica di Washington, già organo del Partito democratico -, che in un articolo uscito un mese fa, intitolato «Too many men», spiegava come in Asia l’aborto selettivo abbia provocato disastri demografici tali per cui oggi, in Cina, ci sono 34 milioni di maschi in eccesso rispetto al numero di femmine; un’eccedenza che in India ammonta a 37 milioni di uomini. Nel complesso, parliamo quindi di 70 milioni di asiatici che, se la matematica non è un’opinione, non potranno mai formarsi una famiglia.
E da noi? Anche in Italia il problema esiste? Purtroppo sì. Pur non essendo semplice quantificare il fenomeno, pare infatti che il «feticidio selettivo» esista ed interessi in prevalenza le comunità asiatiche immigrate presso le quali il sex ratio – vale a dire il rapporto tra maschi e femmine alla nascita, che in condizioni normali è di 105 a 100 – risulta sballato; nelle comunità cinesi, infatti, pare sia pari a 119 maschi contro 100 femmine, mentre sembra arrivi persino a 137 a 100 nelle comunità indiane, replicando così gli equilibri distorti che appunto si registrano in Cina ed India.
Siamo tutti liberi, insomma, di farci l’idea che preferiamo su CitizenGo e sui suoi esponenti – io conosco quelli italiani, e personalmente li trovo molto in gamba -, ma rispetto al manifesto dello scandalo, se per femminicidio – ripeto – intendiamo l’eliminazione di femmine in quanto femmine, sfido chiunque a dimostrare che il triste primato di questo fenomeno non spetti all’aborto selettivo. Una constatazione che, ben prima del sottoscritto e dei pur validi amici di CitizenGo, come abbiamo visto – repetita iuvant –, hanno svolto proprio delle donne. Tutte quante disinformate, ignoranti e maschiliste?
È la prima cosa che ho pensato. Lo sanno anche le pietre che le femmine vengono abortite per scelta. In Cina già da tempo i giovani maschi hanno difficoltà a trovare moglie.
La donna che vuole abortire può prendere posizione e “spingere” per avere il consenso giuridico alla soppressione (legale) del feto attraverso la “prestazione sanitaria obbligatoria” del procurato aborto; persone come la Cirinnà danno aria alla propria bocca e liberamente pontificano su presunti “diritti” acquisiti e necessarie “libere” scelte delle donne (anche se, a dir la verità non sa una mazza di cosa voglia dire far nascere e crescere un figlio nella proprio utero…); altre persone “liberal” si sentono offese e gridano allo scandalo quando il procurato aborto viene ricordato per quello che è…
A nessuno interessa una mazza cosa “potrebbe pensare” chi sta crescendo e non solo perchè chi sta crescendo non può ovviamente “pensare” ne “difendersi” in alcun modo (se non cercare di “spostarsi” quando arriva il ferro del chirurgo ginecologo….) ma soprattutto per il fatto che, anche solo inconsciamente, “non vuole” ricordare che per quella situazione CI SIAMO PASSATI TUTTI.
Alla fine della fiera il procurato aborto è, da qualunque parte lo si veda, una grande vigliaccata; ed è questo il principale motivo per cui, a certe persone, cartelli e slogan pro life danno fastidio ed “indignano”.
Il motto della campagna di CITIZENGO è vero, ma utilizzato in modo strumentale.
Non serve per ridurre l’aborto (è come combattere il tumore con una aspirina) ma in compenso cerca di sminuire le campagne contro il femminicidio, dando la sensazione che “benaltri siano i problemi”.
Chi vuole sottovalutare o sottostimare che nella società ci siano ancora (nel 3^ millennio) delle sacche di esseri umani di sesso maschile che compiono omicidi e maltrattamenti nei confronti di mogli , ex mogli, fidanzate ed ex fidanzate, perchè considerate di “propria proprietà”, ha tutto l’interesse ha fare queste iperbole.
Purtroppo un sentimento ancora troppo diffuso tra troppi cattolici (o pseudo-tali).
Fermo restando che è vero e noto (e anche ovvio) che l’aborto in generale, e l’aborto in certe nazioni in particolare, sia una delle prime cause di mortalità femminile (insieme alle morti per malnutrizione però, che sono oltre 24.000 al giorno)
Bah…
Forse è esattamente inl contrario: che del “femminicidio” tutti si riempiono la bocca e l’aborto è semplicemente un “diritto, per cui che se ne parla a fare??
Come tu faccia e vederla all’opposto proprio mi sfugge.
Comunque consolati:
Trovo che non ci sia modo piu controproducente che produrre manifesti di questo tipo, che ottengono solo il risultato di compattare gli abortisti e non abortisti verso un nemico comune che è l ignoranza verso il femminicidio.
Ancora non ho capito se questa contro l aborto è una battaglia che si vuole combattere per vincere o solo per fare una battaglia di bandiera inutile e pure dannosa. Se si vogliono ottenere risultati occorre utilizzare termini su cui tutte le donne , cristiane e non cristiane atee o altro, possano riconoscersi, almeno in parte. È una battaglia culturale e progressiva che rimette il bambino al centro e aiuta la donna a non abortire tramite alternative concrete , anche di fede , ma che non siano vissute come attacchi diretti. Altrimenti , molto semplicemente, non producono effetto o anzi lo producono al contrario. Bisogna essere concreti e non ideologici. Queste battaglie di bandiera fatte cosi servono solo a chi le conduce per poter fare la “vittima del sistema” , ma non per risolvere o limitare il problema.
“Come tu faccia e vederla all’opposto proprio mi sfugge”
Obbedienza pronta, cieca, assoluta. Altrimenti detto, terza narice 😀
Infatti:
1- in Italia, per ogni donna uccisa da un uomo ci sono mille bambini assassinati dalle loro stesse madri con l’aborto (e solo contando quello chirurgico legale). Quindi è un fatto, non una sensazione, che i due problemi siano quantitativamente differenti (senza dimenticare, al solito, santa Teresa di Calcutta: una volta che si permette a una madre di uccidere il proprio figlio, si permette tutto);
2- nella pressoché totalità dei casi, almeno in Italia si tratta comunque non di “femminicidio” – ovvero di donne uccise in quanto donne – ma di uxoricidio (o assimilabile), ovvero di donne uccise perché rivestivano uno specifico e particolare ruolo. Ma interrogarsi a fondo su questo porterebbe a spiacevoli riflessioni; meglio fingere perciò che la realtà non sia quella. Consiglio la lettura di questo breve articolo:
http://www.lefondamenta.it/2018/05/11/pentitevi-e-credete-al-metoo/
Sia chiaro: delle donne vere, ai cultori del politically correct, importa una beneamata fava; anzi, il loro omosessualismo latente li porta ad apprezzarle tanto a parole quanto ad odiarle nei fatti.
Lo dimostra il silenzio assordante sul caso di Pamela Mastropietro.
Ma come ci siamo ricordati di Renzi e sodali, così ci rammenteremo di tutti i suoi epigoni.
Ciao.
Luigi
Se con “femminicidio” si vuol focalizzare la morte violenta di persone di sesso femminile nell’ambito del rapporto di coppia non vedo perchè si debba considerare “tirato” quanto scritto da Citizengo. Tra la morte violenta di una persona di sesso femminile nel rapporto di coppia e la morte “violenta” a causa di un procurato aborto nei primi mesi di sviluppo dell’embrione femminile è probabile valga perlomeno la correlazione dettata dal fatto che, comunque la si veda, siamo di fronte a una vigliaccata (a perire è l’essere indifeso o meno difendibile…).
A mio parere Citizengo dovrebbe portare in giudizio il Comune di Roma. Anche se, con l’ignavia e la vigliaccheria imperante in tema di legge 190, probabilmente sarebbe una citazione a giudizio dall’esito negativo scontato.
E poi lo vogliamo dire, una volta per tutte, che uccidere una donna è un reato molto grave, per cui esistono già tutti i mezzi per perseguirlo e anche per cercare di impedirlo, mentre l’aborto è un genocidio perfettamente legalizzato?
Caro dottor Guzzo, vorrei conoscere le fonti delle statistiche sui bambini cinesi e indiani nati in Italia di cui ha parlato in questo articolo. La ringrazio anticipatamente
E la Raggi che si dice cattolica…
L’aborto in italia uccide tanto i maschi quanto le femmine.
Mischiarlo al femminicidio serve solo per depotenziare il termine femminicidio .
E’ vero : l’aborto uccide molte più vite umane di quanto uccidano tutti i crimini messi insieme.
Ma vogliamo per questo dire che non va perseguito l’omicidio di un adulto, o che non ci sono casi di donne uccise dai mariti/fidanzati/compagni ed ex , visto che non viene perseguito l’aborto ? Siamo seri…Sopratutto…cerchiamo di essere onesti intellettualmente.
E chi ha detto queste cose?? Cerca di essere serio tu!
Poi si è capito che non condividi questa campagna di affissioni, ma è un problema tuo.
Poi c’è poco da “depotenziare” nel termine “femminicidio”, altro termine creato apposta per creare nuove emergenze e spostare l’attenzione dal cuore del problema e mi riallaccio al punto 2 di @Luigi più sopra.
Sul cuore del problema e scusate l’auto-citazione:
https://pellegrininellaverita.com/2015/06/26/femminici-dio-che-centra-dio/