Thomas Evans ieri ha diffuso un comunicato per sciogliere l’«esercito di Alfie». Come però ha precisato la bravissima Benedetta Frigerio, che peraltro lo ha accompagnato dal Papa pochi giorni fa, quello non è un invito a dimenticarsi della vicenda del piccolo bambino inglese, bensì solo a «non presidiare più l’ospedale», ad «allontanare da lì la stampa» e a «non parlare di quanto avviene fra Alder Hey Hospital e la famiglia del piccolo». Certo di rispettare la richiesta della famiglia Evans, vorrei sottolineare un passaggio – sulla vicenda – da molti non colto, ma a mio avviso di una gravità assoluta: l’allontanamento dall’ospedale di padre Gabriele Brusco, il sacerdote che prestava assistenza spirituale ai genitori di Alfie.
Un allontanamento – secondo quanto riportato da più fonti – sostanzialmente disposto dall’arcivescovo di Liverpool, Malcom McMahon. Lo stesso peraltro che, sin dall’inizio del ricovero di Alfie, avvenuto mesi fa, pare non abbia trovato tempo ed energie (ah, gli impegni pastorali!) per percorrere quegli immagino sfiancanti 7 chilometri che separano la sua residenza dall’Alder Hey Hospital. E tanto altro si potrebbe dire (basti pensare alla nota dei vescovi di Inghilterra e Galles, in pratica un plauso all’Alder Hey), se non fosse già evidente la necessità di porsi, o meglio di porre una semplice domanda: caro vescovo, stiamo scherzando? Perché mai non rimanda padre Gabriele dov’era?
E se la presenza di quel prete non è proprio più possibile, perché non inviarne un altro? L’assistenza al cattolico Alfie e i suoi non è forse – sia che il bimbo sia terminale, come ripetono alcuni, sia che così non sia – urgente? Perché certi pastori, i quali dovrebbero avere l’«odore delle pecore», come esorta quel Papa Francesco che proprio mons. McMahon ha incontrato da poco, quando questo benedetto «odore» costa lo scontro con la cultura dominante, se la danno a gambe? Avanzo tutte queste domande, tengo a precisarlo, non per accusare, ma solo per provare a capire. Non ho infatti certezze, tranne una: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).
Altra certezza un comunicato della Curia di Liverpool stilato a suo tempo:
“La comunità Cattolica (Romana) dell’Arcidiocesi di Liverpool insieme ad altre confessioni e fedi continua a pregare per Alfie, la sua famiglia e coloro che lo accompagnano in questo viaggio. Il Vescovo Tom Bishop, Ausiliare di Liverpool, il quale ha lavorato come cappellano ospedaliero per molti anni, è stato coinvolto con la squadra del cappellanato all’Alder Hey, offrendo supporto ai medici e al personale. Non ha incontrato i genitori che, beninteso, non sono Cattolici.“
Mentre Thomas Evans lo è e il piccolo Alfie è un battezzato.
E comunque, anche non lo fossero stati??
Tronfio e burbanzoso,nonché adulterato da una fin troppo manifesta,smodata assenza di compassione.Sul fatto che questo energumeno possa definirsi ancora cattolico poi….