Un clamoroso colpo di scena, nella vicenda di Alfie Evans, ha per il momento complicato i piani di chi, a quest’ora, voleva il piccolo già morto, ovviamente «per il suo bene»: il governo italiano gli ha concesso la cittadinanza. Quasi fuori tempo massimo, ma l’ha fatto. Certo, questo non deve alimentare illusioni (a Charlie Gard venne data la cittadinanza americana, e sappiamo com’è andata a finire), ma è innegabile come questo rappresenti un passaggio decisivo. All’Alder Hey, infatti, ora è ospitato un cittadino italiano il cui governo auspica – come si legge in una nota – «l’immediato trasferimento in Italia».
Basterà a fermare i boia, pardon i medici di Liverpool? Non lo sappiamo. Quel che è certo è che, con questa mossa, i ministri degli Esteri Angelino Alfano e dell’Interno Marco Minniti hanno restituito dignità non tanto e non solo all’Italia, ma alle Istituzioni e alla politica. Che hanno nel soccorso del più debole la propria vocazione più alta. Una vocazione evidentemente dimenticata in Inghilterra, dove però la nascita del terzo Royal Baby, avvenuta oggi, avrebbe potuto anch’essa suggerire prudenza all’Alder Hey. Sarebbe infatti stato mediaticamente disastroso far coincidere una festa e un dramma. E adesso? Non resta che pregare e tifare, tutti assieme, per Alfie l’Italiano.