L’entusiasmo con cui è stata diffusa ed accolta, ieri, la notizia della «creazione dell’embrione ibrido pecora-uomo» sottolinea un problema non scientifico ma sociale drammaticamente sottovalutato: l’esistenza dell’uomo-pecora che dal centro del gregge, ove imperturbabile si trova, senza fiatare si beve ogni cosa. Magari pure ringraziando. Diversamente, se gli uomini-pecore non esistessero e se a turno non fossimo tutti, in fondo, un po’ tali, la presunta svolta epocale ci sarebbe stata presentata con toni assai più cauti.
Anzitutto perché non è stato «creato» proprio un bel nulla (in laboratorio mica si crea, surrogando Dio, ma si produce: totalmente diverso). In secondo luogo perché quello strombazzato non è, al momento, neppure uno studio scientifico (ma un’anticipazione di una comunicazione a congressi: anche qui, qualcosa di decisamente diverso). Infine, perché prima di brindare a una nuova frontiera per i trapianti sarebbe opportuno andarci cauti (soprattutto perché, con una cellula umana insieme a una animale, non si risolve il problema del rigetto).
Ciononostante, c’è chi ha sentenziato: «Rassegniamoci, la natura umana non è niente di speciale nell’universo». Chiaro a che pro il giubilo per l’ibrido pecora-uomo? Per promuovere l’uomo-pecora, che ritiene di non essere «niente di speciale» – o, se pensa di esserlo, dimentica di essere unico -; che non crede alla religione in quanto vecchia ma venera Scienza e Progresso in quanto nuovi; che mengelianamente non pone limiti alla ricerca senza rendersi conto che, così, non aumenta il sapere ma solo la sudditanza alla Tecnica di un’umanità che, anziché retta da solidarietà, rischia di finire sottoposta a standard.
Signore ripeto la solita frase: le Pecore non accetterebbero di soffrire tale offesa. La prova gliela daranno, dopo le elezioni, che neppure le pecore sono messe cosi’ male da non sapersi come comportarsi e governarsi come Gregge. Cordiali saluti, Paul Candiago
Gentile dottor Guzzo si tratta di una riflessione poco rispondente alla realtà.
Innanzitutto è bene non illudersi, perché mai nessuno riuscirà a porre dei limiti alla ricerca e di conseguenza al progredire della tecnica che, nel bene e nel male, è sempre più in grado di utilizzare e realizzare quanto è stato scoperto e sviscerato. L’attuale corso della ricerca non si manifesta secondo i parametri di una funzione lineare ricalca invece quelli di una curva esponenziale grazie all’apporto della tecnologia. Il perché è insito nella natura umana mai soddisfatta di sé e sempre alla ricerca di nuovi orizzonti, di nuovi limiti da raggiungere. Tutto ha avuto inizio, quando l’uomo è riuscito a imbrigliare a suo piacimento il fuoco! Senza dimenticare, come la storia insegna, che ciò che si può fare, prima o poi da qualche parte si fa e questo accade in ogni ambito del nostro vivere.
Scomodare la “solidarietà” è comprensibile ma non trova giustificazioni di sorta. Mi chiedo, infatti, quando l’umanità, limitandoci alla storia delle civiltà che ci hanno preceduto e di cui si conoscono a grandi linee gli eventi, senza dimenticare la nostra, la cosiddetta civiltà “cristiana”, quando, dicevo, l’umanità ha messo in pratica e coniugato la parola “solidarietà”?
Così come parlare oggi del pericolo rappresentato dall’incremento della sudditanza dell’umanità nei confronti della tecnica, evidenzia a mio parere, un errore di valutazione: non si tratta ormai di sudditanza ma di un’evidente e non da oggi totale dipendenza da essa. Può non piacere, ne convengo, ma credere si possa impedire o rallentarne il corso è utopistico.
Se una cosa succede, non e’ detto che mi debba piacere, ne’ che la debba giudicare giusta e morale. Sono convinto che gli stessi che per questa vicenda menzionata da Guzzo parlando di inevitabilita’ ecc. ecc. avrebbero invece parecchio da ridire se l’evoluzione della societa’ avvenisse in maniera che a loro non piace, per esempio la cancellazione di molti “diritti” che apprezzano che si avra’ quando i padroni del mondo saranno i musulmani e/o i cinesi.
Comunque mi chiedo se non si stia facendo troppo “chiasso” su questa vicenda. Aggiungere una qualche cellula umana ad un embrione non e’ proprio come mescolare il DNA….
parlando –> parlano. Scusate il refuso.