Se ha ragione Nando Pagnoncelli, quando rileva che «tra coloro che partecipano assiduamente alla messa domenicale il Pd risulta primo partito» (Corriere della Sera, 27.1.2018), direi che c’è da preoccuparsi. Non perché creda all’esistenza di un grande partito italiano perfettamente aderente al Cristianesimo – non sono così ingenuo -, ma perché fatico ad immaginarne uno più lontano di quello che ha non solo votato, ma pure promosso il divorzio breve (l’opposto di Matteo 19,3-6), le unioni civili (frutto dell’«invidia del Demonio»: Jorge Mario Bergoglio, 22.6.2010) e, tramite il biotestamento, l’eutanasia omissiva (l’opposto del Quinto comandamento).
Com’è dunque possibile che la maggior parte dei fedeli praticanti, in Italia, voti progressista? Il Pd di certo non porta ad andare a Messa, essendo guidato da uno che si vanta d’aver «giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo». Forse allora andare a Messa porta a votare in un certo modo? Lo escludo, anche se altri hanno già provveduto a sollevare ammonimenti su questo versante. Infatti un certo Joseph Ratzinger, anni fa, se ne uscì con una battuta che più o meno diceva: una prova della divinità della Chiesa sta nel fatto che la fede dei popoli sopravvive a milioni di omelie domenicali. Ancora più esplicito fu il cardinale Biffi: «Non bisogna aver paura dei cattolici non praticanti, ma dei praticanti non cattolici».
Ne deduco che Pagnoncelli, in realtà, sia stato largamente anticipato, che non abbia che quantificato quello che i pastori più avveduti avevano già compreso. Resta tuttavia l’amarezza per il ribaltamento culturale e spirituale in corso, con un popolo che all’accoglienza del Vangelo sembrare preferire il vangelo dell’Accoglienza, alla lotta contro il peccato quella contro le frontiere, alla fede la filantropia. Come uscirne? Ricordo che, interrogato sull’opportunità di pagare le tasse agli occupanti Romani, Gesù fu chiaro: «Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio». Fosse interpellato sui nostri partiti, immagino che altrettanto chiaramente intimerebbe di non tirare in ballo Dio. Ma pure di stare lontani da Soros.
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E’ semplicemente (ma tristemente) il segno di quanto per molti esista e sussista la dicotomia pratica tra l’ “andare a Messa” – non mi spingerei neppure al “credere al Vangelo” – e la “vita feriale”.
Di quanto siano distanti i “pensieri di Dio” dai pensieri di molti (in certi casi di noi tutti).
Di quanto sia vero (forse…) che “nel segreto dell’urna Dio ti vede”, ma non è “affar Suo”!
Parole sante
Sono d’accordo: parole sante.
Quando il Papà venne in visita a Bologna il primo ottobre dello scorso anno, tra le varie figure di pastori che custodirono la fede della Chiesa bolognese nel corso degli anni, scelse di ricordare le parole del cardinale Giacomo Lercaro. Uno che per essersi espresso contrario alla fine in Vietnam, venne destituito. E il Papa rivolse proprio a lui la sua attenzione, in quella giornata, tra vari esempi sui quali soffermarsi. Come rivolse a don Lorenzo Milani lo scorso giugno il suo sguardo. Anche al sacerdote fiorentino, a suo tempo venne rivolta da parte di certa Chiesa, una non simpatica accoglienza. Che Francesco ci dica proprio di passare dall’accoglienza del Vangelo al Vangelo dell’accoglienza? Il tempo si è fatto breve, in lingua originale San Paolo scrive “il tempo è ammainato”, è tutto raggomitolato tra le mani del buon Dio che ci tiene in braccio. Noi, abitanti del tempo, siamo raccolti in braccio dal Buon Pastore. Il regno dei cieli è vicino. È qui, nel tempo breve, sotto lo sguardo del Padre. Qui dentro, in mezzo alle pieghe del tempo ammainato… Ci sono tanti Giovanni Battista che ci indicano Colui che prende tra le sue braccia misericordiose il tempo, i nostri affari e li guarda, li chiama alla salvezza. Ascoltiamo e accogliamo questi Giovanni Battista?
Io non saprei dire se la maggioranza dei fedeli praticanti voti progressista: se cosi’ fosse, significherebbe che questi votino “turandosi il naso”, sull’esempio (reitetato piu’ di una volta) del grande Indro Montanelli, scegliendo il meno peggio. Certo che sapere l’on. Salvini al ministero dell’interno, verrebbe voglia di comprare una bella molletta…
Refuso: reiterato.
Giusto! Invece Rognoni, Scalfàro, Mancino, Napolitano, Iervolino, Bianco ed Alfano, tanto per citare i migliori, hanno dimostrato grandi capacità.
Be`, non dico che fossero degli statisti ma, perlomeno, era gente laureata e con una storia credibile alle spalle…
Scalfaro, da me conosciuto di persona nel 1987 ( lo votai pure, prese 91.611 voti), era un’ottima ed integerrima persona.
Il manifesto ripiegamento a sinistra di certa gerarchia ecclesiastica iniziato negli anni ’60 proseguendo nel ventennio successivo, è probabilmente in ripresa oggi col pontificato di Papa Francesco (ma non è detto che le pecorelle seguano…).
Questo spostamento (che storicamente tanto danno ha arrecato alla vita e alla famiglia cristianamente intese) probabilmente si radica a partire dall’assunto conciliare «la Chiesa, in forza del Vangelo affidatole, proclama i diritti umani» (GS, 41).
“Accettando i diritti umani, in particolare i diritti sociali, la Chiesa [ha] riveduto il suo tradizionale insegnamento che mette al centro del comportamento cristiano i doveri dell’uomo verso Dio, non i suoi diritti verso gli altri uomini. Penso anche che non esista una correlazione stretta fra doveri e diritti che giustifichi questa revisione. E penso infine che quel dialogo che, tramite i diritti umani, la Chiesa intende intrattenere con il mondo moderno sia piuttosto una mela proibita.” (M.Pera “Diritti umani e cristianesimo”).
La penso allo stesso modo.
Uno dei tanti segni che dimostrano la profonda lucidità di Paolo VI, quando ammoniva che “all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa”:
http://www.iltimone.org/news-timone/nel-cattolicesimo-c-un-pensiero-non-cattolico-che
Particolarmente interessante, quel “non rappresenterà mai”.
Bene e male non si scelgono, infatti, per via democratica.
Per sparuto che rimanga il pensiero cattolico, esso sempre rimarrà quello della Chiesa…
@Roberto
Scalfaro, mah!
Una straordinaria carriera all’insegna della carità cristiana quella del 26’enne promettente p.m.Oscar Luigi Scalfaro, che offrì la sede dell’Azione Cattolica alle brigate partigiane diventando poi «consulente tecnico-giuridico» dei «tribunali militari dei partigiani» tramite i quali furono sommariamente giustiziati dai 15000 ai 40000 «nemici del popolo»… che si offrì volontario presso la Corte Straordinaria di Assise di Novara nei sei mesi di applicazione del codice di guerra, chiedendo la condanna a morte di ben otto fascisti (l’ottavo mi pare fu poi graziato)…
@Spinola: E tutto il resto? Limitiamo il giudizio ad episodi “anti- diluviani”? Era un politico onesto e tutto d’un pezzo: fiuto’ e denuncio’ il malaffare nella ricostruzione del post-terremoto in Irpinia ma la sua rimase una voce isolata. Era contro il divorzio, l’aborto, la corruzione e, non sopportava Bonino, Pannella e sopprattutto i “Verdi”, (che, in privato, definiva “gentaglia”). Sosteneva che se i movimenti “arcobaleno” prosperavano, era perche’ i partiti di governo erano carenti in certi aspetti, e avrebbero dovuto impegnarsi maggiormente. Era per la tutela dell’ambiente.
Refuso: soprattutto.
Tutto il resto? Ciò si fa all’inizio di una folgorante ascesa politica conta eccome!
Una figura controversa dunque; per il resto, non vedo quale storico contributo positivo abbia recato all’Italia il “politico” Scalfaro. Semmai, direi che la sua gestione del potere da Presidente non può che definirsi quantomeno problematica.
E qui chiudo, altrimenti diventa inutile polemica.
Devi capire in che contesto e’ vissuto. Benche’ calabrese di origini, e’ nato e vissuto in una terra che, dopo l’armistizio del settembre ’43, fu teatro di feroci scontri tra “repubblichini” affiancati dalle truppe di occupazione tedesche e partigiani. Conosceva “Mora e Gibin” (lo disse) due partigiani che per aver catturato (senza colpo ferire), un podesta’ della zona, vennero intercettati e barbaramente trucidati al comando di zona, (gli vennero strappate tutte le unghie di mani e piedi con la tenaglia, e anche altro…). Non sopportava i fascisti, si presto’ a qualche “raccomandazione” ma solo per persone che reputava meritevoli, (mi disse in privato: io posso segnalare solo gente preparata, altrimenti e’ meglio che il posto venga assegnato a chi lo merita); per il resto fu un’ottimo cristiano.
In effetti, non sopportava Berlusconi. Direi che gli fosse inviso quanto i radicali. Riteneva che fosse al governo esclusivamente per fare il suo interesse. Invero lo disse esplicitamente pure Montanelli.
“Una straordinaria carriera all’insegna della carità cristiana quella del 26’enne promettente p.m.Oscar Luigi Scalfaro”
Senza dimenticare come, tra una condanna a morte e un “ribaltone”, trovò modo di agire così meschinamente da vedersi redarguito pubblicamente perfino dal principe Antonio de Curtis… 😀
Se tutta quella classe politica avvesse avuto la moralita’ di Scalfaro, non si sarebbe resa necessaria una cosidetta” II Repubblica”. Inteso? In secondo luogo il P.M. si fa carico di promuovere ed avviare l’azione penale e sostenere, nel dibattito, la pubblica accusa. Non altro. E’ il GIP che decide se esistono i presupposti per instaurare il giudizio e successivamente il GUP a pronunciarsi.
Premesso che chiunque governi, deve necessariamente giurare sulla Costituzione del proprio paese e non sul Vangelo, perché non tutti i cittadini governati sono credenti e se anche lo fossero, non tutti sarebbero cristiani.
Detto questo, coloro che vogliono a tutti i costi mischiare i principi religiosi a quelli della politica dovrebbero prendere come esempio ciò che ha risposto Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, il quale senza scandalizzarsi alla domanda su che cosa pensa sulle leggi che fa lo Stato: «Lo Stato fa le leggi che ritiene; i credenti fanno quel che ritengono, spesso dopo averci chiesto consiglio».
Non vedo quindi che cosa c’entri e quale contrasto rappresenti l’andare a messa con il votare un partito che non segua la legge coranica. Scusate, volevo dire il Vangelo.
Anche Papa Francesco, nell’omelia di casa Santa Marta, ha riconosciuto che lo Stato debba essere laico.
“Non vedo quindi che cosa c’entri e quale contrasto rappresenti l’andare a messa con il votare un partito che non segua la legge coranica. Scusate, volevo dire il Vangelo.”
Il contrasto sta in una posizione schizofrenica: essere cattolici e votare candidati che non seguono neppure di striscio la dottrina sociale cattolica, non è difficile da capire.
@Michele.
Concordo. E, infatti, per quanto mi riguarda, ho compreso benissimo la manifesta incoerenza di chi si dichiara cattolico e poi agisce in totale contraddizione verso il Magistero e non soltanto per l’eventuale scelta politica.
Sono altri che non capiscono, che si meravigliano dando l’impressione di cadere dal pero o forse preferiscono non soffermarsi sull’evidente profonda dicotomia che c’è tra chi si dichiara cattolico o vuole apparire tale e le concomitanti scelte di vita messe in pratica.
Se così non fosse, al di là del sondaggio di Pagnoncelli non si spiegherebbero ben altre percentuali.
In questo ha ragione e ha colto nel segno Bariom, quando scrive «E’ semplicemente il segno di quanto siano distanti i “pensieri di Dio” dai pensieri di molti…».
“Non vedo quindi che cosa c’entri e quale contrasto rappresenti l’andare a messa con il votare un partito che non segua la legge coranica. Scusate, volevo dire il Vangelo”
Un cattolico vede invece bene – o, meglio, dovrebbe – il nesso tra Fede e “politica”, e lo chiama “Regalità sociale di Nostro Signore”.
Il quale è, nonostante l’oblio calato su di esso, un dogma della dottrina cattolica.
«Un cattolico vede invece bene – o, meglio, dovrebbe – il nesso tra Fede e “politica”, e lo chiama “Regalità sociale di Nostro Signore”».
Appunto, dovrebbe! La “Regalità sociale di Nostro Signore” è valida per i cattolici che si ritengono tali e per chi quel “dogma” accetta. E tuttavia non mi sembra siano poi tanti ad accettare quel dogma, come i molti altri del resto. Ed è proprio per questo che la risposta del rabbino è interessante: dimostra l’intelligenza e la sensibilità di chi sa di non vivere in un paese omogeneo e dove tra l’altro la teocrazia non trova terreno fertile.
non avevo dubbi sulla ammirazione del sig. Roberto per il nobile (barone) Scalfàro.
Tutti ricordiamo il famoso “Io non ci sto” a reti unificate, dimenticando che in una repubblica la sovranità dovrebbe appartenere al popolo.
Ma pochi ricordano che quando era stato inquisito per “appropriazione indebita” (100 milioni al mese come Ministro dell’Interno), nonostante il reato fosse stato accertato, la sua posizione è stata archiviata perché “non si è potuto dimostrare che le somme se le è tenute”: caso unico nella storia; per qualunque altra persona viene perseguito il reato, indipendentemente da dove finiscono i proventi illeciti. E’ forse da allora che si è manifestata appieno la NON indipendenza della magistratura.
@ Vittoria. Non lo conosce proprio e parla a vanvera e, le consiglio caldamente di non insistere in accuse stravaganti, altrimenti riferisco a chi di dovere. Io l’ho conosciuto di persona ed ho pure ricevuto un libricino sul significato della quaresima scritto ed edito dal Presidente e le significo che era uomo di specchiata onesta’ . Anteponeva sempre l’interesse pubblico al proprio ed alla sua morte, la sua dimora nativa ed altri beni furono devoluti alla cosa pubblica. Altro che appropriazioni indebite…
Ringrazio vivamente il sig. Roberto per avermi preavvisato “altrimenti riferisco a chi di dovere”.
Semplicemente io non voglio che la societa’ sia intrisa dalle falsita’ e mali propinati della sinistra italiana (in realta’ frutto di una mentalita’ individualista e forse, come dicono alcuni, neoliberista) compresi quelli che Guzzo elencava qui sopra (divorzio breve, unioni civili che sono praticamente diventate un “matrimonio”, eutanasia). Non c’e’ bisogno di essere credenti per pensare che certe scelte politiche siano un male non solo per l’individuo, ma anche per la societa’.
Purtroppo oggi molti considerano il cattolicesimo solo come un generico “volemose bene” e non sanno nemmeno che l’amore, secondo il pensiero della dottrina cattolica, non si identifica con un sentimento. Per cui il PD sembra essere il partito che va per la maggiore tra i cattolici “tiepidi”.
Tutto questo non mi impedisce di vedere che, dall'”altra parte” ci siano persone con cui uno non vorrei avere molto a che fare.
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