«Io sono stata la prima a portare un cane in Parlamento. Sarebbe una rivoluzione candidare un animale nella nostra lista», ha dichiarato nei giorni scorsi Michela Vittoria Brambilla. Ora, dinnanzi a queste dichiarazioni, qualcuno, polemicamente – ma neanche troppo –, potrebbe osservare che l’ultima volta che un politico importante di simpatie animaliste si prese a cuore prima un piccolo randagio («Ero incredibilmente affezionato») poi, anni dopo, un pastore tedesco femmina, che portava alle proprie riunioni e che avvicinò, anch’essa, alla propria dieta vegetariana («In un certo senso la mia cagna è vegetariana»), l’umanità ebbe parecchie grane dal momento che, quel tale, era Adolf Hitler.
Dato che però comprendo, almeno in parte, i perplessi sulla reductio ad Hitlerum, mi limiterò a una considerazione e a una domanda. La considerazione è la seguente: quando Caligola (12-41 d.C.) nominò Incitatus – un cavallo – senatore, lo fece per far capire al Senato che non conta più nulla, non certo quale omaggio a qualsivoglia progresso. Il fatto che ora, invece, taluni considerino rivoluzionario «candidare un animale», lascia supporre che il pur depravato terzo imperatore romano, oggi, passerebbe per un illuminato: il che è tutto dire, rispetto ai tempi che stiamo vivendo. Ma soprattutto, e vengo alla domanda, vi sarebbe davvero qualcosa di innovativo nel «candidare un animale»? E tutti gli asini candidati finora, scusate, che erano?
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Grande Giuliano, l’ultima frase mi ha fatto morire!
Gli asini hanno molto più onore e dignità dei parlamentari, altroché. Comunque, come al solito la politica che è una cosa seria viene banalizzata da queste stupide iniziative.
Amare gli animali, o semplicemente rispettarli, è una cosa condivisibile, ma metterli sullo stesso piano di un essere umano facendoli addirittura candidare, significa oltrepassare ampiamente il senso del ridicolo. Come al solito gli eccessi la fanno da padrone.
Anche di cani in Parlamento ce ne stanno e ce ne sono stati a lungo… certamente da molto prima che la signora prendesse l’iniziativa 😉
****Io sono stata la prima a portare un cane in Parlamento. Sarebbe una rivoluzione candidare un animale nella nostra lista****
In questa frase vedo solo una grande mancanza di rispetto verso l’insieme costituito da tutti gli esseri umani meno la signora Brambilla. Dovrebbe vergognarsi di prendere per il culo (come fece Pannella con la faccenda della porno diva di turno…) il posto dove in un paese civile si esplicita (o si dovrebbe esplicitare…) la conta democratica.
E tra l’altro… se il mondo degli asini avesse (magari a modo loro l’avranno, che ne sappiamo noi…) le sue brave liste elettorali ci penserebbe due volte a candidare una come Michela Vittoria Brambilla.
Stamattina, per la prima volta in vita mia, ho visto una donna tenere il bambino al guinzaglio e il cane in passeggino. Una cosa incredibilmente ridicola.
i veri asini siamo stati noi a votare gente come questa e come l’allattatore di agnelli
Ma la Brambilla ci è o ci fa?