Il bilancio questa volta è di sei morti e quarantotto feriti. Un altro attentato – effettuato alle 23 di ieri con due attacchi terroristici – il primo sul ponte di London Bridge, il secondo a Borough Market – insanguina Londra e scuote l’Europa. Inverando da un lato le note minacce secondo cui sarebbe stato un Ramadan di sangue e, dall’altro, la lettera coranica. Gli aggressori, infatti, hanno seminato morte brandendo coltelli dalle lunghe lame strillando «Questo è per Allah» e, a ben vedere, riservando agli infedeli quanto espressamente prescritto: «Tagliate loro le mani e la punta delle loro dita» (Sura 8:12). Tutto chiaro, no?
E invece, statene certi, rilanceranno il tormentone dell’«integrazione» (in una città col sindaco musulmano, che liquida i mostri come semplici «codardi»?); diranno che è meglio parlare di generico «terrorismo» più che di terrorismo di islamico (573 vittime della furia jihadista, in Europa, non sono ancora abbastanza?); verrà fuori che i terroristi erano soggetti nati nella stessa Inghilterra (e con questo?) e già noti ai servizi (segreti o dormienti?). La solita minestra, insomma, di un Continente dalle numerose priorità – l’intoccabile accoglienza dei migranti, la lotta al global warming, il contrasto agli stereotipi di genere – fuorché la propria salvezza.
Come mai l’Europa ha deciso, sia pure lentamente – e sdolcinatamente -, di farla finita? Perché un popolo dalle radici millenarie (l’Unione europea, con tutto il rispetto, sta all’Europa come Fabio Volo sta a Dante Alighieri) accetta di farsi ferire e devastare a puntate dalla furia islamista senza non solo reagire, ma neppure ammettere a se stesso ciò che con ogni evidenza sta accadendo? Mia personale convinzione, al di là di mille aspetti, è che buona parte della responsabilità derivi dal processo di scristianizzazione dell’Europa. Che ora, chiaramente non più cristiana ma non ancora mussulmana, è parecchio rimbambita.
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Più che la scristianizzazione,ti ricordo che il cristianesimo ha versato il sangue dei miei antenati e non solo per secoli, direi che si è perso l’amore per la propria patria,radici e cultura. Non esiste più l’identità nazionale perché vogliono inculcarci fin da bambini che siamo tutti cittadini del mondo,tutti uguali ecc. Quando invece non è così. Inoltre ci hanno inibiti alla violenza e alla lotta,mentre questi bastardi crescono con l’odio e la violenza contro di noi. Porgere l’altra guancia é proprio il modo di venire uccisi!
“Mia personale convinzione, al di là di mille aspetti, è che buona parte della responsabilità derivi dal processo di scristianizzazione dell’Europa. Che ora, chiaramente non più cristiana ma non ancora mussulmana, è parecchio rimbambita.”
Assolutamente vero. La morale cristiana combinata alla filosofia greca e all’etica romana, costituiva il punto di forza spirituale dell’Europa, dei suoi popoli e delle sue nazioni. Purtroppo, la diffusione nel Settecento e nei secoli successivi, di ideologie quali l’illuminismo, il liberalismo, il marxismo, il nazionalsocialismo, il progressismo, solo per citarne alcune, hanno contribuito a distruggere l’anima cristiana del nostro continente, ed oggi ci troviamo in questa brutta situazione.
L’islamizzazione dell’Europa è un pericolo più che mai concreto, e non sarà dovuto solo alle enormi differenze in termini di fecondità tra noi occidentali e musulmani, ma anche e oserei dire soprattutto, dal fatto che oggi una fetta assai consistente della popolazione europea (specie quella tra i 18 e i 40 anni) è formata da smidollati liberalprogressisti sostenitori accaniti della società libera, aperta e multietnica, i quali, stiamone certi, piuttosto che difendere – anche con la morte – l’identità dei nostri paesi e ciò che ne resta, si convertiranno al culto maomettano, come fecero i numerosi albanesi e slavi (gli odierni bosniaci) durante l’occupazione ottomana della penisola balcanica del XV secolo.
La nostra debolezza etica, morale e spirituale, costituisce la via principale verso l’islamizzazione.