Ho letto l’ultimo libro di Alessio Mannino, giornalista e direttore di Vvox, e sapete che c’è? Mi sono divertito. Le pagine mi sono infatti scivolate sotto gli occhi, una dopo l’altra. Basterebbe già questo, a suscitare una certa curiosità verso Contro la Costituzione (Circolo Proudhon Editore, pp.120), pamphlet che infischiandosene del bon ton civico prende di mira proprio lei, la Carta, la bibbia laica oramai osannata da tutti: a destra, a sinistra, tra laici e tra cattolici. Quasi che non fosse stata scritta da pur saggi uomini, ma dall’Onnipotente in persona. Una devozione dalla quale Mannino si smarca regalandoci un testo brillante e provocatorio, denso, intelligentemente irriverente; niente a che vedere con le televendite di chi fino a poco fa voleva sfregiare le Costituzione dicendo di volerla riformare.
In sostanza, il libro affronta e discute, con stile aforistico e graffiante, tutti i più importanti articoli della Costituzione, proponendone una riscrittura più adeguata e soprattutto meno menzognera, rispetto ai tempi che viviamo. Sì, perché è questo che all’Autore proprio non va giù: l’ipocrisia, ossia la distanza tra i principi solennemente scolpiti nella Carta e la loro effettiva realizzazione, distanza che oltre mezzo secolo dopo appare del tutto inescusabile, anche perché in molti aspetti non solo è rimasta importante, ma si è addirittura ampliata. Mannino, beninteso, non è giurista, ma questo non è un limite Contro la Costituzione, anzi: sia perché è di una scorrevolezza impensabile per il giuridichese, sia perché sconfina ben oltre il diritto, con riflessioni sui limiti e sui paradossi della nostra Italia.
Da questo punto di vista, si tratta di un libro che se da una parte forse attribuisce alla Carta responsabilità eccessive, dall’altra invita ad aprire gli occhi su molte cose, a partire appunto da una società, la nostra, dominata da crescente pazzia e inconsapevolmente asservita a troppi idoli. Ma non crediato sia un testo forzatamente polemico e basta, di sola critica; il primo comma dell’articolo 29, quello che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, viene per esempio definito «perfetto» perché «usa quel salutare aggettivo “naturale” che è di una chiarezza autoevidente e cristallina. E infatti è osteggiato, manipolato, dileggiato, stravolto e frainteso da chi ha in mente di negare nichilisticamente l’innegabile. Cioè che la famiglia è fatta in un modo e in un modo soltanto» (p.67).
La sentenza più inappellabile Mannino la riserva invece agli articoli 41, 42, 43, 44 e 45, «forse la parte più falsa della Magna Charta del ’48, con il tentativo utopico di una convivenza tra capitalismo – fondato su proprietà e iniziativa privata (ma non sulla concorrenza, che significativamente non compare) – e i fini sociali di utilità collettiva» (p.82). Nel complesso, lo si diceva poc’anzi, secondo l’Autore la Costituzione sarebbe largamente da riscrivere. Tesi giusta oppure no? Se volete farvi un’idea Contro la Costituzione – che si apre con la prefazione di Massimo Fini – dovete leggerlo. Comunque la pensiate sulla Carta. Se infatti la ritenete la Costituzione più bella del mondo, la lettura di questo libro vi riporterà coi piedi per terra; se invece ne siete dei critici, vi offrirà nuovi argomenti. In ogni caso, sarà tempo ben speso.
Signor Franco,
e bravo lei, Dio ci parla in metafore e Darwin ci spiega la creazione universale.
Come vede il Creatore pensava di non rivelarci i Suoi segreti e noi li scopriamo ad uno ad uno: “e lo fece a sua imagine e somiglianza”.
Come fantasia e’ un vero artista, come coerenza alla teologia degli attributi infiniti di Dio al di la’ di ogni immaginabile capacita’ del nostro intuito… tutt’altro ragionamento.
Si chieda, se vuole, che necessita’ ha Dio di parlare alle sue creature con metafore invece di rivelarci sufficiente Verita’ da essere compresa dalle menti che ha creato?( Veda la semplicita’ della Verita’ evangelica…)
Diciamo: “Padre nostro che sei nei Cieli…”e come Padre Amoroso ama le sue Creature e non serve serpenti quando sa che abbiamo bisogno di pane= Luce.
( Su questo concetto di pensiero veda l’estento di cosa fece Gesu’ Cristo per noi per dirci/darci la Verita’ e la eterna conferma che ci ha lasciato: “il cielo e la Terra passeranno ma le mie Parole non passeranno”.
Non penso che lei voglia credere che Dio, infinito e perfetto, abbia necessita’ di servirsi di metafore, mentire, o voler confondere le menti di cio’ che ha creato. Anche alla spicciola detta popolare emerge una saggezza meravigliosa: non si muove foglia che Dio non voglia: Onnipotente e Onnivegente. )
Non confondiamo mutazioni genetiche e leggi fisiche con l’escatologia di Dio: che sono un Mistero del suo Creare.
Attributo Divino del tutto illimitato e al di la’ delle dimensioni di tempo e spazio, a noi incomprensibile: vedi angeli, serafini e cherubini.( Arcangelo Raffaele nel libro di Tobia: altra metafora)
Visto che le piace prendere degli spunti bibblici si diverta a spegarsi i giganti i loro amori con le donne della Terra….e con “metafora” vera da dove vengono o come furono costruite le opera megalittiche che sono ancor oggi visibili in giro per il mondo a cui non sappiamo dare risposta: fosse la volta bona che abbiamo la prova dei Marziani?
A riguardo la poetica della strofa dal Cantico dei Cantici, (che lei estrae priva del contesto del libro) come vede: tutto e’ puro, casto, santo a tempo e luogo e senza malizia.
Un crescendo di un desiderio Amoroso che procede verso una finalita’ vocazionale di intimita’ nel rispetto della legge di natura e non nel capriccio della lussuria, cosi’ come voluto dal Creatore: crescete e moltiplicatevi.
Nel giardino terreste, seguendo la linea delle sue ”metafore” i nostri avi erano nudi.
Come vede tutto in Madre Natura e’ puro, casto, santo perche’ creato dalla Perfezione di un Ordine Divino per un Suo Fine in cui l’Uomo e’ dato/chiamato con grande onore di poter contribuire nella liberta’ del suo libero arbitrio.
Ora che il Signor Darwin e’ nella vita eterna vede tutte le “metafore” della Parola di Dio ed anche le combinazioni, permutazioni dei geni viventi e loro mutazioni cosi’ come il Creatore li creo’ nel contesto : “abbia ogni cosa vivente il suo seme”.
Cordiali saluti, Paul
(candiago.p@bmts.com)