Sono anni che ci tormentano con il rispetto per la donna, valore culturalmente incompiuto – pare – e per una piena realizzazione del quale occorrerebbe un comune ed urgente sforzo. Certi richiami su questo tema a me paiono esagerati, tuttavia di fronte ad una maggiore richiesta di valorizzazione della dignità femminile mi dico: perché no? Anzi, ben venga. Ci mancherebbe. Poi però uno si accorge che è un trucco, una presa in giro. Sì, perché da una parte ci si sgola sulla necessità di tutelare più la donna – e siamo d’accordo -, ma dall’altra, si consente che alcune donne siano quotidianamente ricoperte d’insulti o aggredite per il solo fatto di non essere allineate alla cultura dominante. Gli esempi ormai sono tanti.
Penso alla dottoressa Silvana De Mari, medico nonché «una delle autrici fantasy italiane più conosciute al mondo» (la Repubblica), che alcuni paladini dei diritti ora vorrebbero sospesa dell’Ordine dei Medici per il suo pensiero critico non sulle persone omosessuali, si badi, ma sull’omosessualità, che preferisce chiamare omoerotismo; penso a Benedetta Frigerio, brava giornalista contro cui è stata avviata addirittura una petizione che la vorrebbe far cacciare dall’Ordine dato che si è permessa, udite udite, di esporre i dati pubblicati dal National center for transgender equality sul tenore di vita dei transessuali; penso a Costanza Miriano, anche lei scrittrice contestatissima tempo fa bloccata da Facebook per frasi neppure sue, ma che le erano state attribuite.
Penso, continuando, a Susanna Ceccardi, giovane sindaco leghista bersagliata continuamente di minacce; penso a Elisa Mecozzi, madre di cinque figli e farmacista finita addirittura sotto processo (anche se poi assolta) per aver opposto la propria obiezione di coscienza alla vendita della pillola del giorno dopo. Ebbene, per questa professionista, come per le altre citate, non ho saputo della solidarietà di figure istituzionali, non ho letto comunicati stampa della Presidente della Camera, non ho visto trasmissioni televisive nel corso delle quali qualcuno manifestava vicinanza. Zero. Poi però ci spiegano, gli stessi che non fiatano quando altre donne si beccano le peggiori ingiurie, che sarebbe il caso iniziassimo a parlare di «ministra» e «sindaca». Ma un po’ di sano senso del ridicolo proprio no, eh?
Fatwa scatenata contro De Mari e Frigerio
http://www.communitylacroce.it/2017/01/13/fatwa-scatenata-de-mari-frigerio/
Assolutamente da leggere non tanto per conoscere l’ennesima – ridicola, ma dura presa di posizione di “Gay lex” – ma per approfindire la chiara e realistica visione della De Mari che può essere molto utile a chi chiarezza non ha sull’argomento.
Lettura illuminante!
Però mi chiedo: non si sa esattamente quanti siano i medici in Italia – certamente non meno di 200.000, tra i quali molti cattolici praticanti e molti agnostici o atei rispettabili e onesti – possibile che nessun’altro in questi decenni di propaganda omosessualista abbia sentito il dovere di parlare, la voglia e il coraggio di alzare la voce e dire la verità sulla condizione degli omosessuali? Paura? Carriera? Ideologia?
Bella domanda…
Gandolfini, medico, ha iniziato la sua campagna contro GENDER e UNIONI CIVILI partendo proprio da considerazioni mediche.
Ma è vero che pochi altri sono stati disposti a esporsi come lui.
L’obiezione di coscienza è un privilegio, è sopravvalutato e soprattutto è considerata a senso unico (cioè va bene solo per i cattolici). L’obiezione per i farmacisti, poi, è ancora più assurda e non mi pare che esista nel testo della legge 😀 Di che stiamo parlando?
Mi permetto anche di dire che non fa differenza essere uomini o donne se non si rispettano i diritti degli altri. Però devo ammettere che il tuo titolo catchy, click-baiting friendly, ha avuto il suo effetto!
“Diritti degli altri” è una bella frase che vuol dire tutto e nulla e andrebbe contestualizzata e valutata di volta in volta.
Anche l’obiezione di coscienza riguarda i diritti di chi la esercita.
Non è a “senso unico”, se ci sono altri, cattolici a parte, che sentono di doverla esercitare lo facciano.
Finché la si lascerà esercitare… perché il sentore è che per alcuni, qui si a senso unico, questo diritto, più che privilegio, verrà negato.
L’obiezione di coscienza, secondo me, è un “diritto” abusato, figlio di un paese come il nostro che si professa laico ma che privilegia la religione cattolica, a partire dal concordato e dalle contraddizioni della costituzione. Credi che un medico musulmano o testimone di geova avrebbe lo stesso diritto di “obiettare” seguendo una sua convinzione? No, immagino, sarebbe tacciato di “integralismo”. E sarebbe giusto farlo, come giusto lo è per i cattolici. Hai scelto una professione che contemplava anche l’aborto? Bene, non puoi rifiutarti di farlo: vorrebbe dire mettersi al di sopra della legge. Ha senso andare volontario in guerra e poi dire “no, io non sparo”? No, non ha senso. Ha senso fare il medico legale e dire “ma io i cadaveri non li tocco”? No. Ha senso fare il ginecologo e dire, per principio, “no, io gli aborti non li faccio”? Indovina un po? 😀
Guarda caso Cinematismo hai fatto un esempio “andare a uccidere tutti gli austriaci ecc” dandolo giustamente per inammissibile.
Quindi ti sei già risposto (o se preferisci fatto un autogoal) 😉
Poi se proprio vuoi sopprimere qualcuno, fallo da te, non chiedere ad altri che lo facciano perché tu hai così deciso.
La legge dello Stato non è un’entità suprema (per te forse) e molte leggi ancora oggi sono profondamente ingiuste in più di un settore.
Più di una volta nella Storia si è arrivati a camabiarle rischinado in prima persona (e rimettendoci anche la vita) o oggi avremmo ancora lo schiavismo…
Quindi occhio a parlare di leggi e diritti come fossero dogmi, “perchè è molto facile che il discorso si ritorca contro di noi 😀”
Non puoi paragonare l’aborto a “sopprimere qualcun altro”; non puoi pretendere che tutti gli aborti siano uguali. Sei tu che stai parlando per assoluti. Una donna che viene stuprata deve essere obbligata a partorire? Una donna che rischia la vita deve essere obbligata a morire? Che almeno sia lei a scegliere, e non “l’obiezione” del medico. Perchè la vita del futuro bambino dovrebbe essere considerata più importante di quella della madre? Cos’è, giochiamo a fare dio solo perchè siamo medici? Partite sempre dal presupposto che l’aborto sia una decisione facile, per la donna, che sia un capriccio, quasi che sia un dispetto al medico obiettore. Cani.
“Hai scelto una professione che contemplava anche l’aborto? Bene, non puoi rifiutarti di farlo: vorrebbe dire mettersi al di sopra della legge. “… a dire il vero, Ippocrate, il primo grande medico del V secolo A.C. ha creato un codice deontologico dove dice che non porrà mai fine ad una vita umana, pertanto l’aborto non è contemplato nella professione medica, ma è stato legiferato in modo ingiusto.
Non è possibile generalizzare perchè non tutte le donne che abortiscono lo fanno “per sport”, per rimediare a una leggerezza o perchè cambiano idea all’improvviso. Un dogma non ti consente di scegliere e di analizzare caso per caso, una legge fatta per bene, invece, si. Mi pare che già l’obiezione di coscienza sia un bel segnale di apertura verso le convinzioni religiose del singolo medico, ma se ci mettiamo pure il fatto che la legge non viene fatta applicare per bene… In questo modo crescono gli aborti clandestini, come col proibizionismo crescevano consumo e contrabbando di alcolici.
… ma tu l’hai letta la legge? Si intitola “per la tutela della maternità” e indica con precisione che il medico non deve consigliare l’aborto ma deve accompagnare la donna attraverso un supporto che contempla anche il consulto psicologico, quindi le donne che non lo fanno “per sport” potrebbero avere la possibilità di non abortire se l’ideologia mortifera non fosse imperante. Sul resto dico solo che ormai lo sanno pure i moscerini che è proprio liberalizzando senza limiti che si formano individui dipendenti di ogni cosa…
L’ho letta, la legge, e non mi pare che nessuno voglia “liberalizzare senza limiti”, e infatti, come tu stessa dici, non si abortisce dall’oggi al domani: sei accompagnata in un percorso, certo, con la possibilità di non abortire, non l’obbligo. Ma in quel percorso non ci dev’essere un medico obiettore, perchè se obietta ti sta già giudicando, col suo rifiuto aprioristico. Tutela della maternità non deve voler dire imposizione di una decisione. Poi, ripropongo la domanda: un obiettore sa contemplare eccezioni? Se io fossi donna e fossi stata violentata e rimanessi incinta, perchè mai dovrei essere obbligata a partorire? Perchè devo essere obbligata da qualcun altro, che non ha subito quello che ho subito io, a sacrificarmi? Oppure, se dare alla luce un bambino volesse significare la mia condanna a morte, perchè dovrei essere giudicata da un medico obiettore che non può sapere cosa sto provando e non dovrebbe costringermi a fare nulla, ma solo spiegarmi, aiutarmi a capire e lasciarmi libera di decidere? Perchè dev’essere così facile, per gli altri, decidere su qualcosa che non li tocca direttamente?
Tutti questi timori sull'”omicidio del bambino”, poi, non mi paiono così fondati, perchè è la stessa legge che pone dei limiti.
@Cinematismo, tu presumi che l’obiettore “giudichi” qualcuno, ma questo è un TUO giudizio preconcetto.
Ciò dimostra che non comprendi neppure il motivo che sta alla base dell’obiezione (non dico condividi, dico comprendi).
Quanto al dolore delle donne di cui tanto parli, di nuovo per una idea preconcetta pensi che chi fa obiezione, faccia semplicemente spallucce.
La verità nuda e cruda e che proprio chi spinge la donna verso l’aborto come fosse predere un’aspirina, comprese famiglie, mariti, compagni, sono spesso i primi che della grande sofferenza della donna (prima e dopo) non se ne fanno minimamente carico. E che difronte a questa terribile decisone, le donne sono lasciate altrettanto sole… anzi, si proprone loro un’unica alternativa (sempre nella solitudine).
Ma che ne sai di chi “spinge la donna verso l’aborto”, come se si potesse generalizzare così 😀 I fatti sono che un obiettore di coscienza obietta per principio. Altrimenti non si chiamerebbe obiezione di coscienza, ma “obiezione in seguito a un ragionamento accurato e basato sul singolo caso”: in questa circostanza, di fronte a dei principi sbandierati con tanta sicumera, allora mi sento di generalizzare. Io comprendo i motivi dell’obiezione (non è così difficile fare o rifiutarsi di fare qualcosa per principio: la difficoltà è ragionarci su, mettersi in discussione e capire i punti di vista degli altri). Comunque ho capito che abbiamo punti di vista troppo diversi e che potremmo discutere all’infinito. Lascio a te l’ultima parola, se vuoi rispondere a questo commento 🙂
“Comunque ho capito che abbiamo punti di vista troppo diversi …” Poco ma sicuro 😉
“Ma che ne sai di chi “spinge la donna verso l’aborto”, come se si potesse generalizzare così…”
Beh di molti so qualcosa… è chiaro che si va senmpre per “generalizzazioni”, ma non riconoscere un dato di fatto in qualche modo generalizzato (la pressione “istituzionale” dell’apparato sanitario – quella di tante famiglie – quella dei compagni/mariti/altro – quella di una mentalità diffusa – potremmo continuare..) vuol solo mettre la testa sotto la sabbia e non affrontare un problema reale che dovrebbe stare a cuore a chiunque.
Scusa se mi sono preso l’ultima parola (ma potrebbe essere penultima), comunque possiamo certamente chiudere qui.
Ti auguro di avere cuore e coscienza illuminata se e quando devessi tu essere coinvolto in prima persona (seppure, se maschio sei, certo non sulla tua pelle).
Cinemastino, a parte che l’Italia e molto piu’ l’Europa sono ormai zone in cui molti dei poteri politici sono solo a parole cattolici e nei fatti dei bigotti persecutori anti-cattolici, dire che in Italia la religione cattolica sia privilegiata (vedi le unioni incivili, l’aborto, gli insulti contro gli esponenti del Family Day, ecc.) non e’ che sia proprio corretto.
Per quanto riguarda l’aborto poi non e’ una scelta solo cattolica (anzi, svariati ipocriti che si considerano cattolici non sono obiettori) ma fatta da tante persone di buona volonta’ e di coscienza, anche atei (http://www.uccronline.it/2016/04/26/sono-un-ginecologo-ateo-e-non-pratico-laborto-in-nessun-caso/, http://www.uccronline.it/2012/03/09/solo-i-credenti-si-oppongono-allaborto-no-ecco-lassociazione-atei-pro-life/).
Se poi ti viene in mente di dire che in Italia ci sono molti obiettori per via della Chiesa (che comunque sarebbe una bugia bella e buona) ti sfido ad arrampicarti ancora di piu’ sugli specchi e a dire la stessa cosa degli obiettori negli USA (http://www.uccronline.it/2011/08/28/crescono-i-medici-obiettori-negli-usa-oggi-sono-il-96/).
Per quanto riguarda la tua domanda:
Ha senso fare il ginecologo e dire, per principio, “no, io gli aborti non li faccio”? Indovina un po?
Ha molto senso, visto che un ginecologo e’ un medico e quindi votato a curare e non ad uccidere, vedi il giuramento di Ippocrate che non poteva certo definirsi cattolico ne cristiano (non mi risulta neanche avesse avuto contatti con l’ebraismo, ma su questo potrei sbagliarmi). Se mai quello che dovrebbe esimersi dal fare il ginecologo dovrebbe essere il non obiettore, e’ lui che uccide astenendosi dal curare, anche solo temporaneamente, e mancando ai suoi doveri (laici).
Cinemastino:
Musulmani, tdg, atei, pastafariani se contrari all’aborto possono obiettare, mica solo i cattolici.
Sull’obiezione di coscienza ti sfugge un particolare. A differenza degli esempi da te citati, dove ad es. portare le armi è intrinseco alla natura della professione, per il ginecologo praticare aborti non lo è (così come per l’anestesista praticare l’eutanasia), dato che svolgono un numero ben più largo di mansioni. Ed è estrinseco per un ovvio motivo: perché l’aborto procurato quasi mai viene richiesto per ragioni di salute da parte della donna, ma semplicemente per altre motivazioni (non volere figli, non sentirsi pronta, non avere di che mantenerlo) che esulano dal campo medico, e pertanto non si capisce perché un ginecologo dovrebbe piegarsi ad eseguire i desiderata della gestante, anche se nulla c’entrano con una valutazione d’ordine terapeutico. Obiezione, lo ricordo, che non esiste in caso di pericolo di vita per la donna in cui qualsiasi ginecologo è obbligato a procedere con l’aborto, ma qua trattasi appunto di ragioni mediche.
Cani. Addirittura… Sorvoliamo sugli insulti, andiamo agli argomenti.
Ti sfugge che su questo sito (o comunque su siti prolife) nessuno scrive che l’aborto sia una decisione facile. Semplicemente ci sono donne che la prendono alla leggera mentre per altre è un dramma, senza generalizzare.
Piuttosto sono gli abortisti che scrivono, con il fine di giustificare l’aborto, che tale azione è sempre, in qualunque caso, un dramma per la donna. Affermazione facilmente smentibile dal punto di vista empirico, e pure illogica perché non si capisce come un grumo di cellule (o poco più) possa provocare nella gestante un così grave sconvolgimento emotivo. Senza contare che pretendere che la dimensione soggettiva dell’agente abbia un peso di gran lunga superiore rispetto a quella oggettiva nella valutazione di un’azione ci porterebbe anche, ad esempio, a giustificare l’infanticidio: dopotutto una donna che getta il neonato nel cassonetto non lo fa certo a cuor leggero e vive senz’altro un dramma intenso.
Quanto all’obiezione di coscienza e al presunto “disservizio” che genera è sufficiente fare due conti: allora, i ginecologi ospedalieri in Italia sono qualche migliaio, grosso modo 4.000; gli obiettori sono il 70% per cui i disponibili all’aborto sono 1.200; di aborti ne vengono fatti 100.000 circa all’anno, per cui di aborti/medico ne abbiamo ca. 85 all’anno; considerando 50 settimane lavorative arriviamo ad un carico di lavoro di 1,7 aborti a settimana per medico (più o meno 3/4 d’ora a settimana). Un carico del tutto sostenibile. Questo se vogliamo parlare di numeri, altrimenti abbiamo solo chiacchiere.
Infine un ultimo appunto sull’aborto clandestino. Quello che i sostenitori della legge 194 non capiscono è che l’aborto clandestino continuerà ad esistere perché garantisce due condizioni che quello legale e pubblico mai potrà garantire: segretezza e rapidità. Infatti, ad oggi, se una donna vuole abortire deve prima andare in un consultorio e fare un colloquio dopodiché, con la carta che le rilasciano, può recarsi, trascorso un certo tempo, ad abortire; quindi lentezza della procedura e penetrabilità ad occhi estranei garantita. L’aborto clandestino invece assicura anonimato, esecuzione pressoché immediata, condizioni sanitarie comunque sufficienti (nessuno, neppure il più maneggione, è così idiota da correre il rischio di far morire una donna durante un aborto: il cadavere di un feto lo puoi eliminare facilmente, quello di una donna no), costo accessibile (500 € li trovi anche se sei povera, visto che mantenere un figlio ti costa senz’altro di più).
L’aborto clandestino rimarrà comunque affiancato a quello legale; gli obiettori sono un falso problema o, se si preferisce, un capro espiatorio.
“Infatti tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri”
George Orwell – La fattoria degli animali
Cinemastino,
se tu andassi a leggere non i bugiardini ma gli studi scientifici sui meccanismi d’azione delle pillole del giorno dopo non diresti che l’obiezione di coscienza da parte del farmacista è assurda. Il fatto che non esista una legge che la tuteli non vuol dire nulla, fino a pochi anni fa quelle pillole non esistevano.
E in generale l’obiezione di coscienza non è un privilegio bensì il riconoscimento da parte di uno stato democratico che la coscienza delle persone ha un grande valore, per cui quella persona è esentata dal seguire determinate leggi se esse vanno ad incidere sulle sue convinzioni.
E quali conseguenze (e già qualche decesso) ha causato in particolare la Ru486 – alla faccia della preoccupazione per la salute delle donne!
http://www.tempi.it/adesso-il-mio-incubo-si-chiama-ru486#.WHy_-Fzgz_g
Bariom,
il fatto che l’articolo che hai linkato sulla RU sia di Benedetta Frigerio è puramente casuale?
Se ci basassimo tutti sul principio che “la coscienza di ognuno può essere al di sopra della legge”, nessuno avrebbe più diritti e tutele di alcun tipo. “le sue convinzioni”? Quindi se la mia “convinzione” è “devo uccidere tutti gli austriaci coi baffi perchè hitler era austriaco coi baffi”, la mia “convinzione” avrebbe diritto di essere al di sopra della legge, che punisce l’omicidio? Anche questo è essere “esentati dal seguire determinate leggi se esse vanno ad incidere” bla bla bla. Occhio a parlare per principi, generalizzazioni, dogmi, perchè è molto facile che il discorso si ritorca contro di noi 😀
Se hai voglia di discutere ti informi sull’obiezione di coscienza, se ti limiti ad attaccarti a qualche parola e ne ignori altre sembri solo un troll
Fidati, non parlo senza essermi documentato 🙂
Non pare proprio, altrimenti sapresti che l’obiezione di coscienza non riguarda cose tipo l’uccidere gli austriaci (e infatti io ho scritto DETERMINATE leggi)
Non dirmi che non sai distinguere una similitudine, una figura retorica, dalla realtà 😀
L’obiezione per i farmacisti, poi, […] Di che stiamo parlando?
Ma è proprio perché la legge sul diritto all’obiezione di coscienza nel procurare l’aborto non può privilegiare una sola categoria che deve, per principio, ritenersi automaticamente estesa ai farmacisti.
Ci sono centinaia di siti internet (alla voce “procurarsi l’aborto”) che propagandano l’aborto farmacologico fino alla 12 settimana.
no, non dovrebbe essere estesa a nessuna categoria 😀 se almeno la legge fosse fatta rispettare, cioè se non esistessero ospedali con la maggioranza dei medici obiettori o con tutti i medici obiettori, si ptorebbe chiudere un occhio. Troppo facile pretendere che la legge rispetti una morale che si pretende quella giusta, universalmente. Difficile è fare il proprio mestiere e lasciare agli altri la libertà e la responsabilità di scegliere.
‘se almeno la legge fosse fatta rispettare, cioè se non esistessero ospedali con la maggioranza dei medici obiettori o con tutti i medici obiettori, si ptorebbe chiudere un occhio.’
Il rapporto del ministero mostra che in Italia non ci sono problemi a causa degli obiettori per chi vuole abortire e pertanto chi dice il contrario (CGIL ad esempio) mente, o per ignoranza o sapendo di mentire.
La legge 194 inizia così:
‘Articolo 1
Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.
Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.’
Se c’è una parte della legge che non viene rispettata ed attuata non è certo quella relativa all’aborto. In quanti consultori ci si preoccupa di tutelare la maternità, ossia di verificare se non si possano creare le condizioni perché una gravidanza non venga interrotta?
raccolgo qualche dato e torno da te 🙂
L’ha ribloggato su l'ovvio e l'evidentee ha commentato:
…donne di serie A e donne di serie B…
@Cinemastino
In un mondo ormai ampiamente civilizzato a nessuno può essere chiesto di uccidere di uccidersi o di farsi uccidere, men che meno al medico.
Difficile capire a quale senso della civiltà, della giustizia, a quale etica possano far riferimento quelli che sull’aborto la pensano come Lei.
Forse non ha mai visto un feto prima e dopo la sua uccisione, perché le assicuro che chiunque con mente libera da pregiudizi l’abbia visto e non ami la barbarie, cattolico agnostico o ateo che sia, ha dovuto ammettere che quella crudeltà non è degna dell’essere umano.
Tutto questo forse per Lei conta poco davanti ai diritti delle donne, e sicuramente tra un po’ quei feti uccisi non saranno più visti nella loro drammaticità, perché la loro carne sarà trasformata in un impasto omogeneo che finirà nel water di casa, e non si scorgerà nulla che possa somigliare a quel bambino che come un clandestino, un indesiderato, stava per entrare in quella stessa casa da vivo.
Un mondo sempre più confortevole.
Signor Giuliano Guzzo, conosce la differenza tra una manifestazione di disaccordo e una offesa? In che modo la Signora De Mari è stata offesa? Io personalmente la sto pure chiamando Signora,appellativo che non sono certa che meriti, perché comunque non intendo chiamarla medico. Sono un medico e mi rifiuto di pensare che possano esistere dei miei colleghi così ignoranti da non sapere che l’omosessualità è stata cancellata dall’elenco delle patologie dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (non da un circolo gay ) fin dai primi anni 80. Quindi un medico non può parlare dell’omosessualità in questi termini. E la Signora quando parla di dove ,secondo lei,deve o non deve entrare il pene ( cito la Signora con non poco imbarazzo) mostra di essere piuttosto morbosa e anche un pó disgustosa.
E poi , sig.Guzzo, le donne si rispettano a prescindere dalle loro idee, ma le idee si contestano. La Signa De Mari è stata contestata in quanto rappresentante della parte più retriva della cultura patriarcale, il vero nemico da combattere. Quindi è stata trattata da persona, persona portatrice di idee che possono fare orrore. Le donne le offendono quelli che anziché vedere una sindaca o una politica vedono solo una femmina e,anziché criticare le sue idee esprimono giudizi sul suo aspetto fisico o sulla sua morale. QualcUno ha criticato la De Nari per il suo aspetto fisico come regolarmente viene fatto quando si vuole sminuire il valore di una donna professionista, artista,scienziata? Qualcuno è andato a controllare con chi la Signora si accompagna sotto le lenzuola? Non mi pare. Quindi nessuna offesa. Solo marcato disaccordo. Capisce la differenza?
Certo che per una che vuole insegnare la differenza tra manifestazione di disaccordo e offesa e da dell’ignorante, della “rappresentante della parte più retriva ecc.”, della morbosa e anche un po’ (senza l’accento magari) disgustosa, c’è proprio da togliersi tanto di cappello…
Ha ragione poi a mostrare imbarazzo, ma che le piaccia sentirselo raccontare o meno, i rapporti di tipo omosessuale (cancellati o meno dall’elenco delle patologia) con penetrazione anale, portano alle patologie e disfunzioni che la Dottoressa De Mari descrive e di cui si preoccupa.
Se lei queste problematiche ignora, forse è per diversa specialistica oppure è lei si, colpevolmente ignorante.
Ho messo l’accento al posto dell’apostrofo ma so costruire un discorso. Cosa che lei non sa fare. Studi un po’ di sintassi italiana, che scrive frasi involute di cui a fatica si comprende il senso, ammesso che ne abbiano uno. La prima frase del suo post l’ho dovuta leggere tre volte per capire quale fosse il soggetto, quale il predicato verbale, a chi stessi dando dell’ignorante etc…e poi ho semplicemente concluso che lei non sa scrivere o è in stato confusionale e fa discorsi senza nè capo nè coda . E con questo chiudo perché questa ‘visita’ nel vostro ambiente ha un prezzo troppo alto per me in termini di fastidio e disagio. Sento che mi sporco ad avere a che fare con gente che passa la vita a fare i voyeurs delle abitudini sessuali altrui e a giudicare gli altri per queste. Fate veramente un po’ schifo.
Per carità, rimanga immacolata!
(termino qui, sennò risulto incomprensibile).
Boh, io non ho avuto nessuna difficoltà a leggere e capire quello che hai scritto, forse sono molto intelligente. Hai citato cose scritte da lei e questa fa finta di non capire, ah questi troll!
‘Fate veramente un po’ schifo’
Sta solo contrastando le tue idee, non fraintendere, non ti voleva offendere. Ritieniti onorato piuttosto che una dottoressa abbia usato con te il plurale maiestatis.
Vorrei confidare alla Signora Carubelli una mia preoccupazione, diciamo così, sociologica. Non è certo che le crisi mimetiche siano un fenomeno sepolto nel passato prescientifico, quindi lascerei perdere certe soluzioni finali per liberare l’umanità da ogni residuo della “cultura patriarcale”. Ma potrei sbagliarmi.
Ciò non toglie che la Signora Carubelli ha il diritto di combattere tutte le battaglie che desidera, magari però scegliendo con più cura le sue armi, perché quelle sfoderate qui lasciano per lo meno un po’ perplessi. Con l’arroganza, i toni sprezzanti, le calunnie e le offese gratuite, si possono eccitare i supporters, ma le battaglie sulle idee si perdono in partenza.
E poi su quei campi di battaglia ci sono altri, anche quelli come Giuliano Guzzo che la Signora detesta fino alla nausea perché combattono, magari sul fronte opposto, una battaglia per la verità, sforzandosi sempre di argomentare, senza sentimenti o espressioni d’odio né di disprezzo per tutti quelli che la pensano diversamente.
Mi stia bene.
Che delusione avere nella Sanità persone che si fan chiamare medici e che indossano un camice che dovrebbe rappresentare umanità,umiltà e competenza nonché cultura e si rivelano incapaci di capire ogni esigenza,stato emotivo e discriminano le persone in base a come vivono e sono. Purtroppo abbondano queste figure negative e inette che dovrebbero essere una consolazione per l’umanità,un aiuto non solo fisico ma anche psicologico. Ce ne sono pochi di medici seri che “operano” al di là del tipo di ceto,cultura e sesso sociale. Tutti gli altri secondo me la laurea l’han comprata,perché questo lavoro richiede qualità che oggi in pochissimi hanno. La donna va rispettata sempre e comunque,qualsiasi sia la sua situazione,così come l’uomo. Le idee distorte e la vita marcia le hanno appunto soggetti come chi in questo caso si permette di scrivere infinite idiozie senza conoscere nemmeno il significato delle parole ” offendere” ,”disapprovazione” e ” disaccordo”. Cordiali saluti Vi auguro di rinsavire e di informarvi maggiormente sulle grandi evoluzioni della vita 😉
Che delusione avere nella Sanità persone che si fan chiamare medici e che indossano un camice che dovrebbe rappresentare umanità,umiltà e competenza nonché cultura e si rivelano incapaci di capire ogni esigenza,stato emotivo e discriminano le persone in base a come vivono e sono. Purtroppo abbondano queste figure negative e inette che dovrebbero essere una consolazione per l’umanità,un aiuto non solo fisico ma anche psicologico. Ce ne sono pochi di medici seri che “operano” al di là del tipo di ceto,cultura e sesso sociale. Tutti gli altri secondo me la laurea l’han comprata,perché questo lavoro richiede qualità che oggi in pochissimi hanno. La donna va rispettata sempre e comunque,qualsiasi sia la sua situazione,così come l’uomo. Le idee distorte e la vita marcia le hanno appunto soggetti come chi in questo caso si permette di scrivere infinite idiozie senza conoscere nemmeno il significato delle parole ” offendere” ,”disapprovazione” e ” disaccordo”. Cordiali saluti Vi auguro di rinsavire e di informarvi maggiormente sulle grandi evoluzioni della vita 😉
Dottoressa Carubelli, lei scrive:
‘ma le idee si contestano’
Brava, sono d’accordo con lei. Però questo non è molto coerente con quello che aveva scritto precedentemente:
‘Io personalmente la sto pure chiamando Signora,appellativo che non sono certa che meriti, perché comunque non intendo chiamarla medico’
Le sembra questo un contestare le idee? No, lei attacca la persona. Come hanno fatto (con più violenza) coloro che hanno inondato la dottoressa e la sua casa editrice di mail. Evidentemente non capite la differenza tra contestare le idee e attaccare le persone. Come evidentemente non l’ha capita la promotrice della petizione che chiede la radiazione della De Mari dall’ Ordine. Fate quel che volete, la De Mari sa difendersi, però non andate in giro per blog a dire ‘noi contestiamo le idee’.
Io non credo che lei si sia informata su cosa effettivamente dice la De Mari, altrimenti non avrebbe scritto:
‘mi rifiuto di pensare che possano esistere dei miei colleghi così ignoranti da non sapere che l’omosessualità è stata cancellata dall’elenco delle patologie dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (non da un circolo gay ) fin dai primi anni 80.’
Basta andare nel suo blog per sapere che la dottoressa De Mari ben conosce (e contesta) il manuale degli psichiatri americani.
Lei scrive anche:
‘La Signa De Mari è stata contestata in quanto rappresentante della parte più retriva della cultura patriarcale’
Balle! La dottoressa è stata attaccata dalle lobbies LGBT, come consuetudine in maniera molto dura (colpirne uno per educarne 100), perché osa mettere in discussione le loro teorie pseudoscientifiche e i loro interessi.
Lei scrive:
‘mostra di essere piuttosto morbosa e anche un pó disgustosa’
Segua l’invito della De Mari che indica il sito internet di un associazione gay, vada a vedere e si farà un’idea di ciò che è morboso e disgustoso. E magari mi dirà se sul manuale dell’APA hanno più diritto di starci i fumatori incalliti o questi.
Enrico spero solo la tua sintassi sia corretta… sennò la dottoressa di cui sopra, schifata, non capirà un bel nulla 😉
*****Non puoi paragonare l’aborto a “sopprimere qualcun altro”; non puoi pretendere che tutti gli aborti siano uguali. Sei tu che stai parlando per assoluti. Una donna che viene stuprata deve essere obbligata a partorire? Una donna che rischia la vita deve essere obbligata a morire? Che almeno sia lei a scegliere, e non “l’obiezione” del medico*****
Prima della 194 infatti ERA così. L’aborto era possibile in caso di pericolo di vita per la madre e in caso di stupro. La questione é molto semplice: NESSUNO può pretendere che una persona debba morire per agevolare un’altra persona. L’obiezione del medico non esisteva, ne esiste ne potrà mai esistere in questi casi.
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****Perchè la vita del futuro bambino dovrebbe essere considerata più importante di quella della madre? Cos’è, giochiamo a fare dio solo perchè siamo medici? Partite sempre dal presupposto che l’aborto sia una decisione facile, per la donna, che sia un capriccio, quasi che sia un dispetto al medico obiettore. Cani.****
Senta pezzente… la vita di un bambino é SEMPRE più importante per il principio basilare della convivenza umana: l’ESSERE PIU’ DEBOLE DEVE ESSERE SEMPRE DIFESO DA CHI E’ PIU’ FORTE…A PRESCINDERE. Sono le BASI dell’umanità. Circa 100.000 aborti ALL’ANNO (solo in Italia… 5.000.000.000 negli ultimi decenni in TUTTO il mondo) sono proprio sintomatici di decisioni, almeno numericamente, molto difficili… ma va la…
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****Mi pare che già l’obiezione di coscienza sia un bel segnale di apertura verso le convinzioni religiose del singolo medico, ma se ci mettiamo pure il fatto che la legge non viene fatta applicare per bene… ****
E’ una balla pensare che i medici obiettori siano in massima parte non abortisti per convinzione religiosa… se ne faccia una ragione. La questione é molto semplice: E’ UN LAVORO SPORCO… Ma la invito a darsi da fare: si iscriva a medicina (prima possibile…), studi (suvvia, per una personcina intelligente come lei non ci vorrà molto… o no?) e vedrà che in una DECINA d’anni sarà OPERATIVO e contribuirà ad abbattere la percentuale di medici obiettori…
*****In questo modo crescono gli aborti clandestini, come col proibizionismo crescevano consumo e contrabbando di alcolici*****
Gli aborti clandestini sono figli soprattutto dell’ignoranza e della paura. Questi sono i settori su cui intervenire.
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*****Tutti gli altri secondo me la laurea l’han comprata,perché questo lavoro richiede qualità che oggi in pochissimi hanno*****
E avanti con le cazzate… siamo proprio alla frutta.
Il titolo parla di donne. qui vedo solo elencati aborti anali
Sei da compatire.
Sono un medico e non ho comprato la laurea. Nemmeno la specializzazione (in Pediatria). Anzi per dire la verità, ho decine di amici (e centinaia di conoscenti) medici che come me hanno deciso di diventare medici per aiutare le persone, preservarne la salute e farle soffrire meno, tentare di salvarne la vita o almeno lenirne le sofferenze e cercare di accompagnarli nell’ultimo periodo della loro vita nel modo più dignitoso e con meno sofferenza possibile. Persone di ogni sesso (che stupidaggine il “gender”!), ceto sociale, abitudini sessuali, idea politica o credo religioso (le persone da aiutare, ma anche i medici stessi).
A prescindere dal giuramento di Ippocrate, tolti alcuni colleghi che certamente hanno optato per la professione medica per motivi di opportunità o per il prestigio che comunque, opinioni offensive di qualcuno a parte, questa professione mantiene (ma d’altra parte non ci sono “categorie” perfette in nessuna professione: pensare agli insegnanti che usano violenza ai bambini, ai costruttori che usano materiali scadenti, ai politici che dovrebbero fare il bene della collettività ma vi antepongono il proprio, …), credo che la maggior parte dei medici condivida l’amore per le persone e la vita umana.
No, cari signori, non è un medico che si opponga alla tutela della vita del concepito piuttosto che della persona in situazione di gravi sofferenze che ha sbagliato mestiere. Proprio no. Il fatto che esistano e siano state legalizzate (il che però non le rende affatto giuste) aberrazioni come l’aborto e, da qualche parte, l’eutanasia, non può cambiare determinare la criminalizzazione di chi si approccia alla professione medica per tutelare la vita, non per sopprimerla.
Se domani venisse legalizzata la possibilità di sparare al condomino che sbatte i tappeti sul terrazzo dell’inquilino del piano di sotto, all’inquilino che portasse pazienza e sopportasse questa maleducazione verrebbe detto che non doveva andare ad abitare in un condominio e che dovrebbe vivere in una villetta isolata? Non dovrebbe piuttosto vivere isolato chi non sopporta il suo prossimo? Chi ha sbagliato a scegliere la residenza?
Ma ci rendiamo conto che è tutto il contrario e che stiamo falsando la realtà?
L’obiezione di coscienza è un sacrosanto diritto di chiunque, medico o farmacista, cattolico o mussulmano, ebreo o seguace di qualsiasi corrente filosofica. Anche perchè sono “balle” quelle che l’obiettore di coscienza non salvaguarda la vita della donna, visto che è arcinoto (salvo volutamente ignorarlo o non volerlo ammettere) che anche il medico obiettore cercherà sempre di salvare la donna in caso di necessità e di suo grave pericolo di vita; ma in questo caso l’aborto, non voluto, potrà essere una conseguenza che non è stato possibile, pur volendo, evitare; non l’opzione contemplata.
Mi dispiace che qualcuno provi “disagio” a leggere queste cose. Io provo molto più disagio a leggerne altre.
In caso di stupro, l’aborto dovrebbe essere garantito per chi ne fa richiesta, non crede ?
Affra Carubelli ha scritto: “Fate veramente un po’ schifo”
Detto da una che – a giudicare da ciò che ha scritto – fa molto, moltissimo schifo, è senza dubbio un gran complimento. Non so gli altri utenti del blog, ma io sono assai fiero di far schifo a personcine come lei, dottoressa dei miei stivali.
Interessante. Mi domando, però , se i soggetti citati siano stati presi di mira aldilà del genere sessuale; mi spiego: se vengono toccati argomenti tabù, a urtare non credo sia chi li espone ma l’argomento stesso, il quale ricade inevitabilmente sul’ “ambasciator”.
Detto questo, forse una donna è comunque preda più appetibile. Ma forse perché è ciò che si teme di più che mette in allerta “il debole”.
La pillola del giorno dopo è un diritto che spetta a chiunque ne fa richiesta è deve essere accessibile e garantita a tutti. Il discorso è diverso per l’aborto che va preservato solo in casi rari, come ad esempio a seguito di uno stupro o anche se c’è un potenziale rischio per la salute della partoriente.