Mi scuserete, ma proprio non riesco a fare a meno di sorridere davanti alla crescente preoccupazione, a livello istituzionale, per la diffusione di notizie false. Per due ragioni. La prima è che le cosiddette «bufale» non sono affatto – diversamente da quanto alcuni sapientoni lamentano – effetti collaterali dei social network, i quali altro non sono che innocui strumenti, ma accompagnano la storia umana da sempre; e se c’è qualcuno davvero responsabile della propagazione della menzogna, beh, son proprio i grandi giornali. Riporto le parole un giorno pronunciate da John Swinton (1829-1901), che fu uomo di punta del New York Times: «Se io autorizzassi la pubblicazione di un’opinione sincera in un numero qualunque del mio giornale, perderei il mio impiego in meno di 24 ore, come Otello […] La funzione di un giornalista è di distruggere la verità, di mentire radicalmente».
Il secondo motivo per cui me la rido per l’indignazione per la diffusione di «bufale» – «bufale» diventate un problema, a quanto pare, specie dopo la sconfitta di Hillary Clinton, per la cui elezione tutta stampa aveva spudoratamente tifato -, è che nessuno (o quasi) si è per decenni lamentato di menzogne che sistematicamente circolavano. Non ricordo per esempio professoroni arrabbiati né editorialisti pronti a strapparsi i cappelli per il fatto che molti, ancora oggi, reputino il Medioevo, epoca dalle mille invenzioni, come la più oscurantista della storia. Non mi vengono in mente indignati speciali neppure per il fatto che il 30% degli studenti europei – secondo un sondaggio – creda che Galileo Galilei (1564–1642) sia stato arso vivo e che il 97% ritenga che sia stato sottoposto a tortura, quando invece durante il celebre processo non gli fu torto neppure un capello.
La diffusione delle bufale non guastava quando si diceva che l’anello papale, ogni volta fuso e riutilizzato dal Papa successivo, avrebbe potuto sfamare l’Africa; quando fu diffusa una foto di Ratzinger quattordicenne davanti ad Hitler (impossibile: Ratzinger nacque nel 1927, la foto in questione risale al 1932); quando si raccontava che Benedetto XVI, quel cattivone, se ne andava in giro con scarpe di Prada in realtà prodotto artigianale donato al Santo Padre da un artigiano novarese. Allora le menzogne andavano alla grande. Da quando però la grande stampa, prima con la Brexit e poi con l’elezione di Donald Trump, si è accorta di non riuscire più ad influire a dovere sul popolino, che ora osa ricorrere liberamente ad internet – senza chiedere il permesso né sborsare un centesimo – per farsi un’idea sulle cose, ecco che le «bufale» sono iniziate ad essere un problemone. Prima, come si è visto, andavano invece benissimo.
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Signor Guzzo, le segnalo subito una bufala grossolana. La “grande stampa” era tutta a favore del Brexit, ed e’ stato solo con il brutale e totalmente bugiardo sostegno di Rupert Murdoch, “Lord” Rothermere, e dell’infame Richard Desmond, passato dall’impero della pornografia all’impero dei quotidiani, che le atroci menzogne e l’odio di parte che erano il solo argomento di questa ributtante follia sono riuscite a passare. Chiunque capisca qualcosa di economia e politica sa che il Brexit e’ un’idiozia. Ma anche se lei e’ talmente ignorante da pensare altrimenti. l’idea che “la grande stampa” sia stata contraria al Brexit e’ assolutamente folle. Daily Mail, Sun, Times, Daily Express, e Daily Telegraph erano ferocemente a favore e non hanno risparmiato il razzismo e le menzogne. La BBC. come al solito un branco di corrotti vigliacchi, si e’ nascosta dietro una neutralita’ d’accatto che ha fatto il gioco dei mentitori e dei demagoghi, mai sfidati a difendere la loro valanga di bugie o a giustificare il loro aperto razzismo. I soli media a favore dell’Europa sono stati il piccolo gruppo Guardian-Observer, con poche centinaia di migliaia di lettori, e il piccolissimo Independent. Apparentemente le bufale vanno bene quando sostengono i propri pregiudizi – da tutte le parti.
Abbiamo i media italiani che seguitano a considerare la Brexit – secondo lei tifata senza risparmio da quella inglese – una sorta di sventura. Eppure l’Inghilterra non è ancora stata invasa dalle cavallette. Per cui si rilassi pure. Comunque grazie per avermi dato subito dell’ignorante, irresistibile tentazione di molti saccenti. Addio.
Il signofr Fabio la finisca lui come tanti espatriati di farsi i c… dell’Italia, e vada a protestare per Brexit o no dove ha deciso di scappare!
In Italia è successo esattamente come ha riferito Guzzo così come quello che ci riportano i nostri “grandi” corrispondenti dall’estero. La sua reazione Fabio è tipica di chi si sente in difetto, magari di sincerità…
Succede che fa la solita figura di chi vuol correggere l’esperto. Come e’ gia’ successo con la sua spiritosaggine ” Eppure l’Inghilterra non è ancora stata invasa dalle cavallette.” Se e’ veramente necessario sostenere i bugiardi e le canaglie, suggerisco di farlo a casa propria.
Sostenere i bugiardi? Ma che cosa sta dicendo? Dia retta, rilassi un po’ il suo Ego. Le farà bene. E non si scomodi più a commentare su questo blog, perché non le sarà pubblicato più alcunché. Addio davvero.
“In difetto di sincerita?” Signora, se questo e’ il livello della discussione da queste parti, io vi lascio a divertirvi tra di voi. A me del bugiardo non lo ha mai dato nessuno, ma a parte il resto, l’idea che la mia furia di fronte a questa mostruosita’ sia sintomo di insincerita’ e’ anche cretina. Perche’, se le avessi sussurrato nelle sue dolci orecchiette che forse lei si sbagliava RADICALMENTE circa questo abominevole aborto dell’ignoranza e della corruzione, le sarei sembrato piu’ sincero? Il livello di comprensione implicato da questa assurdita’ e’ cosi’ abissalmente basso che non esiste modo di ovviarlo.
P.S. Il sottoscritto vive a Londra e ha avuto ogni opportunita’ di osservare questo orribile processo da vicino, quindi le consiglio di non provare a correggermi.
“…le consiglio di non provare a correggermi.”
CASPITA! Perché altrimenti che succede???
E’ una broposta che non bosso rifiutare.
A parte far la figura del cretino che parla di cio’ che non conosce? Niente di particolare. Se a lei va bene cosi’, faccia pure.
Così come nel discorso di insediamento ha parlato di “libertà di affetti” (come se in italia chiunque non fosse stato libero di provare affetto per chiunque) e puntuale è arrivata la legge cirinnà, cosi nel discorso di fine 2016, poco prima del minuto 10, il presidente della repubblica ha detto che internet è una rivoluzione democratica che va preservata da chi vorrebbe trasformarla in un ring permanente dove verità e falsificazione finiscono per confondersi. Ora non mi meraviglierei se venisse istituito il Ministero della Verità, ispirandosi a quanto descritto nel romanzo 1984 di George Orwell.
E’ evidente. Quel discorso è stato scritto d’accordo con palazzo Chigi.
Notato anche il passaggio contro la “equazione tra immigrato e terrorista”? Nessuno ha mai affermato questo nesso, è un argomento contro l’uomo di paglia. Emerge invece sempre più drammatico il nesso tra arrivo di richiedenti asilo e aumento della criminalità.
Aspettiamoci misure punitive dei prefetti contro i sindaci che denunciano le sacche di disordine pubblico, saranno additati come razzisti e si sciorineranno statistiche volte a mostrare che gli immigrati non sono terroristi. Non c’entra niente ma lo diranno comunque.
Ottimo articolo, signor Guzzo, come sempre 😉
Che l’industria dell’informazione italiana fosse tutta compatta nel ritenere la Brexit un’eventualità catastrofica, è un dato di fatto difficilmente negabile, ma anche obiettivamente inspiegabile.
L’economia infatti è politicamente efficace quando dà il suo (pur modesto) contributo di informazioni “certe” con le quali approssimare scenari anche divergenti (comunque incerti e soggettivi, stante la complessità odierna dei sistemi) senza pretese profetiche. E ammettendo sempre i propri limiti, anche se l’umiltà presso gli economisti è merce davvero rara.
A un’asserzione ignorante fa seguito un’altra altrettanto ignorante. Siccome la Brexit non ha ancora avuto luogo, assicurarci che i suoi effetti non sono poi stati talmente disastrosi e’ come assicurarci che il cancro appena diagnosticato non condurra’ a morte certa, dato che non ci ha ancora ucciso. Intanto il collasso della sterlina sta danneggiando tutti i miei conoscenti, e la mini-orgia di export causata da questo collasso non si riflette nei consumi, che, stando ai principali venditori al dettaglio, sono giu; del 3% rispetto all’ultima stagione natalizia. Chi crede che la Brexit sia altro che un disastro non ha la minima idea di cosa stia succedendo, e si fida della stampa piu’ corrotta d’Europa.
Giusto per sapere, chi sono i tuoi conoscenti? Io vivo a Londra da anni ed in questo periodo vedo un incremento di richieste di forza lavoro, vissuto sia in prima persona sia da amici.
Che la brexit ancora non ci sia stata e’ vero, quindi tutte le possibili previsioni possono essere affette dal numero di variabili troppo grande da considerare. Poi e’ ovvio che i soliti tiranni di turno (a cui la brexit non piace) cercheranno di intimidire il popolo UK e vendicarsi dal punto di vista economico, ma sinceramente avessi votato (non sono cittadino UK) sarebbe stato un motivo in piu’ per votare SI: io personalmente non ammetterei mai interferenze da persone esterne al mio Stato ed ogni volta mi viene data l’opportunita’ lo ribadisco in maniera esplicita (mi piacerebbe farlo in Italia con il voto).
Conscio che la brexit mi dara’ piu’ di qualche grattacapo (saro’ comunque un cittadino straniero) non mi lascio certo prendere dall’egoismo per condannare le scelte del popolo che mi ospita.
Caro amico, si rilassi e sia più cauto nelle sue affermazioni.
Ogni svolta politica ha “anche” un impatto economico, sul breve e/o sul lungo termine, e la brexit non sfugge ovviamente a questa regola. Nel caso specifico è (o era) da vedere se quest’impatto sia, in tempi diversi, in assoluto positivo o negativo; e, se negativo, se sia “sostenibile” o no. Su questo punto ci possono essere legittime divergenze d’opinione tra gli analisti, e non è detto che l’opinione dei più si riveli sempre quella giusta.