Debbo mio malgrado rinunciare a pronunciarmi sulla tesi – che avrebbe trovato spazio sulle frequenze di Radio Maria – secondo cui le scosse di terremoto di questi giorni sarebbero state, in qualche misura, provocate dalle unioni civili; non lo posso fare per il semplice fatto che di un’affermazione simile non c’è traccia né nell’audio della trasmissione oggetto di scandalo né, chiaramente, nella trascrizione dello stesso. Trascrizione dalla quale emerge qualcosa di diverso: un ascoltatore dell’emittente formula una domanda abbastanza chiara («le catastrofi naturali come il terremoto, possono essere una conseguenza di un popolo, di un legislatore che fa delle leggi contrarie?») cui segue, da parte del frate conduttore, una risposta molto cauta, nella quale comunque l’associazione causale tra nozze gay ed eventi sismici, semplicemente, non esiste.
Padre Giovanni Cavalcoli, infatti, da un lato invita alla prudenza («bisogna stare attenti»), e dall’altro fa un’affermazione – condivisibile, non condivisibile o assurda, pensatela come volete – che è la seguente: «Una cosa è sicura, che i cataclismi, la natura, i disordini della natura, tutte quelle azioni della natura che mettono in pericolo la vita umana sono di tanti tipi, le alluvioni, eccetera, hanno una spiegazione di carattere teologico». Nota bene: delle unioni civili come fattore scatenante il sisma, neppure teologicamente, nessun accenno. Zero. Perché allora tutta questa cagnara? Semplice: abbiamo giornalisti che ignorano la differenza tra Vaticano, Cei e Chiesa – tre cose ben diverse – e che, in questo caso, non solo hanno montato un caso sul nulla ma, per confermare fino in fondo la loro professionalità, hanno addirittura inizialmente attribuito la frase inesistente a Padre Livio, scrivendo che l’avrebbe pronunciata il 30 ottobre.
Peccato che non solo Padre Livio non abbia detto, appunto, niente di quanto poi riferito – i virgolettati inventati, sapete, sono una vera specialità di certo “giornalismo” -, ma non poteva farlo neppure lo avesse voluto giacché il 30 ottobre non ha tenuto alcuna diretta. La questione allora si potrebbe chiudere qui se nel frattempo – in aggiunta allo scandalo per una tesi mai formulata da nessuno, quella appunto del legame tra unioni civili e terremoti nel Centro Italia – non si fossero verificati due fatti. Il primo è la sospensione di Padre Cavalcoli dalla sua trasmissione, provvedimento che, anche per un ascoltatore non così assiduo di Radio Maria come il sottoscritto, appare abbastanza curioso e spiegabile solo con la comprensibile volontà, da parte dell’emittente in questione, di smorzare alla svelta una polemica sempre più arroventata.
Il secondo fatto è la presa di distanza del Vaticano – nella persona di monsignor Angelo Becciu, sostituto alla Segreteria di Stato – dalle affermazioni (quali?) di Radio Maria. Da giorni, ci si scanna insomma sul nulla. Non si capisce infatti che senso abbia, se non si è credenti, contestare la tesi di possibili punizioni divine – sotto qualsivoglia forma – in conseguenza dei peccati commessi e del peccato originale; se invece si è credenti, non si capisce perché attribuire a Radio Maria, Padre Livio o Padre Cavalcoli una tesi formulata già da tempo con queste parole: «Quando è tutto il popolo che pecca, la vendetta va fatta su tutto il popolo, come furono sommersi nel mar Rosso gli Egiziani che perseguitavano i figli d’Israele, e come furono colpiti in blocco gli abitanti di Sodoma; oppure va colpito un numero rilevante di persone, come avvenne nel castigo inflitto per l’adorazione del vitello d’oro».
Bene, sapete chi ha detto tutte queste cose? San Tommaso d’Aquino (cfr. Summa Theologica q. 108 a. 1 ad 5). Tommaso d’Aquino dal quale non risulta il Vaticano si sia mai dissociato. Viene a questo punto da porsi una domanda: scusate, ma di che cosa stiamo parlando? Abbiamo migliaia di nostri fratelli senza più una casa, senza più un lavoro, senza più nulla di quanto avevo prima. E tutto ciò, come se non bastasse, con pure il gelo alle porte. Forse – ma è solo personalissima impressione – anziché improvvisarsi teologi quando non si è neppure credenti o ergersi a giudici implacabili quando si dovrebbe essere testimoni della “Chiesa della misericordia”, è il caso di lasciar perdere e darsi fare per i nostri connazionali. Con aiuti concreti e anche, per chi teme i terremoti e sa che c’è Qualcuno, lassù, che tutto può, con preghiere. Non però per la professionalizzazione dei nostri giornalisti: quello sarebbe davvero tempo perso.
Caro Guzzo, ho la sensazione che lei non abbia letto fino in fondo la trascrizione della risposta di Padre Cavalcoli. Verso la fine, infatti, troviamo queste affermazioni: «Allora arrivo al dunque: castigo divino. Vedete un po’, insomma, si ha l’impressione che queste offese che si recano alla legge divina, pensate alla dignità della famiglia, alla dignità del matrimonio, alla stessa dignità dell’unione sessuale, al limite, no? Vien fatto veramente di pensare che qui siamo davanti, chiamiamolo castigo divino, certamente è un richiamo molto forte della provvidenza, ma non tanto nel senso, non diciamo nel senso afflittivo, ma nel senso di richiamo alle coscienze, per ritrovare quelli che sono i principi della legge naturale».
A me questo sembra decisamente «un accenno» alla legge sulle unioni civili – anzi, qualcosa di più di un accenno (ricordo che la domanda dello spettatore era questa: «quando un popolo o i legislatori di questo popolo fanno delle leggi contrarie a Dio, come purtroppo è avvenuto in Italia qualche mese fa – mi riferisco alle leggi sulle unioni civili e a tutto quello che vorrebbe conseguirne, quali sono le conseguenze?»). Direi proprio che qui siamo di fronte a «un’associazione causale», e a una risposta non del tutto «cauta» – ma in compenso assai vicina al pensiero di San Tommaso d’Aquino.
Rispetto la sua lettura, ma non la condivido. Ad ogni modo la pubblico volentieri (avevo letto anch’io tutta la trascrizione, nella quale il virgolettato diffuso dai media rimane curiosamente assente). Saluti.
@Giuseppe, semmai è un “accenno” a precise scelte fatte dall’Uomo (che tanto ci rimandano a quella di Adamo ed Eva nella sua essenza) e ad un Dio che non rimane impassibile.
L’Antico Testamento (che rimane pur sempre Parola di Dio) è intriso dell’azione pedagogica di Dio verso il Suo Popolo.
Azione pedagogica che non sempre (anzi raramente) è indolore, ma questo non per gusto “sadico”, ma a causa dell’indurirsi del cuore dell’Uomo (Israele) e delle sue perversioni.
Il probelma nostro è non comprendere che in ballo non c’è il dolore più o meno grande dato dalla “punizione”, ma la stessa Vita Eterna e Dio fa di tutto perché questa non vada perduta dall’Uomo, causa la sua “dura cervice”.
Quello che farebbe ogni buon padre con il figlio sciocco e ribelle che continuarre a giocare con il fuoco.
Se anche volessimo uscire dalla logica castigo-correzione, resta il fatto che se Dio non lo volesse, terremoti o altri cataclismi non si verificherebero. Il fatto che si verifichino risponde a precise leggi fisiche, che appartengono anche – in una visione escatologica – ad una Creazione anch’essa ferita che “geme e attende” la sua “liberazione” (Romani 8,19: “La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio”) ma restano in ogni modo un “richiamo”, talvolta terribile, del Creatore verso la Sua Creatura che si va smarrendo.
Mi dispiace, ma non sono d’accordo con Giuliano Guzzo. Il discorso di Padre Cavalcoli contiene questo pezzo:
“Questi disastri sono conseguenza del peccato originale, si possono considerare come un castigo divino- dice. “Si ha l’impressione che le offese che si recano alla legge divina, pensate alla dignità della famiglia, del matrimonio, alla stessa dignità dell’unione sessuale…viene da pensare che siamo proprio…chiamiamolo castigo divino, ma inteso come un richiamo per ritrovare i principi della legge naturale”
Padre Giovanni Cavalcoli, a La Zanzara su Radio 24 non si è scusato per le frasi sul terremoto da lui dette a Radio Maria il 30 ottobre: “Confermo tutto, terremoti provocati da peccati dell’uomo come le unioni civili”. “Il Vaticano? Si ripassino il catechismo”, ha aggiunto.
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Radio-Maria-ci-spiega-perche-i-terremoti-destano-Italia-centrale-Colpa-delle-unioni-civili-142e8f81-26b1-44ad-a6eb-5ef76967bd4a.html
Sono stato e sono contrario alla legge sulle Unioni Civili, anche per ragioni non religiose esposte da Giuliano Guzzo. Ma non e’ il caso di commettere scivoloni di questo tipo, ne’ da parte di Padre Cavalcoli ne’ in questo sito.
Predicare la Parola di Nostro Signore e’ gia’ difficile di suo, non e’ il caso anche di tirarci la zappa sui piedi.
Beh, non è necessario esser dotati di uno straordinario acume per comprendere da che cosa si è dissociato il Vaticano: dalla evidente superstizione. Monsignor Becciu spiega infatti che si tratta di affermazioni “datate al periodo precristiano e non rispondono alla teologia della Chiesa perché contrarie alla visione di Dio offertaci da Cristo che ci ha rivelato il volto di Dio amore non di un Dio capriccioso e vendicativo”. Superstizione senz’altro giustificata dall’ignoranza al tempo dei Faraoni, quando i “sacerdoti” – sempre loro, vero? – gli unici capaci di prevedere con dei calcoli matematici le eclissi, le annunciavano al popolo per tenerlo sottomesso attribuendole alla collera del dio che andava per la maggiore. Nell’era attuale, cinquemila anni dopo, l’umanità è riuscita a comprendere qualcosina in più e i tuoni non sono più attribuiti allo scorrazzare del carro di Zeus, ma all’onda sonora conseguente allo scoccare di una scintilla, definita fulmine. Basterebbe poi chiedersi il perché ad esempio la collera divina si manifesta nei terremoti soltanto nelle regioni dove per le note caratteristiche tettoniche e la conformazione geologica sono di casa? Appare assai strano anche il fatto che a seguito dei tanti genocidi realizzati dall’uomo – milioni di individui sterminati – il Padreterno non abbia mai imposto nessun castigo evidente e si sia mosso soltanto a seguito delle unioni civili riconosciute in Italia da pochi mesi e non in quei paesi laddove da anni sono stati istituiti i matrimoni omosessuali. Il frate, punto sul vivo, non esita a ribattere: “Questa è la Bibbia, ripassino il catechismo”. Se davvero il catechismo annovera questo concetto, allora è un buon motivo per starne alla larga.
Già….sarebbe ora che ci si dissociasse anche da quelle superstizioni tipo preghiere, indulgenze e pellegrinaggi!!! Avevano ragione i luterani…, vero Simone?
Brava Giulia! Il vero cattolicesimo, ormai, in molti ambienti della “neo-chiesa del politicamente corretto”, sta diventando “SUPERSTIZIONE”!!! E tutta la Tradizione cattolica di secoli e secoli, nella quale si pregava apertamente (e pubblicamente, ed anche collettivamente) Dio perché ci scampasse dai CASTIGHI, è ormai per la maggioranza dei sedicenti “cattolici” divenuta uno SCANDALO da nascondere, dimenticare, cancellare! AB FLAGELLO TERRAEMOTUS LIBERA NOS DOMINE!! p.s. questa indecorosa cagnara (a cui la “neo-chiesa del politicamente corretto” da sponda, si era già verificata qualche anno fa a Radio Maria, ma allora la vittima fu il prof. Roberto De Mattei, che in fatto di “colpe e castigo” aveva osato citare S.Annibale di Francia (una sua omelia che profetizzò il terribile terremoto di Messina di inizio ‘900), i papi Benedetto XV, Benedetto XVI, e S. Tommaso d’Aquino…….lusso troppo grande, citare la vera Dottrina Cattolica, nei tempi odierni di pervertimento della retta Fede Cattolica….ti saltano subito addosso….i “patres qui tollunt peccata mundi”…nel senso che non esiste più il peccato…
Concordo.Paradossalmente poi se andiamo a verificare potremmo scoprire che ad es. ad Amatrice non è stata celebrata ancora alcuna unione civile…Ci sono paesi che prevedono sia l’aborto che la pena di morte e non mi pare gli accada nulla di catastrofico.Poi nel caso di Sodoma e Gomorra Dio si premurò di salvare i giusti,nel caso che ci riguarda (come in generale nelle catastrofi naturali)la morte colpisce casualmente…..
@Germana, il “caso” non esiste e la morte non è mai “a caso”… è la nostra ora. e’ L’ora PER ECCELLENZA, poco cambia se riguarda solo me o 200 persone assieme a me.
Mi rifiuto di credere ad un Dio Creatore, nonché mio Padre, che mi chiama alla vita perché poi questa sia abbandonata “al caso” per trovare il suo fine, che potrebbe anche decidere della mia vita Eterna, per uno “sfortunato caso”!
Non diciamo sciocchezze…
Matteo 10, 28-30
«E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati»
Signori Simone, Germana, interessiamoci della salvezza delle nostre anime per arrivare alla morte come santi e non conoscenti del mondo e della sua scienza e teologia che ben poco varranno quando siamo di fronte al Giudizio eterno di Dio.
Dove trovate/mo nella Buona Novella= Vangelo dataci dalla Fonte della Verita’ tutte queste necessita’ mondane e razionalistiche per la salvezza dell’anima cosi’ meravigliosamente espressa nel “manuale di istruzione” del discorso della Beatitudini.
Il resto solo futilita’ direbbe ancor piu’ severamente San Paolo a noi cristiani d’oggi cosi’ confusi e fuori strada .
Cordiali saluti, Paul (candiago.p@bmts.com)
Condivido la tua lettura.
Tutto l’Antico Testamento e anche il Nuovo hanno numerosi riferimenti ai castighi divini: Sodoma e Gomarra, Diluvio Universale. Per non parlare dei messaggi della Madonna alla Salette e a Fatima approvati dalla Chiesa. Gesù poi piange su Gerusalemme…. Ormai siamo arrivati al punto che un sacerdote non è più libero di esprimere la sua opinione ma viene censurato come succedeva nei paesi sovietici. La Chiesa “modernista” per non inimicarsi nessuno e per aumentare la sua popolarità non parla più di castighi, di inferno, di peccato, ma questo va contro gli insegnamenti del Vangelo. Il Signore perdona chi si pente e cambia strada altrimenti non può far nulla e questo deve essere chiaro. La Misericordia Divina è una cosa seria e non una facile scappatoia per fare tutto quello che uno vuole e giustificare tutto. Gesù nella sua breve vita non ha cercato i facili consensi se no non sarebbe stato crocefisso ricordiamo le Sue parole “Sforzatevi di entrare per la porta stretta perché larga è la via che porta alla perdizione” e all’adultera ha detto “Ti perdono va’ e NON PECCARE PIù”.
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Simone ha scritto:
“Basterebbe poi chiedersi il perché ad esempio la collera divina si manifesta nei terremoti soltanto nelle regioni dove per le note caratteristiche tettoniche e la conformazione geologica sono di casa?”
Giustissima osservazione. Se poi pensiamo che i danni umani e materiali causati dai sismi dipendono anche dalla scarsa prevenzione o dalla disonestà di costruttori e amministratori (vedi il terremoto in Abruzzo di qualche anno fa), allora come si può ragionevolmente affermare che questi fenomeni siano castighj divini. Ho grande stima per Padre Cavalcoli, ma stavolta non posso essere d’accordo con lui.
“Appare assai strano anche il fatto che a seguito dei tanti genocidi realizzati dall’uomo – milioni di individui sterminati – il Padreterno non abbia mai imposto nessun castigo evidente e si sia mosso soltanto a seguito delle unioni civili riconosciute in Italia da pochi mesi e non in quei paesi laddove da anni sono stati istituiti i matrimoni omosessuali.”
Altra giusta osservazione. In effetti, se le calamità naturali fossero davvero castighi divini, paesi come la Danimarca, la Svezia, l’Olanda, il Belgio, la stessa Spagna ecc., a quest’ora avrebbero dovuto essere flagellati da terremoti e fenomeni parimenti distruttivi, con conseguenti decine di migliaia se non milioni di morti.
“Appare assai strano anche il fatto che a seguito dei tanti genocidi realizzati dall’uomo – milioni di individui sterminati – il Padreterno non abbia mai imposto nessun castigo evidente …
se le calamità naturali fossero davvero castighi divini, paesi come la Danimarca, la Svezia, l’Olanda, il Belgio, la stessa Spagna ecc., a quest’ora avrebbero dovuto essere flagellati da terremoti e fenomeni parimenti distruttivi…”
Trovo queste osservazioni assolutamente inconsistenti.
Dio raramente tira al bersaglio, dopo aver inviato il Verbo sulla Terra si limita (come diceva bene sopra Bariom – ma li leggete bene i commenti!) a non-impedire che il male colpisca.
E il male sappiamo “chi è”, e sappiamo che colpisce dove vuole, in certi casi gli piace molto accanirsi con i buoni, gli indifesi e i più devoti a Dio (basta leggere il libro di Giobbe), infatti spera che così facendo ci si stanchi di Dio e ci si allontani dal Bene.
Meraviglioso!! Siamo passati dal “è un castigo di Dio”, troppo scomodo da sostenere, al “Dio non ha impedito che succedesse” (il fatto naturale, ovvero il terremoto sopra la faglia).
Complimenti. La sua laurea di arrampicata sugli specchi è pienamente meritata!
Signori Max, Antonio:
Cercheranno la Parola e non la troveranno.
Non chi dice Signore, Signore entra nel regno dei Cieli, ma chi fa la Volonta’ del Padre mio che e’ nei Cieli.
A noi non lasciarci prendere da fischi per fiaschi e perdere l’anima.
Cordiali saluti Paul (candiago.p@bmts.com)
Condivido quasi tutto quello scritto da Guzzo. Del resto il legame fra “calamità naturali” e peccato é stato molto dibattuto negli anni scorsi a livello teologico (basta fare una ricerca su internet …) e le conclusioni dottrinali non possono certo essere disconosciute da un intervento vaticano “significativo” ma solo perché contestualizzato. Quanto alle unioni civili, non vedo dove stia il problema…, non mi pare siano assimilabili “attualmente” alla famiglia naturale o generazionale (cioé l’unione generatrice di vita). Quando ciò succederà potrà essere affrontato il problema del rapporto fra legislazione terrena, legge divina, peccato e eventi negativi sia naturali che antropici. Certo che se andiamo avanti così dubito che basti l’Onnipotente “misericordioso” (attraverso il quale ormai si giustifica e si accetta tutto) nelle residue dinamiche verso la trascendenza che ormai in modo trascurabile possono interessate il “civilizzato” cittadino occidentale. In ogni caso al laico le leggi, al credente i peccati. E su ambiti comunque sempre ben distinti. La liceità allo “sconfinare” sul campo altrui (e pontificarvi i propri desiderata) non può però essere solo unilaterale comunque.
forse semplicemente nell’animo di molti le sensazioni vissute a causa del terremoto e quelle causate da alcune leggi coincidono….per cui si manifesta una “coincidenza di senso” se così possiamo dire…. 😉
Bariom ha scritto:
“Se anche volessimo uscire dalla logica castigo-correzione, resta il fatto che se Dio non lo volesse, terremoti o altri cataclismi non si verificherebero. Il fatto che si verifichino risponde a precise leggi fisiche, che appartengono anche – in una visione escatologica – ad una Creazione anch’essa ferita che “geme e attende” la sua “liberazione” (Romani 8,19: “La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio”) ma restano in ogni modo un “richiamo”, talvolta terribile, del Creatore verso la Sua Creatura che si va smarrendo.”
Il fatto è che terremoti e altre calamità naturali c’erano già da ben prima che la razza umana fosse creata, e continueranno a esserci anche qualora la razza umana si estinguesse.
Se è vero, come tu intendi dire (correggimi se sbaglio), che le leggi fisiche che causano i terremoti sono un effetto del peccato originale, peccato che, secondo San Paolo per l’appunto, ha ferito non solo chi l’ha commesso ma anche la Creazione stessa; come si spiega che tali leggi sono precedenti all’uomo? Dato che il peccato originale non ha avuto un “effetto retroattivo”, perché i terremoti squassavano la Terra prima ancora che Dio creasse l’uomo?
In quanto poi alla presunta funzione di richiamo dei terremoti, ripeto quanto ho scritto nel mio primo messaggio: se il Creatore vuole richiamare in questo modo la Sua Creatura affinché riprenda la retta via, perché paesi dove da molto più tempo che in Italia sono in vigore leggi che vanno contro il volere di Dio non vengono da quest’ultimo richiamate mediante terremoti e altri fenomeni distruttivi?
Ma che assurdità! è evidente che il Creatore non si è inventato terremoti alluvioni o eruzioni vulcaniche per punire l’uomo, oltretutto colpendo a caso, e magari facendo delle prove generali in attesa di spedire la coppia dell’Eden sulla Terra. Cavalcoli o De Mattei hanno mai detto una cosa simile?
Ciò non toglie che solo in presenza della specie umana questi fenomeni geofisici, di per sé normali, acquistano un significato di “catastrofe”. Ecco che, quando avvengono, assumono necessariamente il carattere di una “punizione”, perché Il Creatore, che è Assoluta Bontà, ha deciso proprio di non intervenire.
Che poi ci infastidisca il fatto che questi “castighi” non vadano a colpire in particolare chi più se lo merita, ho già cercato di spiegarlo sopra. Non conosciamo i disegni di Dio, come possiamo contestarlo? Non dimentichiamo però che Cristo ha un Vicario in Terra, a Roma non a Madrid o Amsterdam.
Se qualcuno non lo capisce vada a leggersi il libro di Giobbe.
@Antonio Spinola
“Ma che assurdità! è evidente che il Creatore non si è inventato terremoti alluvioni o eruzioni vulcaniche per punire l’uomo, oltretutto colpendo a caso, e magari facendo delle prove generali in attesa di spedire la coppia dell’Eden sulla Terra. Cavalcoli o De Mattei hanno mai detto una cosa simile?”
Quello che intendevo dire non è questo e nemmeno mi sono mai sognato di attribuire un pensiero del genere a De Mattei o a Padre Cavalcoli. Ecco invece quello che veramente intendevo dire: il fatto che terremoti e altri fenomeni geofisici sono precedenti alla creazione dell’uomo, significa che la natura fa semplicemente il suo corso, uomo o meno. Un terremoto, pertanto, non è un castigo divino, ma una pura e semplice manifestazione naturale. In altre parole, la natura se ne frega della legge sulle unioni civili o di leggi simili; i terremoti accadrebbero anche se l’intera umanità non commettesse un solo peccato.
“Che poi ci infastidisca il fatto che questi “castighi” non vadano a colpire in particolare chi più se lo merita, ho già cercato di spiegarlo sopra. Non conosciamo i disegni di Dio, come possiamo contestarlo?”
Visto che “non conosciamo i disegni di Dio”, come facciamo ad affermare che il terremoto X o l’alluvione Y sono castighi che Lui infligge all’umanità peccatrice? Il fatto stesso di dire che si tratta di castighi divini presuppone che si conosce il motivo per cui Dio l’ha mandato, quindi si conoscono, almeno a grandi linee, i disegni di Dio. E’ evidente quanto sia contraddittorio un tale modo di ragionare.
“Non dimentichiamo però che Cristo ha un Vicario in Terra, a Roma non a Madrid o Amsterdam. Se qualcuno non lo capisce vada a leggersi il libro di Giobbe.”
Nel precedente post lei ha scritto “E il male sappiamo “chi è”, e sappiamo che colpisce dove vuole, in certi casi gli piace molto accanirsi con i buoni, gli indifesi e i più devoti a Dio (basta leggere il libro di Giobbe), infatti spera che così facendo ci si stanchi di Dio e ci si allontani dal Bene.”
Ora, le cose sono due: o il terremoto è un castigo inviato da Dio (per convincere l’umanità a rimettersi sulla retta via) o è un male inviato da Satana (per fare in modo che l’umanità si allontani da Dio e quindi si danni). Logica vuole che se la prima “ipotesi” è vera, la seconda è falsa, e viceversa. Non possono essere entrambe vere.
“Visto che “non conosciamo i disegni di Dio”, come facciamo ad affermare che il terremoto X o l’alluvione Y sono castighi che Lui infligge all’umanità peccatrice?”
Infatti @Max è piuttosto ardito affermare che specificatamente l’avvenimento X o Y siano castighi* che Egli infligge a meno che non vi sia un particolare dono di discernimento e mandato di Dio stesso ad alcuno.
Non è forse la storia e il compito degli antichi Profeti, talvolta persino recalcitranti difronte a questo compito?
La questione è più precisamente se in assoluto si può escludere che i “cataclismi”, siano un richiamo di Dio all’Umanità che ha dimenticato il Suo Creatore e le leggi promulgate per la stessa salvezza del’Uomo.
(*) dobbiamo puoi sempre correttamente intendere questo termine.
Castigo non è mai per “vendetta”, ma per rendere “casti”, portare alla purezza.
Aggiungo un citazione postata da altro utente su altro blog:
Così scriveva Benedetto XV, il 19 febbraio del 1917
“Lo spirito del cristiano consiste nel riconoscere Iddio come nostro Padrone assoluto e come nostro Sovrano Legislatore. A questo spirito si informano la fedeltà del servo, la sottomissione e l’obbedienza del suddito. Oh! intendete dunque bene, dilettissimi figli, che nell’imminente Quaresima dovrete anzitutto difendere i diritti di Dio sulle creature, non allontanandone il pensiero se non per insistere sui doveri delle creature stesse verso Iddio. Tutto ciò che accade nel mondo dev’essere spiegato alla luce della fede. Questo ammirabile lume, per non accennare che ad una parte dei suoi insegnamenti, ci fa comprendere che le private sventure sono meritati castighi, o almeno esercizio di virtù per gli individui, e che i pubblici flagelli sono espiazione delle colpe onde le pubbliche autorità e le nazioni si sono allontanate da Dio. I sacri oratori che, ad imitazione di San Paolo, vogliano rinnovata nel mondo la manifestazione dello spirito cristiano « in ostensione spiritus », devono dunque esortare i fedeli a ricevere dalle mani di Dio così le private sventure come i pubblici flagelli, senza punto mormorare contro la Divina Provvidenza, ma procurando di placare la Giustizia Divina per le colpe degli individui e delle nazioni.”
Mi accodo volentieri a quanto ha espresso qui @Antonio Spinola, ma dato che sono stato interpellato direttamente, una risposta la devo.
Caro @Max prima di tutto sarà bene ripartire da quanto ci insegna il Catechismo in merito alla Creazione:
ARTICOLO 1
«IO CREDO IN DIO, PADRE ONNIPOTENTE, CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA»
Dio crea un mondo ordinato e buono
299 Per il fatto che Dio crea con sapienza, la creazione ha un ordine: « Tu hai disposto tutto con misura, calcolo e peso » (Sap 11,20). Creata nel Verbo eterno e per mezzo del Verbo eterno, « immagine del Dio invisibile » (Col 1,15), la creazione è destinata, indirizzata all’uomo, immagine di Dio, 375 chiamato a una relazione personale con Dio. La nostra intelligenza, poiché partecipa alla luce dell’Intelletto divino, può comprendere ciò che Dio ci dice attraverso la creazione, 376 certo non senza grande sforzo e in spirito di umiltà e di rispetto davanti al Creatore e alla sua opera. 377 Scaturita dalla bontà divina, la creazione partecipa di questa bontà (« E Dio vide che era cosa buona […] cosa molto buona »: Gn 1,4.10.12.18.21.31). La creazione, infatti, è voluta da Dio come un dono fatto all’uomo, come un’eredità a lui destinata e affidata. La Chiesa, a più riprese, ha dovuto difendere la bontà della creazione, compresa quella del mondo materiale. 378
Dio conserva e regge la creazione
301 Dopo averla creata, Dio non abbandona a se stessa la sua creatura. Non le dona soltanto di essere e di esistere: la conserva in ogni istante nell’« essere », le dà la facoltà di agire e la conduce al suo termine. Riconoscere questa completa dipendenza in rapporto al Creatore è fonte di sapienza e di libertà, di gioia, di fiducia:
« Tu ami tutte le cose esistenti, e nulla disprezzi di quanto hai creato; se tu avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l’avessi chiamata all’esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte sono tue, Signore, amante della vita » (Sap 11,24-26).
V. Dio realizza il suo disegno: la provvidenza divina
302 La creazione ha la sua propria bontà e perfezione, ma non è uscita dalle mani del Creatore interamente compiuta. È creata « in stato di via » (« in statu viae ») verso una perfezione ultima alla quale Dio l’ha destinata, ma che ancora deve essere raggiunta. Chiamiamo divina provvidenza le disposizioni per mezzo delle quali Dio conduce la creazione verso questa perfezione.
« Dio conserva e governa con la sua provvidenza tutto ciò che ha creato, “essa si estende da un confine all’altro con forza, governa con bontà eccellente ogni cosa” (Sap 8,1). Infatti “tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi” (Eb 4,13), anche quello che sarà fatto dalla libera azione delle creature ». 381
303 La testimonianza della Scrittura è unanime: la sollecitudine della divina Provvidenza è concreta e immediata; essa si prende cura di tutto, dalle più piccole cose fino ai grandi eventi del mondo e della storia. Con forza, i Libri Sacri affermano la sovranità assoluta di Dio sul corso degli avvenimenti: « Il nostro Dio è nei cieli, egli opera tutto ciò che vuole » (Sal 115,3); e di Cristo si dice: « Quando egli apre, nessuno chiude, e quando chiude, nessuno apre » (Ap 3,7); « Molte sono le idee nella mente dell’uomo, ma solo il disegno del Signore resta saldo » (Prv 19,21).
304 Spesso si nota che lo Spirito Santo, autore principale della Sacra Scrittura, attribuisce alcune azioni a Dio, senza far cenno a cause seconde. Non si tratta di « un modo di parlare » primitivo, ma di una maniera profonda di richiamare il primato di Dio e la sua signoria assoluta sulla storia e sul mondo 382 educando così alla fiducia in lui. La preghiera dei salmi è la grande scuola di questa fiducia. 383
La provvidenza e lo scandalo del male
309 Se Dio Padre onnipotente, Creatore del mondo ordinato e buono, si prende cura di tutte le sue creature, perché esiste il male? A questo interrogativo tanto pressante quanto inevitabile, tanto doloroso quanto misterioso, nessuna risposta immediata potrà bastare. È l’insieme della fede cristiana che costituisce la risposta a tale questione: la bontà della creazione, il dramma del peccato, l’amore paziente di Dio che viene incontro all’uomo con le sue alleanze, con l’incarnazione redentrice del suo Figlio, con il dono dello Spirito, con la convocazione della Chiesa, con la forza dei sacramenti, con la vocazione ad una vita felice, alla quale le creature libere sono invitate a dare il loro consenso, ma alla quale, per un mistero terribile, possono anche sottrarsi. Non c’è un punto del messaggio cristiano che non sia, per un certo aspetto, una risposta al problema del male.
310 Ma perché Dio non ha creato un mondo a tal punto perfetto da non potervi essere alcun male? Nella sua infinita potenza, Dio potrebbe sempre creare qualcosa di migliore. 392 Tuttavia, nella sua sapienza e nella sua bontà infinite, Dio ha liberamente voluto creare un mondo « in stato di via » verso la sua perfezione ultima. Questo divenire, nel disegno di Dio, comporta, con la comparsa di certi esseri, la scomparsa di altri, con il più perfetto anche il meno perfetto, con le costruzioni della natura anche le distruzioni. Quindi, insieme con il bene fisico esiste anche il male fisico, finché la creazione non avrà raggiunto la sua perfezione. 393
311 Gli angeli e gli uomini, creature intelligenti e libere, devono camminare verso il loro destino ultimo per una libera scelta e un amore di preferenza. Essi possono, quindi, deviare. In realtà, hanno peccato. È così che nel mondo è entrato il male morale, incommensurabilmente più grave del male fisico. Dio non è in alcun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del male morale. 394 Però, rispettando la libertà della sua creatura, lo permette e, misteriosamente, sa trarne il bene:
« Infatti Dio onnipotente […], essendo supremamente buono, non permetterebbe mai che un qualsiasi male esistesse nelle sue opere, se non fosse sufficientemente potente e buono da trarre dal male stesso il bene ». 395
312 Così, col tempo, si può scoprire che Dio, nella sua provvidenza onnipotente, può trarre un bene dalle conseguenze di un male, anche morale, causato dalle sue creature: « Non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio. […] Se voi avete pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene […] per far vivere un popolo numeroso » (Gn 45,8; 50,20). 396 Dal più grande male morale che mai sia stato commesso, il rifiuto e l’uccisione del Figlio di Dio, causata dal peccato di tutti gli uomini, Dio, con la sovrabbondanza della sua grazia, 397 ha tratto i più grandi beni: la glorificazione di Cristo e la nostra redenzione. Con ciò, però, il male non diventa un bene.
313 « Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio » (Rm 8,28). La testimonianza dei santi non cessa di confermare questa verità:
Così santa Caterina da Siena dice a « coloro che si scandalizzano » e si ribellano davanti a ciò che loro capita: « Tutto viene dall’amore, tutto è ordinato alla salvezza dell’uomo, Dio non fa niente se non a questo fine ». 398
E san Tommaso Moro, poco prima del martirio, consola la figlia: « Non accade nulla che Dio non voglia, e io sono sicuro che qualunque cosa avvenga, per quanto cattiva appaia, sarà in realtà sempre per il meglio ». 399
E Giuliana di Norwich: « Imparai dalla grazia di Dio che dovevo rimanere fermamente nella fede, e quindi dovevo saldamente e perfettamente credere che tutto sarebbe finito in bene […]. Tu stessa vedrai che ogni specie di cosa sarà per il bene ». 400
314 Noi crediamo fermamente che Dio è Signore del mondo e della storia. Ma le vie della sua provvidenza spesso ci rimangono sconosciute. Solo alla fine, quando avrà termine la nostra conoscenza imperfetta e vedremo Dio « a faccia a faccia » (1 Cor 13,12), conosceremo pienamente le vie lungo le quali, anche attraverso i drammi del male e del peccato, Dio avrà condotto la sua creazione fino al riposo di quel Sabato 401 definitivo, in vista del quale ha creato il cielo e la terra.
…………………………………………………..
Se non si avesse la pazienza di leggere riporto i punti fondamentali:
301 Dopo averla creata, Dio non abbandona a se stessa la sua creatura. Non le dona soltanto di essere e di esistere: la conserva in ogni istante nell’« essere », le dà la facoltà di agire e la conduce al suo termine. Riconoscere questa completa dipendenza in rapporto al Creatore è fonte di sapienza e di libertà, di gioia, di fiducia…
Cioè la Terra, il Creato con tutti i suoi andamenti “naturali” non è abbandonata la “caso” (l’antico adagio “non si muove foglia che dio non voglia”)
E san Tommaso Moro, poco prima del martirio, consola la figlia: « Non accade nulla che Dio non voglia, e io sono sicuro che qualunque cosa avvenga, per quanto cattiva appaia, sarà in realtà sempre per il meglio ».. Notare il “per quanto cattiva appaia”…
Tu poi poni subordinato un altro interrogativo: “come si spiega che tali leggi sono precedenti all’uomo? Dato che il peccato originale non ha avuto un “effetto retroattivo”, perché i terremoti squassavano la Terra prima ancora che Dio creasse l’uomo?”
Da cui dovremmo aprire un delicato capitolo sulle sequenze temporali-storico-scientifiche della Creazione stessa, in cui non mi addentro (anche perché non è detto sia in grado di affrontare pienamente l’argomento) e quindi facciamo un ipotesi semplice, ma ragionevole.
L’uomo è stato posto sulla Terra prima o dopo il Peccato Originale?
Se poniamo il Giardino di Eden sulla Terra, Genesi ci insegna che vi è stato posto prima.
Perché il Peccato Originale e le sue conseguenze/condanna non avrebbero dovuto intaccare il Creato se Dio stesso si pronunzia dicendo:
Gen 3, 17 «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare,
maledetto sia il suolo per causa tua!»?
La Terra si è così trasformata in realtà anch’essa ferita (vedi la citazione di S. Paolo) che attende una “redenzione”.
Se il Giardino di Eden era “altrove”, forse che la Terra seppure già esistente con i suo cataclismi naturali, non poteva essere stata destinata all’Uomo proprio a causa della sua disobbedienza? In un ambiente che spesso gli risulta ostile, ma che rimane pensata come buona nella visione escatologica che il CCC ci insegna.
Le Scritture parlano di Cieli e Terra nuovi
Isaia 66,22 part.
Sì, come i nuovi cieli
e la nuova terra, che io farò,
dureranno per sempre davanti a me
2Pietro 3,13
E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia.
Potremmo pensare anche ad una “trasfigurazione” della Terra esistente, una “resurrezione” allo stato primigenio dell’Eden, il che spiegherebbe la frase di San Paolo: «La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio».
Ad ogni modo,visto che sappiamo dal CCC che Dio non ha “abbandonato la Terra a se stessa” e sapendo che è Onnipotente, perché non trattenere cataclismi naturali (anche solo quelli nei quali l’incuria dell’Uomo non può essere chiamata in causa), laddove causano tanti “mali” e lutti e senz’altro vittime “innocenti”?
Credendo in Dio Padre Onnipotente, possiamo veramente abbandonarci al “caso”, a ragioni terze che sfuggono alla Volontà di Dio?
E anche quando parlassimo di un intervento del Maligno (anche qui bisogna andarci cauti…) del Nemico, non è forse Dio a permetterlo (leggiamo Giobbe)?
Ora e per concludere, parlare di Prove, Tribolazioni, Croci, Castighi, termine quest’ultimo che troviamo sempre ostico e che tendiamo a respingere, non è esattamente la stessa cosa e difronte a diverse situazioni bisogna avere un prudente discernimento, ma anche di Castighi bisogna avere il coraggio di parlare.
Perché cosa dovremmo dire allora dell’ Ira di Dio? Pure la Scrittura ne parla abbondantemente in modo chiaro e terribile ad esempio nell’Apocalisse (Fine dei Tempi – Parusia) dove guarda caso si accompagna nel suo manifestarsi, a terribili cataclismi naturali.
Quanto al perché “qui si e non là?” faccio mia la risposta id @antonio spinola.
P.S. mi piace sottolineare che domande e risposte su simili tragedie, oltre ad essere delicate, sono importantissime, perché vero che un terremoto nella sua enormità, pare porre domande più pressanti, ma non c’è molta differenza da un “cataclisma” personale come la morte o la malattia di un proprio caro, di un tragico incidente di quelli che accantoniamo sotto la voce “fatalità”.
E non trovarne il senso profondo, può mettere in crisi il nostro rapporto con Dio e far vacillare la nostra Fede e lì certamente Satana è presente con i suoi sofismi.
@ Bariom
“L’uomo è stato posto sulla Terra prima o dopo il Peccato Originale?
Se poniamo il Giardino di Eden sulla Terra, Genesi ci insegna che vi è stato posto prima. Perché il Peccato Originale e le sue conseguenze/condanna non avrebbero dovuto intaccare il Creato se Dio stesso si pronunzia dicendo:
Gen 3, 17 «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare,
maledetto sia il suolo per causa tua!»?
La Terra si è così trasformata in realtà anch’essa ferita (vedi la citazione di S. Paolo) che attende una “redenzione”.
Se il Giardino di Eden era “altrove”, forse che la Terra seppure già esistente con i suo cataclismi naturali, non poteva essere stata destinata all’Uomo proprio a causa della sua disobbedienza? In un ambiente che spesso gli risulta ostile, ma che rimane pensata come buona nella visione escatologica che il CCC ci insegna.”
Se poniamo l’Eden sulla Terra, non si capisce comunque perché e in che modo il Peccato Originale abbia intaccato il Creato. L’uomo, infatti, è stato creato per ultimo, e noi sappiamo bene che la Terra era “intaccata” di suo già da prima, da molto primo. Una prova tra le tante? Il meteorite che, secondo la tesi scientifica più accreditata, ha causato l’estinzione dei dinosauri e di gran parte delle specie animali e vegetali allora esistenti. Tutto ciò è avvenuto ben prima della comparsa del genere umano. Ma già il fatto stesso che tra le specie animali vige da sempre la legge del mors tua vita mea non dimostra forse che il Creato era “difettoso” già prima che Adamo ed Eva commettessero il Peccato Originale?
“Se il Giardino di Eden era “altrove”, forse che la Terra seppure già esistente con i suo cataclismi naturali, non poteva essere stata destinata all’Uomo proprio a causa della sua disobbedienza? In un ambiente che spesso gli risulta ostile, ma che rimane pensata come buona nella visione escatologica che il CCC ci insegna.”
Se l’Eden era altrove, allora potrebbe essere andata come dici tu; ma, leggendo il Genesi, mi pare si capisca che l’Eden fosse proprio sulla Terra.
@Max ( diverso da altro Max 😉 )
Si infatti dal Genesi dobbiamo dedurre che il Giardino di Eden era posto proprio sulla Terra, ma dallo stesso testo possiamo dire che era in qualche modo “circoscritto” in precisa zona della Terra.
La Terra attorno era “difettosa”? (termine improprio usato da te, ma ci siamo capiti)
Forse era in un divenire in attesa di cosa?
Non possiamo dimenticare che l’Onniscienza di Dio è anche Prescienza, dal che potremmo ardire suppurre che la Terra “difettosa”, al di fuori dell’Eden, attendeva Adamo ed Eva dopo e a causa del loro peccato.
(direi di aver guadagnato in brevità) 😉
Risposta lunga ma ricca di spunti di riflessione, caro Bariom.
Volevo solo ricordare, per chiarezza, che ci sono due diversi Max in questa discussione.
Grazie (altro) Max
Bisognerebbe dissociarsi allora anche da un Santo, il Papa buono Giovanni XXIII: nel suo messaggio per l’anniversario del terremoto di Messina ha espresso più o meno lo stesso concetto. “Il peccato è la causa principale dei castighi[…]debbono essere impegnate tutte le forze per difendere il regno di Dio se non volete che la vostra città abbia rovine più grandi di quelle materiali disseminate dal terremoto di 50 anni orsono”
Discorsi interessanti e dotti i vostri… appaiono da un punto di vista quasi scientifici… io non ho il vostro sapere teologico che ammiro certamente. Eppure senza grandissime conoscenze e la vostra istruzione, trovo i vostro argomenti lontani dal divino, perché tutte queste complicanze attengono più a una forma di pensiero umano più simile al delirio. Non sto riducendo Dio a chiavi di letture volgari cioè capibili subito da chiunque (giacché ognuno al suo punto di sentiero) e appunto volgarmente all’accesso di tutti in termini ridotti: Tutt’altro, Dio resta quel mistero che su tutto ci dona Stupore e felicità fino a riderne e piangere di gioia quando ci si svela. Non vi sto dando dei matti intendo si capisca bene, ma che l’atteggiamento detto francamente al mio sguardo e col mio cuore ricorda una tendenza di pensiero che poi sfocia nel delirio. Perché dico questo? Preciso intanto che definizione di delirio è accostamento di elementi reali che in relazione vengono così interpretati a seconda dello stato d’animo di una persona (non per forza un “malato” -tra l’altro avversa al termine malattia per definire un aspetto umano pure frequente-) ; Ora, tornando a Dio, sono certa dal mio cuore che Lui sia Amore, sia concretezza e sia sensazione, non so fino a che punto sia giusto infine ragionare in questo modo così raziocinico e eccessivo e altro ancora su Lui quando il mio amico Dio è semplicemente Amore dico semplicemente nel senso della sua purezza non di una volgarità ripeto a dire. Dio benedice le unioni gay giacche’ smuovono e conducono a un cambiamento nel cuore delle persone piuttosto profondo, consistente nella perdita del giudizio e di una condanna che non tiene alcuna minima valida ragione. Una repulsione ancora verso i gay solo su una base di un vostro moto perturbato dell’animo e avvolto nel mistero, mistero che saprebbe se volesse trovare luce la Luce divina appunto. Un mondo dove sia possibile la libertà d’essere e dove non ci si condanni l’un l’altro in questi modi orribili e violenti anche agito per tanta parte dai cattolici. Non è giusto, e non per me, o secondo i gay, no non è giusto e basta. Pisso approfondirvi il mio parere dicendovi che non concordo con la steumentalizzazione e la ricerca politica del consenso gay, ok qui ci siamo. Non sono coi gay a priori ma a favore semplicemente del divino e del suo amore. Nesiete la cosa esistente più lontana e questo mi spaventa e indigna!Poiché tra le cose e tra tanto vostro sapere nel mio cuore dimora immediata di intuizione e sapere io colgo solo una problematica e non è l’essere omosessuali. Discernimento sapete più di me cosa sia: Possiate usarlo per discernere follia da Dio e spero che questo accada perché c’è bisogno di Dio… e non di un dio proiettato dall’ego immaginifico umano intriso di pazzia e deviazione ma… Dio.♡
Signora, capisco la sua posizione, che oggi e’ molto diffusa. Piu’ sopra, se legge i commenti, vede che anche io mi sono dichiarato chiaramente non d’accordo ne’ con Guzzo ne’ con le affermazioni di Padre Clavacoli.
Ma lei e’ sicura che il messaggio cristiano sia soltanto un generico “Dio e’ amore” e che quindi tutto cio’ che e’ causato dall’amore allora piace a Dio?
La visione antropologica del cristianesimo – e di tante altre religioni – e’ un po’ piu’ complicata. Puo’ provare a leggere quello che diceva il compianto Professor Israel:
http://gisrael.blogspot.it/2012/12/si-puo-dire-no-ai-matrimoni-gay-senza.html
Con cordialita’.
Gentile Roberta
il mondo è pieno di falsi profeti, falsi perché credono di conoscere Dio (cosa alquanto difficile) e addirittura dicono di sapere “come la pensa” Dio, in realtà inventandosi ogni giorno un Dio frutto del loro libero pensiero.
Peccato che Dio abbia detto chiaro e tondo fin dall’antichità: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri le vostre vie non sono le mie vie “[Isaia 55,8].
Quindi abbandoniamoci a Gesù, e fuggiamo a gambe levate da ogni “pensiero” nostro o altrui che si discosti anche di poco dalla Verità (tutta intera) che è il Cristo, il Verbo che si è fatto carne, è morto ed è risorto.
Amore, amare… è una parola! parola abusata dall’uomo che non riconosce la pochezza della sua condizione. Se fossimo buoni sapremmo amare veramente, ma Gesù ci avvisa “…nessuno è buono, se non Dio solo”[Marco 10,18]. Se sapessimo veramente amare saremmo anche “giusti” e non avremmo bisogno di un salvatore.
Quindi, nel Suo disegno d’amore, Dio non creò un gruppo di uomini e di donne liberi di accoppiarsi secondo i gusti, creò un solo uomo: Adamo e una sola donna: Eva. E pensò che questo era buono, era “la strada”, l’unica, per costruire un’umanità degna del suo Creatore.
Signori Antonio e Roberta Gelsomino,
vi ringrazio del vosto scrivere.
Strano, ogni tanto vengono alla Luce Cristiani fedeli al Deposito dellaFede come dalla Una Santa Cattolica Apostolica Chiesa Romana, se esiste ancora come tale, e da loro sentita e vissuta come Madre e Maestra per la Vita Eterna.
Rimaniamo saldi nella Fede e lasciamo da pare il clamore del mondo che a nulla aiuta il nostro cammino verso la Santita come voluta dal Maestro Gesu’: siate perfetti come il Padre mio che e’ nei Cieli.
Cordiali saluti, Paul (candiago.p@bmts.com)
Alla vostra Attenzione Signori e Signore:
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PUBBLICITA’ SUL SITO INTERNET DI RADIO MARIA DI ERBA, COMO, ITALIA DEL 01/11/2016
Parrocchia San Giuseppe Cafasso in Torino,la Nuova Sede territoriale
di Radio Maria in Torino,ospitata della Parrocchia
SUA ECC.ZA MONS CESARE NOSIGLIA,ARCIVESCOVO DI TORINO ,HA VISITATO E BENEDETTO QUESTA MATTINA,al termine della celebrazione eucaristica nella Parrocchia San Giuseppe Cafasso in Torino,la Nuova Sede territoriale
di Radio Maria in Torino,ospitata della Parrocchia
Rev. Vescovo,
avendo visto questa pubblicita’ su RADIO MARIA DI ERBA, COMO ITALIA (01/11/2016 ) come programma via sito Internet ho pensato di inviarle il mio punto di vista a riguardo questa stazione Radio Maria in Italia che seguo da anni via Internet ed e’ la sola attivita’ che conosco di questa Organizzazione Privata.
Cordiali rispettosi saluti,
Paul Candiago (email: candiago.p@bmts.com)
Rev. Vescovo,
seguo da anni questi doncamilli di Radio Maria di Erba, Como, Italia.
La mia esperienza con il loro programma via Internet (l’unico che vedo e conosco) di quasta Organizzazione Privata dicasi noprofit organization ??? (no approvazione Ecclesiastica o Vescovile in Italia) e’ che sono ecclesiastici diventati specializzati commercianti di religione.
(I rinnovati dottori del Tempio durante la vita di Cristo, diventati schiavi del denaro e vanita’ ora li abbiamo nella versione di 2000 anni dopo)
Astuti “dottori del tempio dei nostri tempi” che negoziano e manipolano la fede cattolica cristiana per fini economici e la vanagloria dei loro ego e sono ecclesiastici che dovrebbero amare ed essere sempre ubbidienti alle direttive Ufficiali della Chiesa Cattolica Romana e difenderle.
Sotto pretesa di carisma mariano e da esaltate teste calde di religione si attribuiscono l’evangelizzazione secondo il loro parere e modo di fare.
Quasi Cristo avesse bisogno di loro/noi, con la nostra capacita’ umana, per evangelizzare.
Cosa gli abbiano insegnato in seminario a riguardo: “andate e predicate la Buona Novella” solo loro lo sanno e che trasmutazione e’ avvenuta nelle loro teste?
(La chiesa non ha bisogno di Impresari, Industrialisti, ma di Santi Sacerdoti, diceva un parroco in una sua predica.
Penso dica tutto per chi ha occhi e orecchi d’intendere e gli fa eco il recente dire dal Sommo Pontefice Francesco: la Chiesa non ha bisogno di preti untuosi ed e’ stanca di preti alla moda)
In realta’ trasmettono da anni apostasia ed errori rispetto alla Catechesi Ufficiale della Chiesa a riguardo la Parola, Tradizione e Magisterio.
La stranezza e’ che sono ecclesiastici e “tutto tace” di fronte alla “ accettata” prevaricazione catechetica. (Forse essendo Radio Maria d’Italia una Organizzazione Privata c’e’ poco’ da interferire…ecc.)
Mah!…forse un altro Segno dei Tempi ?
Si adoperano, sempre piu’, con le telecomunicazioni, nulla di male se usate in ubbidienza al Magistero della Chiesa, a trasformare la Fede Cristiana ad una fantasia, favola, sentimentalismo estestico e uno spettacolo da luna park.
La Madre Celeste e’diventata diva dello schermo, un amuleto e talismano nel fai da te religione, purche’ sia condiviso dai gusti ed emozioni popolari ed aumenti la clientela al programma e le entrate ai soci per far andar avanti la bottega.
In breve: “verranno a voi vestiti da mansueti agnelli e dentro di loro sono lupi rapaci” di anime e denaro.
Mi auguro di essere completamente sbagliato, ma preti, suore e frati e popolo di Dio, che mi hanno trasmesso e tramandato il Patrimonio del Deposito della Fede Cristiana, mi hanno fatto capire di essere amorosamente fedele alla Parola, Tradizione e Magisterio Ufficiale della Chiesa Romana.
Mi torna nuovo ed apostata vedere la Fede Cristiana diventare un bene commerciabile come fa questa trasmittente/i sotto celate false pretese di evangelizzazione.
Fede che viene trasformata diabolicamente in razionalismo umano e tanto piu’prevaricata a commercio (…ma hanno venduto anche Cristo per 30 pezzi d’argento…) mascherandola per onesta predicazione evangelica e assunto carisma mariano.
( Sulla pagina del sito Internet Radio Maria vedano e’ solo scritto: Organizzazione noprofit e non Organizzazione Privata a non profitto: solo un punto di come si adoperano in tutti i modi per confondere il cliente che li crede conformi all’approvazione ecclesiastica e alla catechesi ufficiale della Chiesa Romana )
In realta’ sembra che il dio denaro e’ la finalita’ di questa Oraganizzazione Privata che da anni trasmette errori ed apostasia e disubbidienza alla Chiesa.
Cordiali, rispettosi saluti,
Paul Candiago
( email: candiago.p@bmts.com )
@Paul Candiago, vedo con rammarico che seguendo qualche link ha trovato un altro blog su cui continuare la sua personalissima e asfittica battaglia contro Radio Maria…
Mai pensato che se non è opera di Dio troverà la sua fine naturale (strano parrebbe dati gli anni e la continua espansione di cui gode), mentre se è opera di Dio lei contro quest’Opera sta combattendo?
Gentile Signor Bariom, sono decine di anni che prego non tanto che Radio Maria di Erba, Como, Italia si estingua come sturmento di evangelizzazioe, al loro dire, ma che questi meravigliosi strumenti siano usati in conformita’ all’Ortodossia della Catechesi della Una Santa Cattolica Apostolica Chiesa Romana a cui appartengo come fedele.
Il programma via Internet e’ migliorato moltissimo almeno non c’e’ piu’ mezza pagina religiosa a mezza pagina pornografica, ora si e’ passati ai fumetti, ma e’ sempre con una sottigliezza diabolica di falsi profeti che si adeguano in modo camaleontico a non farsi riconoscere come prevaricatori del Deposito della Fede in modo che il cliente non se ne accorga ll applauda e li pensi veraci di Buona Novella.
Il Signor Lutero e’ ancora attivo da 500 anni quindi come Abramo aspettiamo con santa Paziienza che si faccia la sua volonta’ di Dio.
A noi pregare che cessi la profezia delle Canne sbattute dal Vento e dei Falsi profeti che vengono a noi come angelli mansueti e dentro sono lupi rapaci di anime; rendendole apostate a falso Cristo, Falsa Chiesa e falsi Cristiani.
Cordiali saluti ed e’ sempre grande Provvidenza distinguere la Vera e Viva Voce del Pastore,
Paul
Egregio signor Guzzo, lei scrive che “si farebbe meglio, invece di inprovvisarsi
improvvisarsi teologi quando non si è neppure credenti o ergersi a giudici implacabili quando si dovrebbe essere testimoni della “Chiesa della misericordia”, è il caso di lasciar perdere e darsi fare per i nostri connazionali”.
Se è meglio che chi non è credente si astenga dal fare il teologo, allora, allo stesso modo, è meglio che le cause dei terremoti le stabiliscano i geologi, non trova?
Quanto al fatto che né nelle tracce audio né nella trascrizione della trasmissione si trovi traccia dell’affermazione di padre Cavalcoli beh…
Non è che si è provveduto a far sparire velocemente il tutto, sperando di evitare il pastrocchio?
Cordiali saluti
Su quanto trascritto non so, magari è possibile, ‘sistemare’ l’audio credo sia un po’ più difficile
Aggiornamento. Sospeso Padre Cavalcoli da Radio Maria
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Terremoto-Radio-Maria-si-scusa-e-sospende-il-teologo-padre-Cavalcoli-e95f4839-6435-4651-949f-5518d32e4664.html?refresh_ce
p. Livio, tiene famiglia…
Dopo avere scaricato Socci, Gnocchi, Palmaro, de Mattei (e, suppongo, vari altri), ora anche p. Cavalcoli.
A quando gli interventi di Scalfari, Mancuso, magari Kung su Radio Maria?
La sollecitudine con cui Mons Becciu ha condannato p. Cavalcoli, reo di conoscere il Catechismo della Chiesa Cattolica, oggi evidentemente superato dal catechismo di S. Marta, meriterebbe miglior causa.
Ma quale è la causa per cui si battono Mons. Becciu e chi lo manda?
Signor Giusliano Guzzo,
se siamo arrivati a dare anche la minima consistenza catechetica Cristiana a Radio Maria di Erba, Como, Italia per aver alllestito una Cinecitta’ religiosa, mi creda,come Fede Cristiana in Unione con Roma abbiamo decisamente perduto la Via la Verita’ la Vita. Cordiali saluti, Paul
Quanta confusione e mescolamento fra valutazioni teologiche e valutazioni scientifiche… Sono due cose completamente diverse; é lecito che ci siano “sconfinamenti” ma la cosa va fatta sempre con delicatezza. La scienza risponde al “come” e al “perché” delle cose senza entrare nel fine ultimo e nel significato ultimo delle stesse cose (del resto non può far altro…); la fede e la razionalizzazione della stessa (es. la teologia) risponde al come e al perché delle cose nell’ambito dei corrispondenti fine e significato ultimi (é non può far altro…). Il vero problema di affrontare il tema del castigo divino in una trasmissione dove la teologia é “padrona” é solo quello di ricordare continuamente a chi ascolta le condizioni al contorno per questi discorsi. Altrimenti fuoco alle polveri della superficialità.
un ottimo chiarimento
http://isoladipatmos.com/terremoto-come-castigo-di-dio-per-le-unioni-civili-giovanni-cavalcoli-risponde-sono-stato-frainteso-o-forse-mi-sono-espresso-male-ariel-s-levi-di-gualdo-scrive-ai-cardinali/
E intanto P. Cavalcoli viene querelato.
http://gwnblog.lanuovabq.it/cavalcoli-querelato-per-diffamazione/
Signori Bariom e Giuliano,
ed io che pensavo che non eravate cittadini di Babele.
Povero Gesu’ Cristo quanto tempo ha perso per darci la Buona Novella in cui ci sono anche le Beatitudini.
Che sia che magari, che fosse, o lo e’, non si sa con certezza, che fusse invece che una novella ed ora diventata fiaba: che confusione?
Molto piu’ semplice scegliere la razionalita’ umana: terra ferma in mezzo a terra che trema.
Cordiali saluti e ci rivedremmo tutti alla Babele Celeste fra sorprese e sorprese. Paul
Sig. Paul, ciò che lei pensa del sottoscritto (e così di Giuliano) ben poco mi affligge…
Certo il suo modo di scrivere qui come altrove ricorda molto più le incomprensioni della biblica Babele che non altre cose che leggo.
Speriamo rivederci nella Gerusalemme Celeste, ma elargire giudizi gratuiti non è una buon punto di partenza.
@Bariom – intervento sermone di ieri 7 ore 11.37.
«… E non trovarne il senso profondo, può mettere in crisi il nostro rapporto con Dio e far vacillare la nostra Fede …».
Il senso profondo? Semmai caro Bariom, esiste la necessaria ricerca di una motivazione che consenta di elaborare il lutto per andare avanti e per riuscirci ci si può anche convincere che ciò è accaduto per il nostro bene. In fondo basta convincersene.
Ricercare il senso profondo della perdita di un figlio, di un congiunto o di una persona cara non ha alcun senso, perché se lo avesse, se cioè esistesse un vero perché che vada al di là delle cause comuni che conosciamo, quali la morte naturale, le calamità, gli incidenti, le violenze, le malattie o altro, ci sarebbe da rimanere inebetiti. Che cosa dovremmo fare se individuassimo il vero perché, chi dovremmo maledire o ringraziare? La morte di un figlio o di una persona cara accade semplicemente perché rientra nella legge della natura che prevede non solo la riproduzione e la nascita, ma anche la morte di chiunque apra gli occhi su questa terra.
San Tommaso Moro, poco prima del martirio, consola la figlia: «Non accade nulla che Dio non voglia, ed io sono sicuro che qualunque cosa avvenga, per quanto cattiva appaia, sarà in realtà sempre per il meglio». Appunto, consola. Il tentativo nobile e comprensibile di un padre che consola la propria figlia, sperando si convinca.
A quale perché dovremmo pensare, quando per fatalità – chiamiamola come si vuole – si perde l’aereo e ci si salva la vita o al contrario la si perde, perché si transita sotto un cavalcavia nell’attimo preciso in cui collassa. Chi dovremmo ringraziare o maledire per una fortuita coincidenza?
Poi è chiaro, qui come in una qualsiasi altra discussione, qualunque “prova” o ragionamento serve solo a convincerci di ciò di cui già siamo convinti e la massima del “Chi si accontenta gode” è sempre valida.
@Mario, che tu non abbia altra risposta da dare alla morte che la “casualità” mi dispiace.
Le tua vita è dominata dal caso? O credi ad “un” dio?
E se in “un” dio, qual’è il tuo rapporto con questo “dio”?
Se quando la morte di tua moglie, praticamente tra le tua braccia (come è stato per me), l’idea della casualità ti sarà sufficiente risposta alle tue domande (più facile non farsele e pensare “che sfiga!”) sappimelo dire.
Direi che in quel caso certamente “chi si accontenta gode” (gode????)
O se è della morte di un figlio che stai parlando perché l’hai vissuta, allora mi si stringe il cuore per te, posso solo immaginare il dolore, ma anche qui pensare che sia per “cause comuni” (?) ti da ragione di quella morte?
E soprattutto del senso di quella breve vita?
@Bariom
“La questione è più precisamente se in assoluto si può escludere che i “cataclismi”, siano un richiamo di Dio all’Umanità che ha dimenticato il Suo Creatore e le leggi promulgate per la stessa salvezza del’Uomo.”
Mah, il problema è che questi presunti richiami divini colpiscono sempre i soliti noti, cioè quei Paesi che, per conformazione geofisica o posizione geografica, sono soggetti a terremoti, tsunami, alluvioni, inondazioni, cicloni ecc. Come se ciò non bastasse, alcuni di questi Paesi – vedi il caso recente di Haiti – sono anche poveri, quindi incapaci di far fronte a tali catastrofi, che pertanto li affossano ancora di più. Insomma, come dice il proverbio, piove sul bagnato. Sappiamo, ad esempio, che uno dei Paesi più “richiamati” da Dio, cioè più colpito da catastrofi naturali, è lo sgrarrupatissimo Bangladesh: ora, qual è il motivo di così tanti “richiami” divini? Forse il fatto che la maggior parte della popolazione è muslmana invece che cristiana? O forse si tratta di un popolo particolarmente peccatore? O forse ancora, gli sventurati bengalesi pagano i peccati di altri Paesi?
Non è più ragionevole pensare, invece, che è semplicemente a causa della loro posizione geografica che Haiti e il Bangladesh sono così esposti alle suddette calamità naturali?
“Così scriveva Benedetto XV, il 19 febbraio del 1917: […] le private sventure sono meritati castighi, o almeno esercizio di virtù per gli individui, e che i pubblici flagelli sono espiazione delle colpe onde le pubbliche autorità e le nazioni si sono allontanate da Dio […]”.
Quindi, per quanto riguarda gli episodi evangelici del bambino nato cieco e delle persone uccise dal crollo della torre di Siloe – due tipici esempi di private sventure -, Gesù aveva torto marcio, nel senso che, diversamente da quanto da lui affermato, si trattava effettivamente di meritati castighi? Non solo, ma anche la famigerata Peste Nera che colpì l’Europa nel ‘300, uccidendo un terzo della popolazione – il che ne fa uno dei più terribili pubblici flagelli della storia -, è stata, per usare le succitate parole di Benedetto XV, un’ “espiazione delle colpe onde le pubbliche autorità e le nazioni si sono allontanate da Dio”?
La cosa curiosa è che tale “espiazione” ha avuto luogo non in un’epoca qualunque, ma nell’epoca cristiana per eccellenza: il Medioevo. Cosa diavolo avranno combinato gli europei di quel tempo per far arrabbiare così tanto Dio? E perché, se è corretto il ragionamento del Papa, in epoche meno cristiane del ‘300 non si sono verificate tragedie di uguale o maggiore entità?
“Non possiamo dimenticare che l’Onniscienza di Dio è anche Prescienza, dal che potremmo ardire suppurre che la Terra “difettosa”, al di fuori dell’Eden, attendeva Adamo ed Eva dopo e a causa del loro peccato.”
Ipotesi suggestiva, ma anche, a mio avviso, molto comoda, visto che salva capra (Dio è immensamente buono e non avrebbe mai creato di suo un mondo “difettoso”) e cavoli (è colpa dei soliti Adamo ed Eva, quindi dell’uomo e, indirettamente, di Satana).
@Max ti devo ancora un commento… appena trovo il tempo.
Caro Bariom, ti ringrazio della vicinanza, ma non dispiacerti, va bene così.
Non sono così arido e insensibile da banalizzare la vita e la morte, che rappresentano l’excursus dell’esistenza umana, così come la conosciamo e che ognuno può liberamente considerare e valutare come meglio crede. Non ho nessuna pretesa di insegnare agli altri il senso da assegnare alla vita o alla morte di chicchessia.
E’ evidente che la perdita di una moglie è un’immane tragedia e incomparabilmente peggiore è la perdita di un figlio. Dalla prima ci si può risollevare con la presenza dei figli o costruendo un nuovo rapporto; dalla seconda no, e in ogni caso chi ha vissuto quella terribile esperienza, rimane per sempre segnato. Perdere un genitore in tarda età e da adulti è accettabile, rientra nel ciclo naturale dell’esistenza, la perdita di un figlio no, perché l’evento va “contro” natura.
Quel “Chi si accontenta gode” andava interpretato per ciò che è, un banale detto popolare e nulla più, evitando di cogliervi un giudizio di merito pur di avvalorare un’improbabile tesi.
C’è chi si convince che il lutto subito faccia parte di un disegno soprannaturale inconoscibile e quindi lo affronta o dovrebbe farlo con animo più sereno. E’ necessario però convincersene e la fede, per chi la vive, può offrire questa opportunità. Vero è che nessuna “causa comune” può dare ragione di una morte, tuttavia è altrettanto vero, anche se appare banale, che si muore per cause comuni.
Tu hai messo al primo posto quell’art. 1 scritto in maiuscolo, il modo digitale per “gridarlo” agli altri. Una scelta legittima, che tuttavia a me e a tantissime altre persone non ha mai sollecitato nessun interesse.
Ciò su cui invece andava posto l’accento, in ossequio al tema della discussione e cioè se una qualsiasi calamità può essere interpretata come la reazione divina ai nostri peccati, è comprendere il perché ancora oggi, anno 2016, certe derive sussistono e sono così ben radicate tra le persone.
Dai commenti letti, non soltanto qui ma nella maggior parte dei blog di matrice cattolica e non è questa la prima volta che accade, traspare chiaro infatti che c’è una fetta di religiosità popolare che non rinuncia all’idea di un Dio vendicativo e violento, un dio pagano che segue l’umanità ad ogni passo e reagisce castigando quando le sue leggi vengono disattese. Si tratta della religiosità popolare, che genera ad esempio i devoti di Medjugorje che attendono ogni giorno, con una sorta di malcelata impazienza l’annuncio mariano di terribili apocalittiche sventure: terremoti, tifoni, smottamenti e perché no, anche l’impatto con qualche asteroide – eventualità probabile, conoscendo cosa attraversa il nostro insignificante sistema solare nel suo moto di traslazione galattico – quale punizione divina alla ormai conclamata miscredenza e diserzione collettiva dalle leggi divine. Un cattolicesimo semi pagano, che con la modernità proprio non riesce a convivere, e che anzi spera nel castigo divino e più che temerlo molto spesso lo auspica, compiacendosi quando accade, come del resto è sempre avvenuto: una forma di ripicca masochistica. Per costoro vale sempre la corrispondenza biunivoca “peccato = punizione”, non c’è altra via.
Una religiosità popolare, che comprende tantissimi sacerdoti, milioni di fedeli che movimentano ingentissime risorse economiche frutto dei pellegrinaggi, delle visite ai santuari, dei viaggi della speranza, ecc., verso cui le gerarchie cattoliche usano la strategia di sempre: controllare senza soffocare per non perdere i proficui proventi.
Caro Mario (ti confido abbiamo in comune il nome di Batteismno),
nel come hai riproposto il tuo ragionamento, mi trovo piuttosto concorde.
Certamente con il lato più “umano” delle vicende che ci portano ad affrontare vita e morte.
Due note:
1. non ho scritto il titolo dell’Art. 1 in maiuscolo come a “gridarlo”, pur consapevole che nella consuetudine del web può equivalere all’alzare il tono e quindi “gridare”, semplicemente ho fatto un “copia e incolla” dalla pagina del Catechismo, dove essendo titolo è appunto maiuscolo e non mi sono preso la briva di riportarlo a minuscolo (neppure mi pareva il caso)
2. ti confido che anch’io spesso ho l’impressione che tutto questo parlare di castighi, ma non solo in questa occasione, un continuo invocare la “linea dura”, richiamare tutte le le “leggi” e le prescrizioni, i canoni e i sotto-canoni, presuppongano una sola ed unica via. Una “porta stretta”, che diviene più un torchio che una vera possibilità di “entrata”.
Ciò non corrisponde neppure alla mia personale esperienza di ex-ateo, a cui non è stato imposto nessun “giogo”, nessuna costrizione, ma solo (solo si fa per dire…) una splendida Verità che faticavo a vedere e comprendere, un Amore che non conoscevo, ma che in fondo cercavo da sempre, una Gratuità che ha toccato il mio cuore.
Questo mi ha portato a fare miei (spero nel modo migliore) “leggi”, canoni, regole, dogmi, realizzando quanto sono buoni per la vita di un credente, quanta verità è in essa contenuta nella Chiesa che ce li propone. Quanto il “giogo” da portare sia il giogo leggero e soave di cui parla Cristo.
Questo seppure non era mia intenzione scriverlo “gridando”, è quanto non mi trova affatto in difficoltà nel gridare «IO CREDO IN DIO, PADRE ONNIPOTENTE, CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA», mettendo una particolare enfasi in quel PADRE e senza che il mio alzare il tono voglia sembrare un “schiaffo” per nessuno o presunzione, ma semmai un annungio gioioso come quando tu come chiunque annunci ad altri un splendida notizia.
La Notizia, poi è la stessa da 2000 anni. E’ il Kerigma: CRISTO E’ MORTO ED E’ RISORTO, per Te, perché la TUA morte sia sconfitta. Ogni esperienza di morte, di dolore di peccato e a suo tempo la morte fisica.
Non posso che augurarti l’incontro con Cristo in una delle tante strade che la Provvidenza ha pensato per noi.
Buon cammino Mario.