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«Non ti hanno ancora arrestato?», gli ho chiesto scherzando alla presentazione del suo ultimo libro e lui, il mio amico Renzo Puccetti, ha risposto con un sorriso ben consapevole del significato della battuta. La sua ultima fatica, LegGender Metropolitane (Edizioni Studio Domenicano 2016, pp. 288), è infatti un libro esplosivo, probabilmente il più esplosivo uscito dalla penna di questo infaticabile medico, docente e scrittore da anni in prima linea sui temi eticamente sensibili. Si tratta, in breve, di un manuale politicamente scorrettissimo nelle cui pagine è pazientemente sbriciolato – mediante una serrata revisione della letteratura scientifica – tutto ciò che il fronte LGBT, forte di una copertura mediatica quotidiana, afferma a proposito dell’omosessualità, del transessualismo, dell’educazione di genere, delle adozioni alle coppie gay.

Per capirci, pensate che gay si nasca? Che sia l’amore a fondare la famiglia? Che sia la cosiddetta omofobia a complicare la vita alle persone con tendenze non eterosessuali? Che i figli delle coppie dello stesso sesso crescano senz’alcuna difficoltà aggiuntiva rispetto agli altri? Bene, allora avete una ottima conoscenza delle LegGender Metropolitane che questo libro implacabilmente smantella; ma non, si badi, procedendo arrogantemente a colpi di slogan bensì, come si diceva poc’anzi, con una profonda immersione in un oceano di studi e ricerche tra le cui onde Puccetti si muove agevolmente, svelando anche a chi non ha grande dimestichezza con statistiche, tabelle e percentuali, gli inganni del Pensiero Unico. Il libro si presenta insomma come una piccola enciclopedia del buon senso su temi cruciali quali oggi più che mai sono la famiglia e l’identità sessuale.

Degna di nota, insieme ad uno stile divulgativo e di agevole lettura, è l’attenzione che l’Autore sistematicamente pone non solo alle tesi, ma alle stesse fonti che quanti sposano posizioni LGBT non mancano mai di ricordare. Da sottolineare inoltre come non vi sia in pratica neppure una pagina, di questo testo, spoglia di note bibliografiche e sacrificata alle divagazioni: l’intera opera è finalizzata ad un esame critico delle tematiche di volta in volta affrontate. Tra tutti, il capitolo che più impressiona per completezza è quello sulle cosiddette adozioni omogenitoriali, in cui Puccetti non concede neppure un centimetro alle imprecisioni, ai limiti metodologici e alla incaute generalizzazioni di quanti si sentono autorizzati ad affermare pomposamente che «La Scienza» avrebbe decretato che padre o madre o genitore 1 o genitore 2, per un figlio, sono la stessa cosa.

Balle. Nessuna ricerca o studio, tra quelli che si sono basati su campioni sufficientemente vasti e rappresentativi, è mai pervenuto ad una conclusione simile. Di più: le pubblicazioni metodologicamente più accurate, nota l’Autore, hanno puntualmente suffragato la visione tradizionale della famiglia e del benessere dei figli. Certo, numericamente questi articoli non sono (ancora) moltissimi. Ma questo non è dovuto ad una trasversalità di pensiero che «La Scienza», su questi argomenti, non ha mai lontanamente raggiunto, bensì alla mancanza di coraggio di un mondo accademico purtroppo suddito del politicamente corretto e conseguentemente privo di coraggio. Coraggio che grazie al cielo invece non manca, anzi, a Renzo Puccetti. Anche e solo per questo, al di là di quanto qui poc’anzi ricordato, LegGender Metropolitane meriterebbe di essere acquistato e letto.

Giuliano Guzzo