I Giochi di Rio sono ancora in corso ma le pur numerose imprese sportive, alcune delle quali davvero storiche, sembrano destinate a passare in secondo piano, eclissate dalle dichiarazioni di atleti comizianti e di grilli parlanti del Pensiero Unico, che neppure il clima estivo e ferragostano è riuscito a far rilassare. Ad inaugurare questa sorta di Olimpiade parallela – che potremmo definire dei pistolotti – ci ha pensato Elisa Di Francisca, argento nel fioretto, la quale, salita sul podio con la bandiera europea tra le mani, si è subito lanciata in banalità degne del repertorio renziano: «Dobbiamo abbattere le barriere e creare un’Europa davvero unita – ha dichiarato – se restiamo uniti possiamo sconfiggere il terrorismo, non diamogliela vinta all’Isis».
Se vi state interrogando sull’oscuro legame fra unità europea e contrasto al Califfato, che fino a prova contraria non risulta essere sponsor della Brexit, sappiate che non siete gli unici; ciò nonostante, com’era prevedibile, le traballanti parole della Di Francisca hanno subito infiammato gli animi – da Alfano in giù – dei più dimenticabili politici italiani, che si sono fiondati su Twitter a cinguettare il loro dotto giubilo. Quello, però, è stato solo l’inizio. L’Olimpiade dei pistolotti ha infatti conosciuto un secondo, importante apice con il post, su Facebook, di Roberto Saviano, il quale ha pensato bene di commentare l’ennesima medaglia d’oro di Usain Bolt come quella di un «discendente di schiavi africani deportati in Giamaica nelle piantagioni di canna da zucchero».
Quest’uscita sull’atleta giamaicano ha sollevato un discreto polverone, a fronte del quale l’autore di Gomorra ha scelto di tirare in ballo Trump nemico giurato, a suo dire, delle comunità afroamericane. Dall’oro sui 100 metri alle presidenziali Usa in un lampo: se fosse esistito, l’oro per la più veloce arrampicata sugli specchi sarebbe senza dubbio andato a Saviano. Sarebbe però imperdonabile non ricordare un altro momento emozionante delle Olimpiadi dei pistolotti, vale a dire il commento dellA PresidentA alle parole di Rachele Bruni, argento nella gara per i 10 chilometri disputata nel litorale di Copacabana alle Olimpiadi di Rio. La Bruni ha dedicato la vittoria alla compagna, cosa che subito portato la Boldrini a seguire le orme del predicatore Saviano.
«In Italia – ha infatti scritto su Facebook la Badessa del Pensiero Unico – con l’approvazione della legge sulle unioni civili abbiamo finalmente superato una discriminazione che durava da troppo tempo». Anche in questo caso, ci si potrebbe interrogare sul senso di un simile commento dato che, anche prima delle unioni civili, un’atleta LGBT avrebbe potuto serenamente dichiarare i propri sentimenti senza temere arresti, torture o deportazioni: ma le Olimpiadi dei Pistolotti, evidentemente, non prevedono la regola dell’opportunità. L’importante è spararla, non facendosi scippare l’occasione di tuonare contro populismi, xenofobia e omofobia; guai infatti a correre il rischio di un’Olimpiade normale, senza tiro al cervello, banalità in lungo e lancio del sermone.
E’ da un po’ che lo sport e i suoi campioni vengono variamente sfruttati per l’uso politico. Ovviamente, prima di entrare in una lista, il campione deve esercitarsi in qualche modo nel credo del partito.
Ora però siamo a una svolta: il campione (e il suo mentore) dev’essere esemplare, dimostrando alla massa incolta dei tifosi di aderire gioiosamente a quella fede superiore e universale postulata dal “pensiero unico” dell’élite ideocratica (e anticristiana) mondiale.
…due osservazioni :
– il judoka egiziano che nn ha stretto la mano all’atleta israeliano mi risulta sia stato squalificato… Si sa che alle olimpiadi non possono trovar posto le beghe/rivendicazioni politiche o di altro tipo (tommy Smith docet)… La Di Francisca sarà squalificata? E la Bruni?
– e se un atleta musulmano dedicasse la vittoria alle sue tre mogli?
GRAZIE GIULIANO. E IO CHE PENSAVO CHE LA SCHIENATA DELLA TUFFATRICE RUSSA FOSSE STATA LA PIU’… BELLA – BRUTTA FIGURA VISTA ALLE OLIMPIADI DI RIO…