Stasera all’auditorium Melotti al Mart di Rovereto, nell’ambito della stagione proposta dal Centro culturale Santa Chiara, andrà in scena «Sul concetto di volto nel figlio di Dio», “spettacolo” teatrale dai contenuti blasfemi che, fra le altre cose, prevede l’irrompere sul palco di bambini intenti a vuotare le loro cartelle piene di granate giocattolo lanciandole sul ritratto del figlio di Dio all’odore acre che pervade la platea mentre un vecchio padre viene continuamente pulito dal figlio per l’incapacità di contenere le sue feci; prevista, inoltre, una scena con del liquido scuro, che dovrebbe rappresentare l’inchiostro delle Sacre Scritture, che quasi cancella il volto di Cristo con tanto di comparsa, alla fine, dell’ennesima scritta oltraggiosa: «Tu non sei il mio pastore».
Ora, questo “spettacolo”, in realtà, non è che l’ultimo di una serie di oltraggi a Gesù contrabbandati, negli anni, come espressioni artistiche: si va dal Presepe con due san Giuseppe e senza Maria all’opera di Andres Serrano, autore di «Piss Christ» («Cristo di piscio», letteralmente), fotografia del 1987 che mostra un Crocifisso immerso nell’urina; da «Petites Propheties Urbaines» “spettacolo” di una compagnia belga che vede, in una scena, la Santa Comunione distribuita sotto forma di patatine Pringles a «Scatoletta di fiammiferi», opera esposta al Museo nazionale “Regina Sofia” di Madrid consistente in una scatola di cerini con sopra la scritta: «L’unica chiesa che illumina è quella che brucia». Come si vede, trattasi di rappresentazioni o prodotti che non solo non rispettano la Gesù e la Chiesa, ma li attaccano con una aggressività sconcertante.
Inutile ricordare come, allorquando di mezzo v’è la sensibilità di altre fedi – a partire da quella mussulmana – gli stessi così disinvolti e violenti nei confronti del Cristianesimo perdono l’ispirazione arrivando a tifare per la censura; quasi che solo contro Gesù e contro i cristiani fosse ammesso essere aggressivi. E in buona parte, purtroppo, è così nel senso che in assenza del silenzio e dell’omertà che ammorbano settori importanti del mondo cattolico e della galassia episcopale, indotti da non si sa bene quale lettura del Vangelo alla macchiettistica difesa del diritto d’essere offesi, tutto questo certamente non sarebbe possibile. Ciò è ancor più grave se si pensa che, se Gesù stesso da un lato ha in effetti vissuto un tremendo martirio, dall’altro mai – mai – ha speso parole di tolleranza nei confronti della blasfemia; anzi!
Ne consegue come i cattolici indifferenti a quanto andrà in scena stasera a Rovereto non hanno responsabilità minori ma almeno pari, se non superiori, a quelle di chi si rende responsabile di questo vergognoso oltraggio. Un oltraggio, urge ribadirlo, che fra l’altro non ha alcunché di coraggioso essendo, al contrario, un monumento alla vigliaccheria di una società così miserabile da continuare prendersela, dopo duemila anni, con l’unico Uomo che, nella storia, si sia lasciato torturare per amore non solo dei suoi amici, ma dei suoi stessi carnefici. Non ha dunque alcun valore l’osservazione secondo dinnanzi a certe “provocazioni” sarebbe meglio lasciar correre per non ritrovarsi a pubblicizzarle dal momento l’oltraggio ad una figura come quella di Gesù, anche a chi non crede, dovrebbe apparire ripugnante.
L’unica nota positiva, in questa storia, è rappresentata dalla recita del Santo Rosario e dall’Adorazione eucaristica in riparazione alle offese al Volto di Gesù in programma dalle 20:00 alle 24:00 presso la chiesa di San Rocco a Rovereto (Corso Bettini, 71): segno che, per troppi che sono colpevolmente tiepidi, vi sono ancora cattolici autentici, che non si vergognano di essere tali e che non barattano ciò che sono con la sicurezza di non essere scomodi e quindi con la garanzia di piacere al mondo. Certo, sarebbe stato bello assistere ad una mobilitazione diversa, sarebbe statolo ancora più bello essere qui a commentare la sospensione di uno “spettacolo” penoso come quello che andrà in scena questa sera ma il coraggio, ultimamente, è merce rara; e nell’indifferenza che legittima squallore e odio, anche una preghiera può fare rumore.
L’ha ribloggato su Leonida & Co..
voglia talebana di censura, eh? 😉
se le idee degli altri ti danno fastidio, ignorale.
puo` darsi che le tue diano altrettanto fastidio a coloro che risultano offensivi per te.
o vogliamo la guerra di religione permanente oppure non c’e` altra soluzione, nel rispetto di tutti, che astenersi dal partecipare… 🙂
Ma non è libertà di espressione anche il “non ignorarle” oppure il “boicottarle” apertamente? Insomma, se uno si sente offeso (cioè ritiene che la “guerra di religione” l’abbiano scatenata contro di lui, e non che sia lui a volerla) non dovrebbe reagire? Non è che la libertà di espressione e il no-censura siano veicoli proprio di quella “guerra di religione permanente” che si vuole evitare?
certo, sono d’accordo: e` fondamentale il diritto di protestare, di fare veglie di preghiera e quant’altro.
sono tutte cose che a me personalmente non danno il minimo fastidio, creda.
l’unica cosa che mi urta del post e` questa frase: “ancora più bello essere qui a commentare la sospensione di uno “spettacolo” penoso come quello che andrà in scena questa sera”.
io non mi sogno minimamente di chiedere la chiusura del santuario di Padre Pio, nonostante lo creda un mistificatore, come gia` padre Gemelli e altri importanti esponenti della chiesa.
ammetto che l’essere umano e` vario; eppure la vista della cripta incrostata d’oro suscita in me personalmente la stessa rabbia che il Lei quello spettacolo.
pero` mi limito a dire la mia, a chi vuole ascoltarmi, e mi da` decisamente fastidio che qualcuno pretenda di tapparmi la bocca perche` non posso offendere Padre Pio.
Per Bortocal
“non mi sogno minimamente di chiedere la chiusura del santuario di Padre Pio, nonostante lo creda un mistificatore, come gia` padre Gemelli e altri importanti esponenti della chiesa.”
Lo vada a dire a questo ragazzo http://youtu.be/HbkaeI5slyw che Padre Pio è un mistificatore, e a tutti gli atei che ha convertito prima di tornare al Padre.
Bortocal, devo dedurre quindi che se domani venisse inaugurato uno spettacolo teatrale con l’immagine di sua madre presa a sassate, lei ignorerebbe tale spettacolo, vero? Non c’è bisogno che risponda, perché qualsiasi risposta data corrisponderebbe a pestare una merda! Buona astensione!!
O un sig. Bortocal che inchiappetta allegramente suo padre, stampato in qualche migliaio di copie, lo vedrebbe godere della libertà di espressione!
Certo dipende anche dal rapporto che il suddetto ha con suo padre e il resto… ma la sua non sarebbe “guerra di religione” e quindi una bella querela ci starebbe …giusto?
non capisco perche` vuole buttarsi cosi` giu`.
e poi non ho la minima intenzione di calpestarLa. 😉
non credo ancora di essere Gesu` Cristo e mia madre non era certo la Madonna.
mi pare che Lei confonda il pubblico con il privato: non stiamo parlando dei giudizi su persone viventi (neppure per quanto riguarda mia madre, del resto).
se fosse cosi`, cambierebbero anche giuridicamente i termini della questione.
Penso anch’io che, se possibile ancor più grave del peccato di blasfemia, è il peccato di omissione da parte di chi, pastori o laici “cristiani”, si tira indietro nel compito di condannare con la massima durezza queste manifestazioni di idiozia e vigliaccheria di improbabili “artisti”. Chiaro che esiste un fenomeno ben preciso, attuale e di sempre, di una società che si indigna di fronte a un solo atto, vignetta o parola che possa risultare urtante nei confronti dell’islam (dalle cui radici, magari solo quelle malsane, ma comunque certamente dalle cui radici) deriva il terrorismo e la morte che ci minaccia sempre più da vicino, ma al contempo una società che in modo misteriosamente illogico trova non così fastidioso, anzi magari “condivisibile” e possibile scagliarsi contro la Chiesa, Cristo e tutto ciò in cui centinaia di milioni di persone credono. E’ un fenomeno che trova un senso nella chiamata che ha contrassegnato la vita di Cristo e, come Lui ci ha detto, deve contrassegnare la sua Chiesa: esser perseguitati, abbandonati, derisi e offesi, dal mondo ma anche da chi crede di osservare i comandamenti di Dio.
Tuttavia – pur consapevoli di questo – è deprimente ( e fa riflettere) come tanti uomini di Chiesa rinuncino a difendere Cristo, a annunciarlo, ad amarlo.
Tutti, io per primo, siamo chiamati a farlo nel nostro piccolo, per amore a Lui, convertendoci nelle nostre umiliazioni quotidiane oppure pubblicamente, con le conseguenze che siano…
Pingback: Codardi | Buseca ن!
E’ una vergogna che gli ecclesiastici del luogo se ne stiano zitti!!
i nostri pastori sono così codardi?
Preghiamo stasera, uniamoci tutti all’adorazione che si terrà a Rovereto.
Sia glorificato Gesù e il Suo Santo Volto!
Ognuno é liberissimo di non credere a nessuna religione, a nessun Dio, a nessun profeta, ma la blasfemia non può essere tollerata. Nessun miscredente o agnostico che sia é autorizzato a compiere forme di blasfemia verso una religione.
La blasfemia va assolutamente contrastata e repressa, specie se oggetto é la religione cristiana, perché é evidente che nell’Italia e nell’Europa contemporanee esiste una grave emergenza cristianofobia, che non poteva non verificarsi visti il dilagante laicismo e la crescente immigrazione islamica. É a tutti gli effetti una forma di intolleranza, non una libertà di espressione.
Possiamo solo indignarci (per quel che può servire) e siamo in pochi a farlo, perché purtroppo qui da noi la blasfemia e la bestemmia sono state depenalizzate con la legge 205/1999, quindi può sembrare paradossale ma questa disgustosa rappresentazione teatrale é consentita dal legislatore.
Quando qualche anno fa fu rappresentato a Milano la prima sera partecipammo ad un S. Messa di riparazione, la seconda facemmo una veglia di rosari in uno spiazzo poco distante dal teatro- Eravamo parecchi, polizia compresa.
Castellucci è un nessuno, a Milano nessuno se lo filò, non ricordo recensioni autorevoli perché tutti presero le distanze, se continua così si estinguerà da solo nel più completo anonimato, purtroppo per lui.
A meno che Dio non gli faccia un miracolo di conversione…
@ Bariom
complimenti per la finezza…
non diro` cattolica, non mi faro` trascinare a questo dalla polemica.
anzi, dico che mi meraviglio che un blog cattolico come questo abbia ammesso il Suo commento.
personalmente nel mio se qualcuno avesse detto una porcata simile lo avrei bloccato.
legga la risposta a Frank ed impari la differenza giuridica tra la diffamazione di una persona vivente e la crtica intellettuale.
ma mi pare che Le servano urgentemente anche lezioni di buona educazione e di buon gusto.
Vede la finezza sta tutta qui:
>http://www.corrispondenzaromana.it/images/387813_10151279475941140_1847494062_n.jpg
Deve solo avere la compiacenza di togliere il segno > che ho inserito perché non avevo intenzione di rilanciare qui l’immagine…
Capisco Lei probabilmente la ignorava, ma come cattolico dovevo avere finezza nel descriverla? Potevo usare un giro di parole o termini più scentifici? Mi aiuti Lei…
Per lei questa è “critica intellettuale”‘? Spero proprio no, altrimenti le sue lezioni su buon gusto e aspetti giuridici valgono, come si usa dire, “quanto il due di picche”…
non ho capito: Lei pensa che sia io l’autore di quella vignetta?
tra parentesi, nonostante l’ulteriore freccina, il link funziona benissimo; quindi non si faccia divulgatore di immagini di dubbio gusto.
@Bortocal. Cristo, per i cristiani, è vivente. Dio, per i cristiani, è padre. Per crudi che siano, gli esempi che hanno citato un uso irrispettoso delle figure di sua madre o suo padre hanno perfetta attinenza nel loro senso più profondo. Nella forma, concordo, potevano essere diversamnente espressi
Ma forse la “forma” qui utilizzata serviva a meglio rendere quanto, riguardo la sostanza, la cosa non sia liquidabile con pie per quanto laiche parole che invitano ad una bonaria se non ipocrita tolleranza…
per i cristiani Gesu` e` ancora vivo?
bene, che allora venga in tribunale a denunciare chi lo diffama oppure lo ingiuria.
fermo restando il rispetto che si dovrebbe ai morti, non e` diffamazione ne` ingiuria criticare un morto.
il rispetto e` un dovere morale, concordo, pero` se qualcuno non lo manifesta, ritengo sempre che l’unica scelta possibile sia ignorarlo, oppure criticarlo, ma non cercare di togliergli la parola.
un teatro e` pur sempre uno spazio riservato a chi paga il biglietto per assistere alla rappresentazione: se quella rappresentazione mi disturba non devo fare altro che ignorarla.
altrimento finiamo dritti dritti nelle guerre di religione e negli scontri ideologici.
Non per polemizzare ad ogni costo, ma bortocal15, se io mettessi in scena uno spettacolo in cui da sfondo ci fosse un’immagine di sua madre (da qui a cent’anni che passasse a miglior vita), con tanto di nome e cognome, citando anche suo padre (ovviamente con epiteti appropriati ad un marito tradito) e mi sbizzarrirsi in ogni genere di fantasie offensive e volgarità portandola ad esempio di come non deve essere una donna, moglie e madre e, di fronte alle sue proteste, le rispondessi che sua madre deve difendersi da sola, anche quello sarebbe un mio diritto inalienabile, visto che farei pagare il biglietto?
cara Ester Consalvi,
neppure io vorrei polemizzare ad ogni costo, ma mi pare di avere gia` risposto a questa obiezione, che confonde il piani privato con quello pubblico.
vorrei essere ancora piu` chiaro, se ci riesco:
1. Giuliano Guzzo scrive un post per dire che e` da conigli offendere Gesu`
2. io scrivo un post per dire che e` da conigli offendere chi offende Gesu` (offende secondo Giuliano Guzzo)
3. Giuliano Guzzo allora…
dire «Tu non sei il mio pastore» e` “l’ennesima scritta oltraggiosa”?
ma vogliamo scherzare?
questa frase la sottoscrivo anche io assieme a molti altri miliardi di esseri umani, senza nessuna intenzione di offendere nessuno e neppure quella santa figura morta quasi 2.000 anni fa.
altre cose possono essere piu` o meno di buon gusto, ma si tratta, appunto, di un elemento soggettivo.
personalmente non ho l’abitudine di frequentare ambienti dove so gia` che il mio personale criterio del buon gusto verrebbe irrimediabilmente leso.
ad esempio non guardo da anni una televisione pubblica che intervista un mafioso per far fare bella figura a lui e a suo padre…
questo fatto, sinceramente, mi pare molto piu
ops… commento partito involontariamente non finito
dicevo: … molto piu` grave di una rappresentazione comunque privata, dato che avviene su una televisione pubblica, pagata dalle tasse di tutti i cittadini.
e per quel che ne sento dire, questa televisione e` diventata da tempo un lupanare a cielo aperto che inquina le nostre case e distrugge l’educazione delle nuove generazioni.
vogliamo parlare e indignarci per problemi davvero gravi?
forse sarebbe ora di smetterla di guardare i fuscelli negli occhi altrui e di occuparci delle travi che abbiamo nei nostri.
ah, ancora un aneddoto, allora.
nel 1935 mia nonna apri` una sala da ballo nel quadro di un Dopolavoro Fascista che ospitava a casa sua in un’osteria, con la quale campava la sua famiglia.
era dalla fine della prima guerra mondiale che non si ballava in pubblico nel Veneto.
il parroco era contrario; se ne occuparono perfino i vescovi del Veneto per fargliela chiudere.
poi venne la guerra e la voglia di ballare passo` a tutti.
qualche anno fa il diario di quel parroco e` stato pubblicato in internet.
diceva che per bisogno mia nonna avebbe fatto qualunque cosa.
frase non proprio gentile in bocca a un parroco ed allusione anche troppo pesante.
del resto vivo adessoin un paese lombardo dove il parroco nella seconda guerra mondiale denuncio` ai nazisti e fece fucilare 10 ragazzi partigiani…
ma, nel caso di mia nonna, citata per nome e cognome, secondo Lei, io che cosa avrei dovuto fare?
denunciare chi lo aveva pubblicato? chiedere la rimozione di quella frase? maledire il parroco, come gia` credo avesse fatto mia nonna?
ma so gia` che avevano fatto pace, mentre si ritrovavano assieme a nascondersi dai bombardamenti…
e al momento sono perfino sepolti quasi fianco a fianco, la nonna e il parroco.
“La viltà che lega una rana crocifissa al silenzio sulle persecuzioni dei cristiani”
Finora non pare che sia servita la denuncia di Angelo Panebianco né l’iniziativa promossa dalla Fondazione Liberal per risvegliare l’attenzione sullo scandalo delle persecuzioni e dei massacri di cristiani che si svolgono da ogni parte del mondo. Troppi, mentre sono pronti a sollevarsi strepitando di razzismo genocida quando si propone di prendere le impronte ai bambini dei campi nomadi, voltano lo sguardo dall’altra parte di fronte ai massacri concreti di cristiani. Una delle cause principali è stata identificata da Angelo Panebianco nell’«atteggiamento farisaico secondo il quale non conviene parlare troppo delle persecuzioni dei cristiani se non si vuole alimentare lo “scontro di civiltà”. Come se ignorare il fatto che nel mondo vari gruppi di fanatici usino la loro religione (musulmana, indù o altro) per ammazzarsi a vicenda e per ammazzare cristiani ci convenisse». Il “politicamente corretto” ipocrita e suicida porta a tacere e persino a giustificare ogni crimine compiuto dall’“altro” e a considerare il massacro di cristiani come un normale prezzo da pagare per le colpe della civiltà occidentale.
Questo atteggiamento è testimoniato da tanti fatti tra cui va sottolineata l’asimmetria che porta a condannare le vignette danesi su Maometto come un’efferata provocazione che avrebbe giustificato lo scatenamento di un’autentica guerra di religione da parte di gruppi fanatici musulmani di mezzo mondo, mentre si giustificano e difendono a spada tratta le “opere d’arte” che rappresentano una rana crocefissa o un’erezione di Gesù in croce. Nel primo caso si deplora l’offesa a una figura sacra per i musulmani, di fronte alla quale la libertà di espressione deve inchinarsi e sapersi limitare. Nel secondo caso, il simbolo sacro e il valore che esso ha per i cattolici deve inchinarsi di fronte alla libertà di espressione e all’assoluta indipendenza dell’“arte” che non può limitarsi di fronte a nulla e nessuno, anche se nei fatti questo “nulla e nessuno” ha nomi e cognomi ben precisi: è lecito fare strame della croce o paragonare la verga di Mosé a un fallo ma tutti debbono inginocchiarsi di fronte al sacro turbante di Maometto.
Quel che è tragicamente penoso in questa faccenda è il richiamo alla libertà “artistica” e che professori universitari di storia dell’arte o conservatori di musei parlino con sussiego di opere d’“arte” è un segno dello sfacelo della nostra cultura, del modo in cui vengono svenduti senza dignità le nozioni più elementari in nome della cupidigia di asservimento all’“altro”. Occorrerebbe ricordare a questi solerti “intellettuali” che un oggetto per essere definito un’opera d’arte deve soddisfare alcune caratteristiche minime, tra cui la messa in opera, per la sua produzione, di una maestrìa non alla portata di chiunque e una finalità espressiva che miri a trasmettere significati universali. Non basta prendere una tazza di gabinetto, una cacca, disegnare o scolpire un fallo in erezione – secondo la migliore tradizione della grafica da cesso pubblico – mettervi sotto una scritta ermetica e riuscire a esporlo in una mostra perché realizzare un’opera d’“arte”. Perché, in tal caso, l’unica “arte” che viene messa in atto è quella dell’astuzia mediatica e dell’abilità nell’intrallazzare per inserirsi nei circuiti espositivi. Non si sa se ridere o piangere sentendo uno di questi “intellettuali” paragonare la rana di Bolzano alla Cappella Sistina di Michelangelo. Questa cupidigia di asservimento che fa strame dell’arte in nome di una cultura che non merita più di essere chiamata tale è uno dei terreni su cui si alimenta l’indifferenza per le stragi e i massacri dei cristiani.
(Giorgio Israel, Tempi, 17 settembre 2008)
Giorgio Israel era un ebreo; conosceva purtroppo molto bene le “manifestazioni della libertà di pensiero” contro la sua religione e gli ebrei.
Sembra che le stesse cose che diceva nel 2008 si possano calare bene anche al giorno d’oggi.
offendere Gesù (oltrechè conformista , di quel conformismo anticlericale per intenderci) è, tra l’altro, sicuramente, oggettivamente, palesemente sport da conigli, nel momento in cui, a oggi, nessun “artista” italiano si azzarderebbe ad offendere in ugual modo simboli della religione islamica.
Poi mi piacerebbe capire cosa c’entri il paragone tra Gesù e (il solito) Padre Pio, nei confronti del quale anche molti cattolici praticanti e convinti sono come minimo scettici, quando non apertamente ostili.
@bortocal
“io non mi sogno minimamente di chiedere la chiusura del santuario di Padre Pio, nonostante lo creda un mistificatore, come gia` padre Gemelli e altri importanti esponenti della chiesa.”
Dopo aver constatato la sua pochezza argomentativa – condita pure da una buona dose di malafede – nelle discussioni che riguardano personaggi che non godono della sua simpatia (mi riferisco precisamente alla discussione che ho avuto con lei qualche mese fa circa le fantomatiche colpe di Benedetto XVI nello scandalo dei preti pedofili e la sempre fantomatica islamofobia del suddetto papa), il fatto che lei consideri Padre Pio un mistificatore e’ una notizia confortante e un’ulteriore conferma della reale santità del frate di Pietrelcina.
Il riferimento a padre Gemelli dimostra inoltre una certa ignoranza sul caso Padre Pio: Gemelli, infatti, non sottopose mai il frate a una visita medica né ebbe modo di esaminare le sue stimmate; pertanto, le sue parole di condanna nei confronti del santo lasciano il tempo che trovano, così come le opinioni al riguardo del bortocal di turno.
anche io mi sento piuttosto confortato dai Suoi giudizi, effettivamente: infatti non ne azzecca uno.
cito:
Nel 1926 Gemelli scrisse una nuova lettera al Sant’Uffizio: per lui Padre Pio era “uno psicopatico ignorante e che indulgeva in automutilazione e si procurava artificialmente le stigmate allo scopo di sfruttare la credulità della gente”.
ho mai scritto che lo avesse sottoposto a visita? non pote`, perche` Padre Pio si rifiuto`.
ho scritto che il fondatore dell’Universita` Cattolica lo riteneva un mistificatore: Le pare di avermi smentito?
ah certo mi ha (non) smentito anche qui esttamente come mi avaveva (non) smentito in discussioni precedenti…
@ bortocal
“non poté, perché Padre Pio si rifiutò”
Si rifiutò per un motivo più che valido: padre Gemelli non aveva l’autorizzazione del Santo Uffizio, requisito fondamentale affinché padre Pio accettasse di essere sottoposto a una visita. Come ha scritto Renzo Allegri, uno dei maggiori esperti del santo di Pietrelcina (mica un bortocal qualunque, che parla solo per sentito dire), l’incontro tra i due – che ebbe luogo la mattina del 19 aprile 1920 – durò solo un minuto. Dopo di allora, non vi fu nessun altro incontro.
Pertanto, e’ evidente come il durissimo giudizio formulato da padre Gemelli su padre Pio nella relazione del 1926 non poggiasse su solide argomentazioni scientifiche: com’e’ possibile infatti, in soli 60 secondi, analizzare e comprendere la personalità di un individuo ed appurare se le sue stimmate sono autentiche o meno (stimmate che, peraltro, Gemelli nemmeno esaminò)?
La verità è che padre Gemelli aveva una formazione positivista, e percio’ avversava qualsiasi fenomeno soprannaturale. Ad ogni modo, l’unica cosa che conta, alla fine, è che, in barba ai vari bortocal (che, poverini!, si scandalizzano pure per il sarcofago d’oro, manco l’avessero pagato loro), padre Pio è Santo.
“ah certo mi ha (non) smentito anche qui esattamente come mi aveva (non) smentito in discussioni precedenti”
Eccome se l’avevo smentita, invece. Non solo, ma l’avevo pure inquadrata benissimo: il classico anticlericale tanto ignorante quanto presuntuoso che infesta i blog cattolici portando avanti i luoghi comuni più triti (esempio: “Giovanni Paolo II e Bendetto XVI hanno tradito lo spirito del Concilio”).
anche questa ulteriore “confutazione” o “smentita” dimostra che Lei non sa neppure da che parte si comincia per confutare una affermazione.
Lei pensa che dire un mucchio di cose non pertinenti che suonano divergenti dalle idee dell’interlocutore sia il modo di confutarlo.
non funziona cosi`, mi creda.
comunque, se preferisce pensare di avermi confutato non una ma cento volte, prego si accomodi; non ho nulla in contrario e penso del resto che questa soggettiva convinzione non possa farle che bene…
Ripeto: lei è il classico anticlericale ignorante e presuntuoso, capace di esprimersi solo per luoghi comuni. Come risulta evidente a chiunque legga la suddetta discussione, lei non è in grado di controbattere alle mie affermazioni, non è in grado di dimostrare l’eventuale falsità di cio’ che ho scritto e nemmeno di dimostrare, con solide argomentazioni, che padre Pio era davvero un mistificatore. Ecco perché si trincera pateticamente dietro a frasi tipo “lei non sa cos’è una confutazione”, “lei non mi ha smentito” ecc.
@bortocal
D’ora in avanti vedrò d’ignorare i suoi insulsi interventi. Non ne vale assolutamente la pena.
Come diceva il buon Oscar Wilde: mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. E lei di esperienza in tal senso ne ha davvero tanta.
mi sono limitato a dire che padre Gemelli considerava Padre Pio un ciarlatano.
Lei fa ancora a tempo a smentirmi su questo punto, se ci riesce.
tutto il resto sono divagazioni Sue, per nulla pertinenti rispetto al punto.
sul resto non commento: so di non sapere, ma so anche bene chi sa ancor meno di me e riconosco chi non capisce di non capire.
vedo comunque che offendere Gesù è uno sport da conigli, come dice l’autore.
ma anche offendere chi non è d’accordo è molto in voga su questo blog.
Il relativismo radical-chic , depressivo e depresso, da sempre colpisce il simile e mai il dissimile, confermandosi una vera astrusità antropologica, sebbene, purtroppo, stia governando il paese…
Helmut Leftbuster
http://www.qelsi.it/2014/con-la-tonaca-e-assembramento-con-il-caftano-non-mi-lamento/