A Muslim man prays during Eid-al-Fitr in the northern Indian city of Allahabad

Anziché perdere tempo a salvare i conti della Grecia o a promuovere l’accesso all’aborto, forse i politici europei farebbero molto meglio a pensare a salvare l’Europa: ma non quella delle banche, bensì quella delle culle. Il perché dell’urgenza lo possono rintracciare nelle ultime proiezioni del Pew Research Center che, tanto per cominciare, spiegano come il Vecchio Continente sia «l’unica regione» del pianeta destinata ad assistere alla riduzione «della propria popolazione totale fra il 2010 e il 2050» (The Future of World Religions: Population Growth Projections, 2010-2050, “Pew–Templeton”, p.147). Per la precisione, saranno seppelliti – senza essere rimpiazzati da nuovi nati – 46 milioni di europei, suppergiù gli stessi morti durante la Seconda guerra mondiale. Almeno si starà tutti più comodi e larghi, commenterà lo stolto. Senza sapere che meno europei significa in primo luogo più europei anziani quindi più pensioni o eutanasia; e, soprattutto, più Islam, religione che con un aumento di oltre 27 milioni di fedeli passerà – in teoria – dal 5,9% attuale al 10,2% del 2050. Aumenteranno anche i non religiosi, e i cristiani, pur calando del 18%, rimarranno comunque la prima religione professata (65,2%). Ma non durerà ancora molto se l’Europa di domani sarà simile a quella di oggi, con tanta vanità e poca natalità, molte “nuove famiglie” e sempre meno famiglie vere, attenzione a tutti i più disparati diritti individuali ma dimenticanza verso il primo dovere di un popolo degno di questo nome: sopravvivere.