Se esistesse il diritto di morire, dovrebbe valere sempre e per tutti: per l’anziano solo, per il genitore depresso, per il disoccupato, per l’adolescente deluso da una storia d’amore; altrimenti che diritto sarebbe? Vogliamo discriminare?
Se esistesse il diritto di morire, lo Stato dovrebbe garantirlo come si deve, con efficienza, recapitando preventivamente a tutti cianuro a domicilio.
Se esistesse il diritto di morire, dovremmo ricordarlo a tutti, con bei cartelloni colorati all’angolo delle strade.
Se esistesse il diritto di morire, i medici farebbero meglio ad indossare camici color corvo, così da dare un tocco di professionalità al loro nuovo lavoro.
Se esistesse il diritto di morire, dovremmo costruire le case di riposo il più vicino possibile ai cimiteri, se non altro per risparmiare sulla benzina e contrastare l’effetto serra.
Se esistesse il diritto di morire, risolveremmo finalmente l’annoso problema delle pensioni, baby e non.
Se esistesse il diritto a morire, dovremmo filantropicamente farcene carico anche per chi ha difficoltà ad esprimere le proprie volontà, se no gli amici a che servono?
Se esistesse il diritto di morire, potremmo riciclare il Cottolengo e trasformarlo in un bella sala giochi per ragazzi sani e forti.
Se esistesse il diritto di morire, dovremmo cancellare dai nostri dizionari la parola “speranza” e farla sostituire con “illusione”.
Se esistesse il diritto di morire, non dovremmo però toccare la nostra amata Costituzione, infatti è già scritto tutto quanto nell’articolo 32, o almeno così dicono.
Se esistesse il diritto di morire, in breve tempo, vivere diventerebbe una di quelle condotte scomode, da fare in silenzio, senza calpestare la sensibilità altrui.
Se esistesse il diritto di morire, quel romantico e umanissimo sentimento che è la tristezza perderebbe tutto il suo senso, perché la felicità diventerebbe condizione necessaria per vivere.
Se esistesse il diritto di morire, le lacrime in pubblico dovrebbero essere multate, infatti qualora uno avesse un problema – qualsiasi problema – avrebbe già la soluzione in tasca, senza bisogno di molestare nessuno.
Se esistesse il diritto di morire, l’unica buona ragione per fermare un suicida sarebbe non essersi prima assicurati che costui non abbia con sé dell’esplosivo: coi tempi che corrono non si sa mai.
Se esistesse questo diritto, quasi più nessuno direbbe ti amo da morire; se infatti uno già non volesse la sua vita, donandogli pure la propria gli si farebbe il peggiore dei torti. Sarebbe cattiveria allo stato puro.
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«Da leggere!» (Diego Fusaro)
«Un libro pieno di chicche» (Rino Cammilleri)
«Un viaggio tra vicende note e meno note con lo scopo di aiutarci a sviluppare il senso critico» (Aldo Maria Valli)
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se esistesse…ma non esiste, è solo un’altra follia della mente umana, una follia per sentirsi onnipotente e per dire sempre…decido io, e basta…come se ci fossimo creati da soli e da soli abbiamo il diritto di decidere se vivere o morire…come se tutto inizia e muore con noi…niente più infinito, solo finito…ma anche qui contraddizione, se non credo che ci sia un’infinito perchè pensare alla morte come ad una liberazione verso qualcosa di più grande?…perchè in se la morte racchiude un piccola luce di speranza, di stare meglio, di trovare pace…ogni desiderio umano racchiude una speranza…
Lella, chi non vede altro che sofferenza nella propria vita potrebbe comunque pensare, pur non credendo all’eternità nè ad una vita migliore dopo la morte, che sarebbe preferibile per se stesso porre fine ai tormenti terreni piuttosto che continuare a vivere. Ma, siamo perfettamente d’accordo, questo non configura alcun diritto a ricevere la morte da altri o dallo Stato. Lo Stato, se interviene, interviene in favore della vita, non della morte. Ma resta aperta la questione di come io posso manifestare il mio diritto a rinunciare ad interventi esterni, anche vitali; diritto che posso esercitare quando sono cosciente (come fece Piergiorgio Welby), ma che non posso invece esercitare quando mi trovo in stato vegetativo o di non più possibile contatto con gli altri. Cosa ne pensa del testamento biologico?
Su questo parte del problema sono d’accordo con te, non è giusto l’accanimento terapeutico, non sono a favore di questo e spesso dico a chi mi sta vicino che non lo vorrei semmai mi succedesse qualcosa di grave, ma se il progresso, la scienza , la medicina si ponessero un limite oltre il quale ammettere la propria umanità? il coraggio di dire…basta, più di così è tortura…pensi che si sarebbe posto il problema dell’eutanasia?
Facciamone un piccolo manifesto da appendere nelle scuole, nelle case, negli uffici pubblici, …e anche in certe sale cattoliche!
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