Brutte notizie amici, ci siamo persi un comandamento per strada: quello che impone di parlare “da cattolici”. Altri invece devono averlo scovato in qualche vangelo apocrifo e lo mettono drammaticamente in pratica. Lo si vede e lo si legge tutti i giorni – non occorre fare nomi e cognomi – nelle dichiarazioni di politici, intellettuali e in qualche caso persino di prelati i quali, con frequenza sempre maggiore, allorquando si accingono ad affrontare temi eticamente sensibili, non perdono occasione per riproporre l’imperdibile puntualizzazione: «Parlo da cattolico». Ora, al dato positivo – fa sempre piacere che fra i battezzati vi sia ancora chi, ogni tanto, rammenta d’esserlo – di solito ne segue uno assai meno entusiasmante, che nove volte su dieci si sostanzia in una dichiarazione in totale contrasto con la dottrina della Chiesa. «Parlo da cattolico, ma credo che la Chiesa si debba rinnovare». «Parlo da cattolico, ma in certi casi non considero l’aborto sbagliato». «Parlo da cattolico, ma sono favorevole alla fecondazione assistita». «Parlo da cattolico, ma per me non conta se Gesù sia risorto, l’importante è quello che ha detto perché ha parlato d’amore».
Prima che un lettore meno forte di altri accusi comprensibili malori, meglio fermarsi. Del resto il senso è chiaro: il «parlo da cattolico» è ormai divenuto la premessa allo strafalcione, qualche pignolo direbbe all’eresia ma non esageriamo, se no finisce che qualcheduno, poi, prende sul serio gli insegnamenti della Chiesa: non sia mai. Tornando a noi, la domanda ora è una ed è molto semplice: com’è possibile tutto questo? Come si è arrivati all’infelice matrimonio fra il «parlo da cattolico» e la licenza di spararla grossa, meglio se più grossa possibile? Trattandosi di problema complesso, è saggio limitarsi a delle ipotesi. La prima: parlare «da cattolici» è un conto, agire da tali è molto diverso e, soprattutto, più costoso: in un caso infatti basta l’autocertificazione, nell’altro è richiesta la testimonianza. Seconda ipotesi: parlare «da cattolici» è facile, dire cose «cattoliche» per nulla, tanto che persino il Figlio di Dio, quando lo faceva, non riscontrava alcun successo e si sentiva chiedere: «Questo parlare è duro: chi lo può ascoltare?» (Giovanni 5,2.60).
Un’ultima ipotesi è quella di una conoscenza limitata della dottrina cristiana, spesso confusa con un’odiosa sfilza di divieti. E chissà qual è, delle tre, quella giusta. Sempre che non sia in realtà giusto così, e cioè esibire il patentino «da cattolici» per poi sfrecciare a tutta velocità fra dichiarazioni e battute imbarazzanti. Il tutto guardandosi bene dal provare, senza tanti proclami, a sostenere posizioni etiche che fra l’altro non abbisognano di alcun tipo di riferimento confessionale. Puoi difatti sostenere la naturalità della famiglia citando Aristotele, condannare l’aborto citando Bobbio, avversare l’eutanasia facendo tue le posizioni del francese Lucien Israel, agnostico luminare dell’oncologia. Il «parlo da cattolico» seguito da uscite spiazzanti non è dunque necessario. Eppure continua ad essere impiegato, al punto che si potrebbe quasi parlare di tormentone. Come mai? Abbiamo avanzato delle ipotesi, ma il mistero resta. E in attesa che qualcuno lo chiarisca un pensiero ci allieta: meno male che Gesù Cristo, quella volta, non ha scelto di parlare «da cattolico». Altrimenti avrebbe fondato una bocciofila o un circolo della briscola. Ma non di certo il Cristianesimo.
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Bah, a me pare di ricordare che qualcuno diceva che saremo giudicati per le nostre azioni e non per quello che diciamo. Quell’incontro giudicano le opinioni e non i fatti non andrebbero chiamati sepolcri imbiancati?
Basta non fermarsi alle prime apparenze e si vede che Giuliano ha ragione da vendere.
Assecondare i peccati significa diventarne complice (cosi’ come assecondarne i reati). Quindi dicendo “parlo da cattolico ma….” significa che quello che segue e’ cio’ che ne segue e’ cio’ che Cristo ritiene giusto, non semplicemente cio’ che e’ la mia opinione. Se voglio dire la mia opinione non antepongo la frase “parlando da cattolico”.
Inoltre la barbaria di ammettere ogni singola opinione e’ la forma peggiore di incivilta’ che si possa avere (in nome di questa stupida linea guida in alcuni paesi si protegge il diritto di battersi politicamente per la pedofilia).
Infine io vedo qualcuno che ha giudicato le opinioni di Giuliano nascondendosi ipocritamente dietro una domanda e chiamando il signor Guzzo un “sepolcro imbiancato”.
Scusa azaria ma davvero non mi riferivo a Giuliano quando facevo il riferimento ai sepolcri imbiancati…. Ora son piuttosto preso, spero di riuscire a rispondere con più calma nel fine settimana
Azaria hai proprio letto male il mio commento. Io concordo con Giuliano. Ma su tutta la linea. I sepolcri imbiancati son quelli che dicono “parlo da cattolico ma…”
l’evangelizzazione non è un’opera su cui saremo giudicati?
predicare cose sbagliate, incitando gli altri a fare il male, cos’è? Una opinione o una azione? Pensi forse che essere a favore della pedofilia, pur non praticandola, sia una cosa che a Dio non cambi nulla?
Il peccato si esplica in “pensieri, parole, opere ed omissioni”.
Saremo giudicati nel Verbo di Dio in opere, pensieri, parole e scritti (anche di ciò che scriviamo sul web) ed……….omissioni!
Gesù quella volta non scelse di parlare”da cattolico” per il semplice motivo che non era cattolico, lui, uomo ebreo che molto probabilmente non penso’ mai neppure per in istante di fondare una religione (aveva già la sua) e infatti non era venuto per quello. La mia è solo una precisazione. Ma finché le persone continueranno ad etichettare il pensiero e chi lo esprime e a trasformare ogni messaggio etico e ogni evento ultraterreno in una religione allora la visione di ciascuno sarà sempre e comunque offuscata almeno in parte. Vorrei andare all’essenza di queste questioni, alla verità nuda e cruda senza dover per forza definirmi mediante un’etichetta, senza tirare in ballo cristi, preti e chiesa. Ad un certo punto uno arriva a pensare che qualcosa non è ulteriormente negoziabile, o che è lungi da qualsivoglia logica di buon senso e saggezza, tutto qui. La religione – inventata dagli uomini non da Cristo – non centra niente. Anche un ateo è fornito di coscienza e discernimento.
Quella di Gesu’ che non volesse fondare una nuova religione la sento da tempo, ma resto sempre a bocca aperta quando la ascolto/leggo.
Possibile che ci sia ancora qualcuno che creda a sta cosa?
Visto che lo dici cosi’ convinta, mi puoi fare presente su quali fonti (storiche, logiche o altro) ti basi per poter dire questo?
P.S.: Ci sono alcuni neo-nazisti oggi in giro ed alcuni che vogliono far passare la pedofilia come legale, vuoi opporti a loro o vuoi evitare di etichettare il loro pensiero?
P.P.S.: Che anche gli atei siano forniti di discernimento e coscienza e’ vero solo in parte, non perche’ gli atei siano peggio degli altri, ma perche’ coscienza e discernimento sono beni rari in questi tempi, sia per atei che per credenti (vedi ad esempio i tanti “parlo da cattolico ma…”).
Francesca quanta beata ignoranza “cattolica” la tua! sembra che la religione sia il male del mondo da come ne parlate, quando non avete inteso cosa sia la religione; è un po come parlar male del sangue che circola nelle vene. L’uomo è un essere religioso per natura, per specie, visto che da sempre è portato a credere nel Dio che lo ha creato (o in qualsiasi altra divinità se nell’ignoranza del Dio unico). La religione è l’essenza e il grido dell’anima a Dio. Qualsiasi uomo anche che non si dice religioso quando arriva a un punto della vita che non ce la fa piu, che ha toccato il fondo ecco che puo aprirsi nel suo cuore un barlume di luce verso Dio, questo perchè come detto lo abbiamo innato. Gesù non ha fondato, Gesù E’. Gesù ha sconvolto il cuore dell’uomo, lo ha convertito alla visione d’amore di Dio e il cuore dell’uomo non è stato piu lo stesso. Ma per far questo occorre “obbedire” a certi precetti, avere dei paletti oltre i quali non è lecito o consentito andare se dobbiamo dirci di Cristo. Ovviamente sono paletti di amore, un amore che il mondo non conosce e combatte per non avere nessun tipo di paletti, per non far si che l’amore di Dio possa interferire con i nostri peccati che amiamo piu di Dio stesso. Gesù ha però fondato una cosa, la Sua Chiesa, quella Cattolica, che tra tanti scandali di uomini rimane sempre e comunque santa perchè in essa vi è il Signore, lo Spirito Santo, la Madonna, i santi e i martiri, e la dottrina salvifica non cambia di una virgola; vi sono i Sacramenti per la salvezza, vi è la Luce di Dio per l’anima che voglia partecipare di quella luce.n ateo non puo avere discernimento sul bene e sul male perchè sprovvisto della luce di Dio, che nega nel suo cuore e nella sua anima, cosi come chi pretende di pensare da se stesso senza l’ausilio della Parola, che è Cristo stesso.
Dire “Io sono la resurrezione e la vita”, “Io sono… il Figlio di Dio”, beh, sa molto di religione… ma una religione dove l’unione ipostatica è ammessa. Ergo, non ebraica. Se Gesù sia o no Dio-uomo lo si può anche mettere in discussione per ignoranza, ma per logica spicciola quel che diceva aveva finalità precise: una nuova Dottrina. Cattolica (universale) senz’altro prima di Lutero e personaggi dalle idee confuse sul peccato originale e altre cose che da San Paolo in poi sono ovvietà. Si può essere non cattolici, ma si deve essere onesti intellettualmente per questioni prettamente morali.
Quando a parlare non sono politici, voglio avere fiducia e pensare che nella maggior parte dei casi sia vera la terza ipotesi, quella più ingenua, fondamentalmente dovuta ad una conoscenza superficiale del cristianesimo, magari a causa di un’educazione altrettanto superficiale in tal senso.
“[…] fondamentalmente dovuta ad una conoscenza superficiale del cristianesimo, magari a causa di un’educazione altrettanto superficiale in tal senso.”
Vero.
Ora riprendo a leggere “Don Camillo” di Guareschi ed, insieme, i video di Father Barron
Pingback: La dissociazione dei “cattolici adulti”: come aiutarli? « Regina Web Radio
L’ha ribloggato su Luca Zacchi, energia in relazionee ha commentato:
Parlo da cattolico ma… equivale a sono cristiano ma… Per dirla con mio fratello pastore Paolo Castellina: “Oggi che la cultura prevalente si sta allontanando sempre di più dalla concezione biblica del mondo e della vita, è quanto mai importante evidenziare, da parte nostra, che diventare ed essere cristiani significa assumere un modo di pensare e di vivere radicalmente diverso da quello della cultura dominante. Abbiamo, per esempio, un’antropologia differente, una concezione differente della vita, una concezione differente dello stato e della vita sociale, ecc. La concezione biblica del mondo e della vita la dobbiamo vivere e promuovere con audacia, insegnarla ed evidenziare come assumerla faccia parte essenziale dell’autentica conversione a Cristo. Non dobbiamo temere di contrapporla in modo militante a concezioni difformi e sicuramente di contrapporla a versioni del cristianesimo compromesse e compiacenti verso le ideologie moderne.”
L’ha ribloggato su filia ecclesiae – carpe gratiame ha commentato:
Parlassero di meno, soprattutto da cattolici.
Siano lodati Gesù, Giuseppe e Maria. Diceva padre Pio e nel momento peggiore degli accanimenti contro la sua persona : – Devi Amare la Chiesa anche quando ti bastona. – Detto questo, è facile riconoscere gli ” argomentatori “del momento; da chi, invece si “arma” con una pur vecchia corona del Rosario. Questi ultimi, fanno una gran bella differenza. Ave Maria.
Il 9 maggio scorso Sua Santità Benedetto XVI, Unico Papa dell’Unica Chiesa benché abbia rinunciato ad esercitare il Ministero di Vescovo di Roma: ha compiuto un atto che è inequivocabilmente chiaro a coloro che hanno gli occhi e che li vogliono usare.
E che quindi non sono quelli che “parlo da cattolico ma…”
Fai clic per accedere a 15.310_TU_E_LUI_UNITI_PER_DIRE_BENTORNATO_MIO_SIGNORE_13.05.15.pdf
Fabio Massimo, figlio e fratello di Dio, Cattolico Apostolico Romano
Il 9 maggio scorso Sua Santità Benedetto XVI, Unico Papa dell’Unica Chiesa benché abbia rinunciato ad esercitare il Ministero di Vescovo di Roma: ha compiuto un atto che è inequivocabilmente chiaro a coloro che hanno gli occhi e che li vogliono usare.
E che quindi non sono quelli che “parlo da cattolico ma…”
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Fabio Massimo, figlio e fratello di Dio, Cattolico Apostolico Romano
Se siamo giunti alla attuale aberrante situazione è perché oramai molti “parlano da cattolici”. C’è poi un altro gruppo che ha contribuito a rovinare la società: i “cattolici adulti”. Ma non è per nulla da escludere che i due gruppi siano in gran parte indistinguibili. Potrebbero senza alcuna riserva essere definiti “cattolici eretici”