1. E’ un diritto fondamentale, e in tempi in cui di diritti si fa un gran parlare sarebbe paradossale rinunciare all’esercizio di uno così fondamentale ; 2. E’ un dovere civico, tanto che in passato agli inadempienti toccavano sanzioni amministrative (Cfr. D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361, art. 115); 3. E’ il tagliando del motore democratico: dove si vota poco, di solito, la democrazia patisce, quindi conviene votare: tutta salute; 4.Onora la memoria di coloro ai quali in passato – donne, schiavi, poveri – questo diritto era negato; 5. E’ il solo momento in cui la Repubblica restituisce integralmente lo scettro del potere al popolo, cui «la sovranità appartiene» (Cost. art. 1): come perderselo?; 6. Votando puoi dire quello che vuoi, non votando puoi solo accettare ciò che vogliono gli altri; 7. Alle urne i buoni cittadini possono finalmente sanzionare i cattivi politici punendoli con voto diverso; 8. Chi si astiene perché non simpatizza per alcun partito, sostiene comunque un partito: quello – pigro e pilatesco – degli Astenuti; 9. Col voto si rammenta a quanti vorrebbero pesarli che i cittadini, in realtà, vanno sempre contati; 10. Votando guadagni per domani uno speciale diritto di ascolto da parte di coloro che oggi sostieni;
A votare cui non conta se arrivi a piedi o in Ferrari, perché sei comunque tu, per una volta, il solo padrone.
Bah …mi spiace fare il guastafeste ma io non credo nella sovranità popolare ne nella democrazia e quindi poco me ne cale. Inoltre piuttosto che votare male è meglio starsene a casa: un peccato di meno sulla coscienza quando si andrà davanti al Padreterno. 🙂
Sempre originale e ribelle, Massimo 😉
Ecco una intelligente parafrasi per “(s)vendersi schiavi“…