I reduci non saranno molti, ma qualcuno è senz’altro sopravvissuto all’alluvione calorica del pranzo di oggi. E merita conforto dopo quello che ha passato rivedendo parenti non proprio simpatici, risentendo amici lontani, ritrovandosi faccia a faccia con il maremoto delle inossidabili convenzioni natalizie. Le energie residue dei superstiti sono poche, per cui meglio limitarsi a poche essenziali dritte.

Il primo consiglio è staccarsi dal telefonino, tanto non riuscirete mai a rispondere agli auguri di tutti quanti. È una battaglia persa. E poi chi la risposta tardiva o è davvero ben scritta, oppure emette uno sgradevole odore di snobismo – della serie: «io avevo cose più importanti da fare che rispondere a te» – che rischia solo di peggiorare la situazione. Vi rifarete con gli auguri per l’anno nuovo.

Consiglio numero due: tenetevi ben lontani dalla bilancia. Non fate sciocchezze. Non guastatevi l’illusione che, per giorni, si possa mangiare come ippopotami rimanendo tali e quali. A confronto, i bambini che credono a Babbo Natale sono dei lucidissimi razionalisti anche perché, in fin dei conti, a loro restano regali in più, ai grandi i chili di troppo, eppure sono solo questi ultimi ad ignorare la realtà.

Strettamente collegato al precedente, è il terzo suggerimento: quello d’iniziare a pensare a quale palestra iscriversi per smaltire grassi e sensi di colpa. A scopo motivazionale, è consentita l’iscrizione virtuale anche a più palestre contemporaneamente. È lecito persino credersi cloni appesantiti di Usain Bolt. L’importante, però, sarà passare dalle parole ai fatti, perché tra il dire e il dimagrire c’è di mezzo il mare. Della pigrizia.

Intanto, per venire al consiglio numero quattro, è d’obbligo tenere i nervi saldi. L’Epifania è ancora lontana. Restano ancora molti pranzi e molte cene; il rischio di crollare durante un secondo o dinnanzi alla milionesima fetta di pandoro è estremamente elevato. È insomma troppo presto per cantare vittoria, perché se si è sopravvissuti al pranzo del 25/12 si è vinta una battaglia. Non certo la guerra.

Il quinto ed ultimo pensiero post natalizio – l’unico serio – è ricordarsi che se tutto ciò è stato possibile, se oggi avete rivisto i vostri cari, se avete respirato aria di casa e di surreale quiete domestica, il merito non è dell’Europa, della Bce, di Greta né delle «sardine», ma di Gesù Cristo, Dio fatto uomo. Il Salvatore. La sola Speranza degna di questo nome. Il solo che, qualunque cosa vi sia capitata oggi, è credibile nell’assicurarvi che, in fondo, il meglio deve ancora venire.

Giuliano Guzzo