dubbio

Rivolgersi ad un sacerdote, fino a non molti anni fa, equivaleva sì a cercare un supporto o un consiglio ma anche, in molti casi, a cercare Dio e quelle risposte così difficili da trovare o da accettare. Oggi però le cose – per fortuna, dirà qualcuno – sono radicalmente cambiate e rivolgersi ad un sacerdote può comportare, per via di un inspiegabile paradosso, l’allontanarsi dalla fede. Lo può confermare il professor Umberto Veronesi il quale, per aver osato raccontare il proprio travaglio interiore, si è visto subito rifilare un bignami di scristianizzazione da qualcuno che, almeno in teoria, avrebbe dovuto incoraggiare alla sua conversione: un sacerdote. Ma andiamo con ordine. In “Il mestiere di uomo” (Einaudi), il suo ultimo libro in uscita in questi giorni, il celebre oncologo ha raccontato la sua difficoltà di credere, spiegando in particolare di trovare incompatibile l’esistenza di Dio con mali quali il cancro e follie disumane come Auschwitz. Ora, posto che è discutibile equiparare nazionalsocialismo, le cui responsabilità sono note, e malattie incurabili, la cui origine è ancora misteriosa, si potrebbe leggere nella scelta di Veronesi di narrare il suo antico allontanamento dalla fede una qualche nostalgia. Anche perché si tratta di un allontanamento tutt’altro che recente. «Non saprei dire – scrive – qual è stato il mio primo giorno senza Dio. Sicuramente dopo l’esperienza della guerra non misi mai più piede in una chiesa, ma il tramonto della fede era iniziato molto prima».

La possibilità che nella mente dello scienziato potesse scattare la scintilla della conversione ha messo in allarme un sacerdote, don Aldo Antonelli, che ha subito preso carta e penna per supplicare, sul portale Huffingtonpost, il professor Veronesi di non convertirsi. Questo almeno sembrerebbe leggendo Caro Veronesi, il Dio di Gesù Cristo è il Dio della domanda e non l’idolo delle risposte, un intervento pubblicato ieri e che già dal titolo genera una bella dose di confusione dato che fa passare l’idea che Gesù sia in pratica l’inventore dei quiz televisivi e non quel signore che, duemila anni or sono, di sé diceva: «Io sono la via, la verità e la vita» (Giovanni 14,6). O forse don Aldo si riferisce ad un altro Gesù, ed è un caso di omonimia? Non purtroppo è dato saperlo. Ma proseguiamo, perché il bello deve ancora arrivare. Dopo aver premesso una difficoltà a parlare di Dio che neppure il laico Veronesi sembra sperimentare – «Metto tra virgolette il termine “Dio” perché ritengo che il termine sia altamente inquinato» -, il sacerdote, con un esempio che non lascia spazio ad equivoci, fa capire di considerare Dio sinonimo di tirannia: «Ricordo che Richard Dawkins, davanti al feretro del suo amico Christopher Hitchens, morto il 15.12.2011, ebbe a dire, orgogliosamente: “Era un coraggioso combattente contro tutti i tiranni, incluso Dio!”. Fossi stato presente, gli avrei battuto le mani». Non sarebbe il caso di aggiungere altro, ma purtroppo per noi l’articolo prosegue ancora.

E prosegue con una puntualizzazione che non si capisce se sia ironica o meno. «Sia chiaro – scrive don Aldo a Veronesi – queste riflessioni non sono finalizzate a “recuperarlo” alla fede. Lontano da me ogni mira annessionistica e conquistatrice». Onestamente che non c’erano molti dubbi sul fatto che un sacerdote che non riesce a parlare di Dio senza usare virgolette e che corre ad applaudire chiunque definisca Dio un tiranno non avesse a cuore la conversione del suo interlocutore. Ma allora perché mai costui è sacerdote? E’ bell’enigma, ma dobbiamo cavarcela da soli. Perché, come precisa don Aldo, «Il “Dio” di Gesù Cristo non è il Dio della risposte alle domande dell’uomo, ma il “Dio” delle domande che interpella la coscienza dell’uomo e la sua responsabilità. È il Dio che chiede ad Adamo: “Dove sei?”, “Cosa hai fatto?”; ed è il Dio che chiede a Caino: “Dov’è tuo fratello?”». Si potrebbe osservare come nel Nuovo Testamento, in realtà, non ci siano solamente domande, e neppure solo domande di questo tipo, ma dinnanzi a cotanta conoscenza teologica non è il caso di controbattere. Ci dispiace solo per il professor Veronesi, il quale forse non avrebbe descritto il suo allontanamento dalla fede, se avesse saputo di ricevere in risposta un invito a rimanere dove si trova dalla Seconda Guerra Mondiale. Se però il bignami di scristianizzazione di Huffingtonpost lo ha letto anche qualche credente, come pare assai probabile, non v’è di che stupirsi se da oggi, in giro, c’è qualche ateo in più.